LA VIA CRUCIS
#La Via Crucis indica la strada tracciata con il Sangue dell’innocente Figlio di Dio e di Maria. La Via Crucis è la via del dolore, della sofferenza e della morte. In Gesù nella sua via crucis noi vogliamo ricordare la Via Crucis di tanti “Cristi”: uomini uccisi nella dignità; donne violate e vendute; bambini uccisi ancora prima di vedere la luce, e bambini violentati, vittime innocenti di carnefici senza pietà; anziani tormentati dalla solitudine e dall’abbandono; malati soli nel pianto di una corsia di un ospedale…E’ questa oggi la passione di Cristo che continua nella nostra storia e che aspetta il conforto di una Veronica o di un Cireneo. Silenziosamente percorriamo attraverso la preghiera la via dolorosa di tanti nostri fratelli e sorelle che vivono il dramma della via della croce nel nostro tempo.
PRIMA STAZIONE
GESU’ E’ CONDANNATO A MORTE
Gesù è condannato a morte ingiustamente. Lui che non aveva mai fatto male a nessuno. Lui che aveva sempre e solo donato amore. Eppure lo condannano.
Lettura
Dopo averlo arrestato, i giudei condussero Gesù al pretorio di Pilato, perché fosse condannato a morte. Pilato non trovò in lui nessuna colpa e voleva liberarlo. Ma i Giudei gridavano: “ Crocifiggilo”! Disse loro Pilato:”Che male ha fatto?”. Essi gridando ancora più forte, dissero:”A morte! Sulla Croce!”. Pilato, visto che il tumulto della folla cresceva, si lavò le mani di fronte al popolo, dicendo: ”Io non sono responsabile della morte di quest’uomo! Prendetelo voi, e mettetelo in croce “. E consegnò loro Gesù.
Comm.
Spesso noi siamo facili a condannare e giudicare solo forse per antipatia o gelosia. E i “grandi” condannano e uccidono chi ricerca la libertà e la dignità.
GESU’ E’ CONDANNATO A MORTE
Gesù è condannato a morte ingiustamente. Lui che non aveva mai fatto male a nessuno. Lui che aveva sempre e solo donato amore. Eppure lo condannano.
Lettura
Dopo averlo arrestato, i giudei condussero Gesù al pretorio di Pilato, perché fosse condannato a morte. Pilato non trovò in lui nessuna colpa e voleva liberarlo. Ma i Giudei gridavano: “ Crocifiggilo”! Disse loro Pilato:”Che male ha fatto?”. Essi gridando ancora più forte, dissero:”A morte! Sulla Croce!”. Pilato, visto che il tumulto della folla cresceva, si lavò le mani di fronte al popolo, dicendo: ”Io non sono responsabile della morte di quest’uomo! Prendetelo voi, e mettetelo in croce “. E consegnò loro Gesù.
Comm.
Spesso noi siamo facili a condannare e giudicare solo forse per antipatia o gelosia. E i “grandi” condannano e uccidono chi ricerca la libertà e la dignità.
SECONDA STAZIONE
GESU’ RICEVE LA CROCE
A Gesù viene caricata sulle spalle la croce sulla quale poi verrà inchiodato. E’ il segno anche della ignominia più vile destinata agli assassini e malfattori.
Lettura
Dopo la condanna a morte, i soldati si fecero attorno a Gesù e gli misero sulle spalle un manto rosso; intrecciarono una corona di spine e gliela posero in capo; gli misero una canna nella mano destra, come uno scettro regale. Poi, piegando il ginocchio lo deridevano dicendo: “Salve, o Re dei Giudei!” . E gli sputavano addosso e lo percuotevano sulla testa. Quando l’ebbero schernito, gli levarono il manto, gli misero sulle spalle una pesante croce e lo condussero via per crocifiggerlo.
Comm.
Quante croci e quanti pesi poniamo sulle spalle degli altri! Soprattutto ai più deboli e indifesi. Perfino ai bambini si caricano pesi insopportabili.
TERZA STAZIONE
GESU’ CADE LA PRIMA VOLTA
Il peso dei nostri peccati e delle nostre mancanze fanno cadere Gesù a terra, sfinito. Ma si rialza: vuole insegnare che tutti possiamo cadere, ma tutti siamo in grado di rialzarci.
Lettura
Il profeta Isaia aveva visto il Salvatore degli uomini carico dei nostri peccati, sfigurato dalle nostre cattiverie, schiacciato dal peso delle nostre colpe. Umiliato e sopraffatto dal peso di tante iniquità, più ancora che sfinito dai patimenti della flagellazione e coronazione di spine, Gesù, cade al suolo privo di forze.
Comm.
Pensiamo a quanti cadono e muoiono sotto il peso di tante situazioni della vita: incidenti stradali, droga, violenza, rapine, ingiustizia.
QUARTA STAZIONE
GESU’ INCONTRA SUA MADRE
L’incontro della madre col figlio rappresenta l’amore più profondo e più vero. Gli occhi si incontrano nella consapevolezza che il dolore è fonte di speranza e di gioia.
Lettura
Il vecchio Simeone aveva predetto alla madre di Gesù i momenti dolorosi della sua passione:” Una spada ti trafiggerà l’anima!”. Maria ricordò quelle parole quando incontrò il suo divin figlio, reso tutto una piaga. Ma accettò questa sofferenza per amore nostro, per contribuire alla nostra salvezza.
Comm.
Quante mamme e quanti figli non possono più guardarsi negli occhi. Non è più possibile questo incontro: bambini non fatti nascere, abbandonati nei cassonetti, venduti per pochi spiccioli…
QUINTA STAZIONE
GESU’ E’ AIUTATO DAL CIRENEO
Anche Gesù trova qualcuno che lo aiuta nel portare la croce. E’ Simone il cireneo, che allieva un po’ la fatica del Signore.
Lettura
I soldati condussero fuori Gesù per crocifiggerlo. E costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene, il quale veniva dalla campagna a portare la croce.
Comm.
Quanti nostri fratelli e amici hanno situazioni di vita pesanti e dolorose. Siamo disposti a portare anche un po’ del loro peso?
SESTA STAZIONE
LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESU’
Veronica si stacca dalla folla e con un panno di lino asciuga il sudore misto a sangue dalla faccia di Gesù.
Lettura
Il volto del Signore è tutto coperto di sangue, di sputi, di sudore e di polvere. Cosi lo aveva visto il profeta Isaia: “E’ disprezzato come il più miserabile degli uomini, uomo dei dolori, sfinito dalla sofferenza; sembra un lebbroso, umiliato e percosso dalla giustizia di Dio”. Alla vista di questo doloroso spettacolo una donna commossa esce dalla folla, si avvicina a Gesù e terge il suo volto con un candido lino.
Comm.
L’immagine di Gesù sul panno raffigura tanti volti di bambini che sono stati rapiti, abbandonati, dispersi, usati e seviziati.
SETTIMA STAZIONE
GESU’ CADE LA SECONDA VOLTA
Gesù nel cammino verso la morte cade in terra per la seconda volta. Troppo grandi sono i peccati del mondo: l’uomo Gesù è ancora con la faccia a terra.
Lettura
Gesù ha veramente preso su di se i nostri peccati e l’iniquità di tutti gli uomini. Su di lui Dio ha addossato il nostro castigo; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Ma ora la sua anima è triste fino alla morte, le sue forze sono venute meno, ed egli cade sotto il peso del dolore.
Comm.
Forse ciò che pesa di più al Signore e che lo fa nuovamente cadere sono i comportamenti contro i bambini. I cattivi esempi, gli scandali, i soprusi, le violenze, i maltrattamenti.
OTTAVA STAZIONE
GESU’ INCONTRA LE PIE DONNE
Nel cammino verso la morte Gesù incontra alcune donne che piangono sulla sua sorte. Cristo fa capire loro che è necessario invece riconoscere l’urgenza di guardare dentro il proprio cuore.
Lettura
Sulla strada del Calvario, Gesù era accompagnato da molta gente e da alcune donne le quali si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne disse:” Non piangete su di me, ma su voi stesse e sui vostri figli, perché si avvicina il tempo in cui riceverete il castigo per i vostri peccati! Se è così dura la pena che cade su di me che sono innocente, che cosa sarà di voi, che siete nel peccato?”.
Comm.
Ci sembra di partecipare emozionandoci davanti a situazioni di dolore, ma in realtà non ne siamo minimamente coinvolti e, girando l’angolo, dimentichiamo e ritorniamo alla nostra solita vita.
NONA STAZIONE
GESU’ CADE PER LA TERZA VOLTA
Per la terza volta il Signore Gesù cade sotto il pesante legno della croce. E’ il profondo dolore nel vedere rifiutato il Suo amore per noi che lo fa cadere.
Lettura
Gesù sale al Calvario come un agnello innocente, che non oppone resistenza a chi gli da la morte. Lui che non ha fatto torto a nessuno, e non ha mai detto parole di menzogna, porta le colpe di tutta l’umanità e paga per noi peccatori. Ma l’intima tristezza di vedersi abbandonato da tutti, anche dagli amici più cari, è divenuta insopportabile e Gesù ancora una volta si accascia al suolo.
Comm.
Troppo spesso rifiutiamo l’amore di Dio, negandolo agli altri, a quelli più bisognosi e poveri. Lo neghiamo quando non ci accorgiamo di quanti nostri fratelli vivono nell’indigenza, senza un pezzo di pane, senza un lavoro, senza un tetto, accontentandosi dei cassonetti per dormire.
DECIMA STAZIONE
GESU’ E’ SPOGLIATO DALLE SUE VESTI
Arrivato in cima al monte, Gesù viene preparato all’esecuzione. Spogliato dalle sue vesti, attorniato da tanta folla, viene fatto stendere sul legno della croce.
Lettura
Giunti sul Calvario, i soldati diedero da bere a Gesù vino mescolato con mirra, perché sentisse meno il dolore. Gesù lo assaggiò, ma non ne volle bere, per soffrire in piena coscienza fino alla morte. Poi gli strapparono le vesti di dosso, riaprendo con terribile spasimo le piaghe della flagellazione, e se li divisero tra loro, tirando a sorte la tunica
Comm.
Forse spesso siamo proprio noi coloro che preparano la condanna a morte ai nostri fratelli. Li prepariamo spogliandoli della loro dignità di persone, negando i loro diritti, emarginandoli perché non sono dei nostri.
UNDICESIMA STAZIONE
GESU’ VIENE CROCIFISSO
Tutto è pronto per eseguire l’ingiusta condanna. Gesù viene steso sulla croce e inchiodato mani e piedi. Dal quel momento Lui è una cosa sola con quel legno, simbolo della salvezza.
Lettura
Era l’ora terza e lo crocifissero. E sulla croce posero la scritta: ” Gesù, Nazareno, Re dei Giudei”. Con lui crocifissero pure due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. I Giudei che passavano di là e i sommi sacerdoti lo insultavano dicendo:” Hai salvato gli altri, ora salva te stesso! Discendi dalla croce e ti crederemo!”. Ma Gesù ripeteva: “Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno!”.
Comm.
Quanta gente nel nostro mondo è inchiodata sulla croce della propria miseria. E quando noi offendiamo, critichiamo, calunniamo gli altri, non facciamo altro che inchiodarli, spesso con la giustificazione dei nostri diritti.
DODICESIMA STAZIONE
GESU’ MUORE IN CROCE
Gesù muore: ma è un Dio che parla,ci sussurra il suo amore per ognuno di noi, ci dice che noi siamo la cosa più importante per Lui e da questo momento non dobbiamo temere più nulla.
Lettura
Verso mezzogiorno il sole si oscurò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Presso la Croce stava Maria, madre di Gesù, alcune pie donne, e Giovanni. Gesù, vedendoli, disse a sua madre:”Donna,ecco tuo figlio!”. E al discepolo prediletto:” ecco tua madre!”. E da quel momento Giovanni la prese con sé. Poi Gesù gridò a gran voce: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito!”. E, reclinato il capo, spirò.
Comm.
Quante croci intorno a noi, quanti crocefissi nella loro malattia, solitudine, povertà. E noi continuiamo ad uccidere, la pena di morte ancora crediamo sia giustizia.
TREDICESIMA STAZIONE
GESU’ E ‘ DEPOSTO DALLA CROCE
La mamma riprende sulle braccia suo figlio. Ancora un incontro d’amore, ancora un momento di tenerezza profonda e dolorosa, un essere tutt’uno con quel corpo straziato.
Lettura
Si era alla vigilia della festa di Pasqua. I Giudei chiesero a Pilato che fossero spezzate le gambe ai condannati e ne venissero tolti i corpi, perché non rimanessero esposti in quel giorno solenne. Un soldato, avvicinatosi a Gesù, e visto che era già morto, non gli spezzò le gambe, ma con un colpo di lancia gli trafisse il cuore, e subito ne uscì sangue ed acqua. Poi gli amici di Gesù vennero e staccarono il suo corpo dalla croce.
Comm.
Siamo capaci noi di sostenere fra le braccia i nostri fratelli e amici? Quante persone hanno bisogno di sentire una mano amica sulla spalla, un sorriso che consola, un gesto che rialza. E’ la nostra solidarietà e il nostro aiuto.
QUATTORDICESIMA STAZIONE
GESU’ E’ POSTO NEL SEPOLCRO
Gli amici depongono dalla croce il corpo di Gesù e lo mettono dentro una tomba. Sembra tutto finito, tutto compiuto. Non resta che ritornare alla vita di prima. Lui non c’è più. Ma…
Lettura
Giuseppe d’Arimatea chiese a Pilato il permesso di seppellire il corpo del Signore . allora prese il corpo di Gesù, lo avvolse con aromi in un bianco lenzuolo, e lo collocò in un sepolcro nuovo scavato nella roccia, poi chiuse il sepolcro, rotolando una grossa pietra all’imboccatura. Vennero pure i capi del popolo, sigillarono il sepolcro e vi misero un picchetto di guardia.
Comm.
Anche per noi sembra tutto risolto quando, dopo aver fatto un piccolo gesto di elemosina, ci sentiamo a posto e ritorniamo alla nostra solita vita. Quante persone lasciamo nella tomba del loro dolore e dell’ingiustizia. Ci sentiamo a posto perché non è compito nostro. Ma…
QUINDICESIMA STAZIONE
GESU’ RISORGE DA MORTE.
Gesù’ è il mio fratello che vive nella gioia
Lettura
Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, le donne si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro:”Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato”.
Comm.
Alla fine della morte non vi è la morte, ma la vita. Alla fine del servizio non vi è il fallimento, ma la risurrezione. Alla fine del cammino dei discepoli vi è la festa della vita. Servire significa vivere non più di sé, ma di Cristo, è rinunciare a voler accaparrare tutto per se stessi. Servire la vita che viene dall’alto è ricevere se stessi e gli altri ogni mattina come un dono di Dio. E’ meravigliarsi di questa vita che germoglia nella primavera nascente. E’ impegnarsi a vivere e a far vivere una vita che vale la pena di essere vissuta.
GESU’ RICEVE LA CROCE
A Gesù viene caricata sulle spalle la croce sulla quale poi verrà inchiodato. E’ il segno anche della ignominia più vile destinata agli assassini e malfattori.
Lettura
Dopo la condanna a morte, i soldati si fecero attorno a Gesù e gli misero sulle spalle un manto rosso; intrecciarono una corona di spine e gliela posero in capo; gli misero una canna nella mano destra, come uno scettro regale. Poi, piegando il ginocchio lo deridevano dicendo: “Salve, o Re dei Giudei!” . E gli sputavano addosso e lo percuotevano sulla testa. Quando l’ebbero schernito, gli levarono il manto, gli misero sulle spalle una pesante croce e lo condussero via per crocifiggerlo.
Comm.
Quante croci e quanti pesi poniamo sulle spalle degli altri! Soprattutto ai più deboli e indifesi. Perfino ai bambini si caricano pesi insopportabili.
TERZA STAZIONE
GESU’ CADE LA PRIMA VOLTA
Il peso dei nostri peccati e delle nostre mancanze fanno cadere Gesù a terra, sfinito. Ma si rialza: vuole insegnare che tutti possiamo cadere, ma tutti siamo in grado di rialzarci.
Lettura
Il profeta Isaia aveva visto il Salvatore degli uomini carico dei nostri peccati, sfigurato dalle nostre cattiverie, schiacciato dal peso delle nostre colpe. Umiliato e sopraffatto dal peso di tante iniquità, più ancora che sfinito dai patimenti della flagellazione e coronazione di spine, Gesù, cade al suolo privo di forze.
Comm.
Pensiamo a quanti cadono e muoiono sotto il peso di tante situazioni della vita: incidenti stradali, droga, violenza, rapine, ingiustizia.
QUARTA STAZIONE
GESU’ INCONTRA SUA MADRE
L’incontro della madre col figlio rappresenta l’amore più profondo e più vero. Gli occhi si incontrano nella consapevolezza che il dolore è fonte di speranza e di gioia.
Lettura
Il vecchio Simeone aveva predetto alla madre di Gesù i momenti dolorosi della sua passione:” Una spada ti trafiggerà l’anima!”. Maria ricordò quelle parole quando incontrò il suo divin figlio, reso tutto una piaga. Ma accettò questa sofferenza per amore nostro, per contribuire alla nostra salvezza.
Comm.
Quante mamme e quanti figli non possono più guardarsi negli occhi. Non è più possibile questo incontro: bambini non fatti nascere, abbandonati nei cassonetti, venduti per pochi spiccioli…
QUINTA STAZIONE
GESU’ E’ AIUTATO DAL CIRENEO
Anche Gesù trova qualcuno che lo aiuta nel portare la croce. E’ Simone il cireneo, che allieva un po’ la fatica del Signore.
Lettura
I soldati condussero fuori Gesù per crocifiggerlo. E costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene, il quale veniva dalla campagna a portare la croce.
Comm.
Quanti nostri fratelli e amici hanno situazioni di vita pesanti e dolorose. Siamo disposti a portare anche un po’ del loro peso?
SESTA STAZIONE
LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESU’
Veronica si stacca dalla folla e con un panno di lino asciuga il sudore misto a sangue dalla faccia di Gesù.
Lettura
Il volto del Signore è tutto coperto di sangue, di sputi, di sudore e di polvere. Cosi lo aveva visto il profeta Isaia: “E’ disprezzato come il più miserabile degli uomini, uomo dei dolori, sfinito dalla sofferenza; sembra un lebbroso, umiliato e percosso dalla giustizia di Dio”. Alla vista di questo doloroso spettacolo una donna commossa esce dalla folla, si avvicina a Gesù e terge il suo volto con un candido lino.
Comm.
L’immagine di Gesù sul panno raffigura tanti volti di bambini che sono stati rapiti, abbandonati, dispersi, usati e seviziati.
SETTIMA STAZIONE
GESU’ CADE LA SECONDA VOLTA
Gesù nel cammino verso la morte cade in terra per la seconda volta. Troppo grandi sono i peccati del mondo: l’uomo Gesù è ancora con la faccia a terra.
Lettura
Gesù ha veramente preso su di se i nostri peccati e l’iniquità di tutti gli uomini. Su di lui Dio ha addossato il nostro castigo; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Ma ora la sua anima è triste fino alla morte, le sue forze sono venute meno, ed egli cade sotto il peso del dolore.
Comm.
Forse ciò che pesa di più al Signore e che lo fa nuovamente cadere sono i comportamenti contro i bambini. I cattivi esempi, gli scandali, i soprusi, le violenze, i maltrattamenti.
OTTAVA STAZIONE
GESU’ INCONTRA LE PIE DONNE
Nel cammino verso la morte Gesù incontra alcune donne che piangono sulla sua sorte. Cristo fa capire loro che è necessario invece riconoscere l’urgenza di guardare dentro il proprio cuore.
Lettura
Sulla strada del Calvario, Gesù era accompagnato da molta gente e da alcune donne le quali si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne disse:” Non piangete su di me, ma su voi stesse e sui vostri figli, perché si avvicina il tempo in cui riceverete il castigo per i vostri peccati! Se è così dura la pena che cade su di me che sono innocente, che cosa sarà di voi, che siete nel peccato?”.
Comm.
Ci sembra di partecipare emozionandoci davanti a situazioni di dolore, ma in realtà non ne siamo minimamente coinvolti e, girando l’angolo, dimentichiamo e ritorniamo alla nostra solita vita.
NONA STAZIONE
GESU’ CADE PER LA TERZA VOLTA
Per la terza volta il Signore Gesù cade sotto il pesante legno della croce. E’ il profondo dolore nel vedere rifiutato il Suo amore per noi che lo fa cadere.
Lettura
Gesù sale al Calvario come un agnello innocente, che non oppone resistenza a chi gli da la morte. Lui che non ha fatto torto a nessuno, e non ha mai detto parole di menzogna, porta le colpe di tutta l’umanità e paga per noi peccatori. Ma l’intima tristezza di vedersi abbandonato da tutti, anche dagli amici più cari, è divenuta insopportabile e Gesù ancora una volta si accascia al suolo.
Comm.
Troppo spesso rifiutiamo l’amore di Dio, negandolo agli altri, a quelli più bisognosi e poveri. Lo neghiamo quando non ci accorgiamo di quanti nostri fratelli vivono nell’indigenza, senza un pezzo di pane, senza un lavoro, senza un tetto, accontentandosi dei cassonetti per dormire.
DECIMA STAZIONE
GESU’ E’ SPOGLIATO DALLE SUE VESTI
Arrivato in cima al monte, Gesù viene preparato all’esecuzione. Spogliato dalle sue vesti, attorniato da tanta folla, viene fatto stendere sul legno della croce.
Lettura
Giunti sul Calvario, i soldati diedero da bere a Gesù vino mescolato con mirra, perché sentisse meno il dolore. Gesù lo assaggiò, ma non ne volle bere, per soffrire in piena coscienza fino alla morte. Poi gli strapparono le vesti di dosso, riaprendo con terribile spasimo le piaghe della flagellazione, e se li divisero tra loro, tirando a sorte la tunica
Comm.
Forse spesso siamo proprio noi coloro che preparano la condanna a morte ai nostri fratelli. Li prepariamo spogliandoli della loro dignità di persone, negando i loro diritti, emarginandoli perché non sono dei nostri.
UNDICESIMA STAZIONE
GESU’ VIENE CROCIFISSO
Tutto è pronto per eseguire l’ingiusta condanna. Gesù viene steso sulla croce e inchiodato mani e piedi. Dal quel momento Lui è una cosa sola con quel legno, simbolo della salvezza.
Lettura
Era l’ora terza e lo crocifissero. E sulla croce posero la scritta: ” Gesù, Nazareno, Re dei Giudei”. Con lui crocifissero pure due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. I Giudei che passavano di là e i sommi sacerdoti lo insultavano dicendo:” Hai salvato gli altri, ora salva te stesso! Discendi dalla croce e ti crederemo!”. Ma Gesù ripeteva: “Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno!”.
Comm.
Quanta gente nel nostro mondo è inchiodata sulla croce della propria miseria. E quando noi offendiamo, critichiamo, calunniamo gli altri, non facciamo altro che inchiodarli, spesso con la giustificazione dei nostri diritti.
DODICESIMA STAZIONE
GESU’ MUORE IN CROCE
Gesù muore: ma è un Dio che parla,ci sussurra il suo amore per ognuno di noi, ci dice che noi siamo la cosa più importante per Lui e da questo momento non dobbiamo temere più nulla.
Lettura
Verso mezzogiorno il sole si oscurò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Presso la Croce stava Maria, madre di Gesù, alcune pie donne, e Giovanni. Gesù, vedendoli, disse a sua madre:”Donna,ecco tuo figlio!”. E al discepolo prediletto:” ecco tua madre!”. E da quel momento Giovanni la prese con sé. Poi Gesù gridò a gran voce: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito!”. E, reclinato il capo, spirò.
Comm.
Quante croci intorno a noi, quanti crocefissi nella loro malattia, solitudine, povertà. E noi continuiamo ad uccidere, la pena di morte ancora crediamo sia giustizia.
TREDICESIMA STAZIONE
GESU’ E ‘ DEPOSTO DALLA CROCE
La mamma riprende sulle braccia suo figlio. Ancora un incontro d’amore, ancora un momento di tenerezza profonda e dolorosa, un essere tutt’uno con quel corpo straziato.
Lettura
Si era alla vigilia della festa di Pasqua. I Giudei chiesero a Pilato che fossero spezzate le gambe ai condannati e ne venissero tolti i corpi, perché non rimanessero esposti in quel giorno solenne. Un soldato, avvicinatosi a Gesù, e visto che era già morto, non gli spezzò le gambe, ma con un colpo di lancia gli trafisse il cuore, e subito ne uscì sangue ed acqua. Poi gli amici di Gesù vennero e staccarono il suo corpo dalla croce.
Comm.
Siamo capaci noi di sostenere fra le braccia i nostri fratelli e amici? Quante persone hanno bisogno di sentire una mano amica sulla spalla, un sorriso che consola, un gesto che rialza. E’ la nostra solidarietà e il nostro aiuto.
QUATTORDICESIMA STAZIONE
GESU’ E’ POSTO NEL SEPOLCRO
Gli amici depongono dalla croce il corpo di Gesù e lo mettono dentro una tomba. Sembra tutto finito, tutto compiuto. Non resta che ritornare alla vita di prima. Lui non c’è più. Ma…
Lettura
Giuseppe d’Arimatea chiese a Pilato il permesso di seppellire il corpo del Signore . allora prese il corpo di Gesù, lo avvolse con aromi in un bianco lenzuolo, e lo collocò in un sepolcro nuovo scavato nella roccia, poi chiuse il sepolcro, rotolando una grossa pietra all’imboccatura. Vennero pure i capi del popolo, sigillarono il sepolcro e vi misero un picchetto di guardia.
Comm.
Anche per noi sembra tutto risolto quando, dopo aver fatto un piccolo gesto di elemosina, ci sentiamo a posto e ritorniamo alla nostra solita vita. Quante persone lasciamo nella tomba del loro dolore e dell’ingiustizia. Ci sentiamo a posto perché non è compito nostro. Ma…
QUINDICESIMA STAZIONE
GESU’ RISORGE DA MORTE.
Gesù’ è il mio fratello che vive nella gioia
Lettura
Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, le donne si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro:”Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato”.
Comm.
Alla fine della morte non vi è la morte, ma la vita. Alla fine del servizio non vi è il fallimento, ma la risurrezione. Alla fine del cammino dei discepoli vi è la festa della vita. Servire significa vivere non più di sé, ma di Cristo, è rinunciare a voler accaparrare tutto per se stessi. Servire la vita che viene dall’alto è ricevere se stessi e gli altri ogni mattina come un dono di Dio. E’ meravigliarsi di questa vita che germoglia nella primavera nascente. E’ impegnarsi a vivere e a far vivere una vita che vale la pena di essere vissuta.
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