mercoledì 30 settembre 2009

Le mille facce della luna

E’ notte …
il cielo è limpido
l’ aria ha spazzato via le nubi
le stelle sono scintille impazzite.
Alzi lo sguardo … …
i polmoni si riempiono di un’aria diversa
fresca, pulita, libera!

La luna è là che ti guarda!

rimani impietrito … …

Ora ti sta sorridendo,
il tuo cuore è lieto!

Ieri piangeva con te,
il dolore ti straziava!

Vigila sempre lungo il tuo cammino nella notte!

gioisce se tu gioisci
soffre se tu soffri
canta se tu canti
urla se tu urli

Ti rinfranca … …
scopri un’amica nuova
che divide con te tutto!

Quante facce ha la luna?
le facce di tutti coloro
che hanno il coraggio
di alzare lo sguardo al cielo
e lasciarsi conquistare
dal suo mistero.

Renato 29/09/2009

giovedì 17 settembre 2009

Le varie attività sono proprio riprese alla grande, incontri impegni riunioni e altro ... ... ... è iniziato anche il corso fidanzati! Sabato incontro di spiritualità con don Lino e raduno delle famiglie con il caminetto la sera! Il brano proposto da Don Lino è il seguente:

VANGELO

Lettura del Vangelo secondo Giovanni 6, 41-51
In quel tempo. I Giudei si misero a mormorare contro il Signore Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal cielo"?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio". Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

giovedì 10 settembre 2009

Una promessa che dura da quindici anni (un amore che cresce)… … …


Un giorno di fine estate, camminavo su di un sentiero che attraversava un prato verde, molto verde con tanti fiori di mille colori che emanavano un forte profumo. Il cielo era blu! L’aria era frizzantina e i grilli cantavano lieti!
Al mio fianco camminava una persona a me familiare, che si rivolse a me e prese la parola!


“Ciao Renato, perché sei così felice?“ aveva intuito il mio stato d’animo sereno e gioioso … …


“Sai oggi è 10 settembre e quindici anni fa io e Mariangela ci siamo sposati! E’ passato tanto tempo ma mi sembra ieri il giorno in cui l’ho conosciuta! Eravamo poco più che ragazzini, io avevo 23 anni avevo appena iniziato a lavorare da meno di un anno, e nel tempo libero mi ero completamente buttato sulla Banda 14. Mariangela ne aveva 19 si era da poco diplomata ed iniziava a lavorare… “
"Mi aveva colpito subito per la sua dolcezza verso i bambini, il suo entusiasmo nel fare le cose la sua tenerezza nei rapporti! Piano piano ci siamo avvicinati, con grande naturalezza e semplicità ci siamo aperti uno all’altro, senza difficoltà, come persone che volevano conoscersi! Abbiamo parlato tanto, ci siamo ascoltati, ci siamo piaciuti e insieme abbiamo capito che questo rapporto stava crescendo. Il primo bacio e la prima volta che ci siamo detti: ti amo! “
- “Quanti ricordi!” Accenno un sorriso e mi fermo a pensare … … il silenzio non ci imbarazza anzi ci aiuta ad entrare in sintonia!

Dopo qualche momento con lo sguardo profondo e mai indiscreto mi sussurra:
“E poi? Cos’è successo? Perché proprio voi due?”

Rimango ancora qualche attimo in silenzio! Sono stupito dalla domanda sembra che mi abbia letto nel pensiero:

“e poi sono successe tantissime cose; molto normali, ci siamo lasciati prendere da questa avventura, ci siamo innamorati uno dell’altro, abbiamo sognato, abbiamo vissuto, senza accorgerci questo amore cresceva in noi, ci ha cambiato ci ha avvicinato … …
ha maturato in noi la convinzione che eravamo fatti uno per l’altro! Ma non esiste un momento preciso! Esistono quattro anni di gioie incontri liti conflitti progetti pensati insieme, ma anche errori! “
“Io non so perché proprio Mariangela! Ogni tanto mi capita di chiedermelo ma non ho elaborato alcuna risposta se non una grande voglia di ringraziare il Signore! Lo ringrazio perché Mariangela è la mia vita! Dal momento che l’ho conosciuta tutto è cambiato, mai più un passo fatto da solo! Sempre in cordata, lungo la strada della nostra giovane vita. Oggi ti spingo io ieri mi hai trascinato tu! domani?”

Alzo lo sguardo e mi accorgo che una leggera brezza fa correre in cielo alcune nuvole bianche ... … sono leggere e si lasciano condurre! Ancora qualche attimo di pausa e il silenzio viene interrotto dalla mia compagna di sentiero:
“Vedi le nuvole in cielo” con la mano indica verso l’alto “si fanno condurre dal soffio del vento, si affidano ad esso alla sua forza durante la tempesta, alla direzione che lui decide! Questa è la nostra vita! Siamo accompagnati dal soffio di Dio che ci conduce lungo il cammino, ora ci spinge velocemente verso nord, verso il freddo, ora ci conduce nel turbine della tempesta … a volte ci culla dolcemente. Non è importante sapere dove ci conduce, è importante affidarsi ad esso, abbandonarsi alle sue braccia accoglienti di un amore paterno!
Ma torniamo a voi … … alla vostra vita; raccontami dopo questi quattro anni vi siete promessi amore per sempre!”

Dopo poco l’attenzione torna a Mariangela, mi vengono in mente i preparativi al matrimonio, le gioie le difficoltà le paure e le incomprensioni ma il coraggio non ci è certo mancato e neanche la determinazione.

"Sì! La scelta importantissima di sposarci è stata molto naturale, nessun fulmine cascato dal cielo ma tanta serenità interiore, tanta voglia di costruire insieme un cammino di vita .
Senza accorgerci il soffio di Dio ci aveva condotto e accompagnato lungo questa direzione! Dovevamo solo rispondere di Sì! Aderire a questo disegno che aveva su di noi!” “La vita è caratterizzata da grandi avvenimenti, come il matrimonio, la nascita di un figlio, un lutto, il dolore di una malattia; ma si consuma e si realizza nel quotidiano di ciò che ogni giorno diventa per noi vissuto! Il lavoro, il tempo libero la scelta della cena il programmare insieme con i figli lo studio le attività i divertimenti ecc. ecc. ecc.”.

Mi sorride e mi dice: “E’ proprio vero caro Renato, Dio nostro Padre ci ama di un amore a noi incomprensibile, troppo grande, troppo perfetto per la nostra povera vita! Ricordati che questa deve essere la tua e la vostra linfa di coppia; la vostra energia di famiglia, essere coscienti che indipendentemente dalle vostre capacità forze povertà e debolezze il suo amore è più grande. Allora non perdete tempo Amatevi!”

La sua voce si è fatta più decisa, ora però non parla più continua a camminare con me lungo il sentiero, è piacevole conversare con lei; e ad un tratto riprende a parlare:
“E’ molto bello parlare con te, vorrei che continuassi a parlarmi di voi due. Dei vostri momenti belli, delle vostre gioie!”
Mi scappa subito una battuta: “Be'! se dovessi raccontare i momenti belli e gioiosi di questi quindici anni, non so quanto tempo ci metterei forse altri quindici!”

Mi fermo ed inizio a riflettere su questa domanda e come in un film degli anni trenta scorro in bianco e nero tantissimi momenti cercando di ordinarli cronologicamente,
le vacanze passate insieme in Umbria, le serate a passeggiare per Milano con i mezzi pubblici fino a notte tarda … le chiaccherate sotto casa; la prima volta che abbiamo festeggiato il mio compleanno (siamo andati con il filobus in pizzeria e Mariangela portava il gesso “TI RICORDI MARI?”) mentre al compleanno di Mariangela in Umbria abbiamo mangiato una pizza con acqua perché non avevamo soldi. La ricerca della casa e poi il colpo di fulmine che ci ha fatto subito innamorare della casa di via Gramsci! Come due bambini abbiamo raggiunto al mare i genitori per comunicargli la notizia … e poi la consegna delle chiavi di casa. Passo dopo passo abbiamo arredato la casa e abbiamo costruito la festa per il matrimonio. Gioie semplici, piccole cose! E poi le grandi gioie, la nascita di Francesca, la paura dei primi momenti, lo smarrimento di tornare a casa … … le prime pappe , il battesimo, Francesca cresceva si faceva sempre più bella riccioli d’oro occhi azzurro cielo e un sorriso cattura persone!
E poi la nascita di Stefania, nessuna paura poiché era abbastanza fresco il ricordo di Francesca; un bel trottolino che non ne voleva sapere di mangiare! Il primo giorno di inizio dell’asilo delle elementari e delle medie … … grembiulini nuovi cartelle piene di libri appena usciti dalla libreria penne matite colori e altro! Le feste di compleanno, i primi natali con i regali e il fascino della notte! I bei momenti passati con i nonni con i cugini e con gli zii! Le vacanze passate insieme al mare in montagna, scoprire insieme cose nuove! Vivere esperienze nuove! Come famiglia come sposi ed esperienze fatte da soli! -
Ad un tratto mi accorgo che il nostro dialogo continua senza parole, riesce ad ascoltare i miei pensieri, ho quasi la percezione che mi conosca da sempre.

La mia mente assorta nei ricordi e nelle descrizioni si ferma a focalizzare le facce di tutte quelle persone che abbiamo incontrato sulla nostra strada, a coloro che ora non ci sono più!
Ai genitori, alle nonne!
I pensieri ad un tratto si tingono di colori più scuri, una sorta di angoscia mi prende lo stomaco, mi viene paura al pensiero di dover affrontare altri momenti difficili.
Mi scende una lacrima, cerco di trattenermi ma è più forte di me! Sto piangendo … … …

Ora sono angosciato, la testa è confusa, il passo si fa frettoloso indeciso! Ad un tratto però mi accorgo che la persona che sta con me mi ha preso dolcemente la mano e mi accompagna, non parla più! È in silenzio mi asciuga le lacrime e con la sua delicatezza sostiene il mio passo faticoso! La tristezza lascia il passo ad una sensazione di abbandono! Non piango piu’! sono preso da una sensazione strana, non so più dove sono, la direzione che stiamo prendendo ma l’angoscia è scomparsa. Dopo un po’ di tempo il silenzio viene rotto da questa persona misteriosa che mi dice:

"Vedi Renato nei momenti tristi difficili come nei momenti felici io sono al Vostro fianco sostengo Mariangela, parlo a Francesca ascolto Stefania! Avete scelto di seguire il mio Figlio ed egli vuole che io sia con Voi!
Il pianto angosciato di Francesca per la perdita della nonna Delfina è scolpito nel mio cuore, ma anche il silenzio sordo del dolore di Stefania quando ha perso il nonno Sergio; ricorda
a Mariangela che tutte le sue paure sono le mie paure, le porto con me!
Allora cari Figli proseguite con fiducia su questa strada, ed io sarò il vostro sostegno!”

L’emozione è proprio forte, il mio viso si riempie di lacrime di gioia! E’ sera il cielo azzurro si tinge di pennellate di rosa, il sole piano piano si nasconde dietro le montagne … …
Ho una grande voglia di ritornare a casa ad abbracciare i miei cari!

giovedì 3 settembre 2009

La cima del Chaberton (3131 metri slm)


Il monte si trova sulla cresta che costituisce lo spartiacque fisico principale tra Italia e Francia; la vetta si trova in territorio orograficamente italiano, ma politicamente appartiene alla Francia per motivi storici.
La montagna domina allo stesso tempo l'italiana Val Susa e la valle francese di
Briançon. Fino al XX secolo si trovava in territorio italiano; in particolare, dopo l'unità d‘Italia, si trovava in comune di Cesana Torinese.
Nel
1947, con i Trattati di Parigi, il monte passò alla Francia; attualmente è situato nel dipartimento delle alte Alpi e sotto il comune di Nèvache.

Chaberton

Vederti da Cesana è stato un colpo di fulmine ….
Mi hai affascinato!
Rapito!
mi hai conquistato il cuore … …
Così imponente, aspra , dalle tinte fredde …
Una sensazione di timore mi ha pervaso!
ma più ti ho scrutato e più mi hai catturato …
°
Mi sono avvicinato a te
con timidezza, paura e rispetto!
ho studiato le tue viscere,
le tue pendici, le tue curve!
Ho preso coraggio,
mi sono deciso!
Per gustare il bello bisogna “osare”!
°
Sono partito molto presto
la luna ha illuminato il mio passo timoroso,
con decisione sono salito!
il rumore del torrente impetuoso mi ha accompagnato
in cielo miriadi di stelle che brillano
l’aria frizzantina ha raffreddato mani e viso.
°
Al col di Chaberton il panorama si è aperto
l’aurora ormai ha lasciato spazio all’alba
le cime intorno sono arrossate alla vista del sole.
Manca l’ultimo strappo
l’emozione è grande
la fatica non esiste
è cancellata dall’entusiasmo!
°
Mi sento fragile come un bimbo in braccio alla sua mamma
mi accorgo che ora è la cima la mia mamma
sono avvolto tra le sue braccia accoglienti amorevoli.
La vetta mi raggiunge troppo velocemente,
il mio incontro sta giungendo all’apice.
Ci sono!
Mi siedo il respiro è affaticato l’ultimo tratto ho corso … …
Rimango estasiato
in ammirazione per qualche minuto!
il tempo di bere e via giù di corsa
per riabbracciare i miei tre tesori
che si staranno svegliando!
°
Che stranezza …
mi accorgo che non sono riuscito a conquistare la vetta
ma è la montagna che ha conquistato me!
E si!
Il giorno dopo
merita replica...
Con Fabio Urium e Mauro

Renato!
(Martedì 11 agosto 2009)

martedì 1 settembre 2009

4ª Giornata per la salvaguardia del creato

Messaggio per la 4ª Giornata per la salvaguardia del creato
(1° settembre 2009)

Premessa
Il messaggio, ormai alla IV edizione, colma un vuoto che la Chiesa Italiana sta tentando rapidamente di riempire poiché la sensibilità sull’ambiente apre orizzonti nuovi su tutto il vivere umano. La globalizzazione, infatti, non risulta solo a livello economico, ma si allarga al problema delle interconnessioni tra inquinamenti, rifiuti, salute, bisogni crescenti di energia e altissimi prezzi per i generi alimentari provocando sempre più morte e malattie derivanti dalla fame e dal costo altissimo dei medicinali.
L’elenco è una catena lunghissima e si dirama al crescere della cultura e del potere, alle guerre per appropriazione di materie prime, al terrorismo, alle massime ingiustizie del depredare, al consumismo sfrenato.
I problemi sull’ambiente, oggi, stanno sensibilizzando, in modo particolare, anche la pubblica opinione. E’ la nuova strada per ritrovare alcuni valori sapienziali ed alcune solidarietà che ci costringono ad accorgerci delle responsabilità reciproche. Quest’anno il tema è sull’aria, il vento, l’atmosfera dopo quello sulla sobrietà (2008), quello sull’acqua (2007) e la responsabilità sul creato (2006): Dio pose l’uomo nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse (Gn 2,15).

Il Messaggio
“Laudato si’, mi’ Signore…per frate Vento et per
aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo
quale, a le Tue creature dài sustentamento”

È questo l’invito alla lode al Signore per il dono dell’aria, fonte di vita per tutte le creature, che San Francesco proclama nel Cantico delle Creature: lodiamo Dio Creatore per gli innumerevoli doni del suo amore, sull’esempio del Santo di Assisi, patrono d’Italia, nella ricorrenza centenaria della presentazione della Regola a papa Innocenzo III, avvenuta nel 1209.
In occasione della quarta Giornata per la salvaguardia del creato, proponiamo all’attenzione delle
comunità ecclesiali il rinnovato impegno e l’attenzione per quel bene indispensabile alla vita
di tutti che è l’aria. Riflettiamo sulla necessità di respirare aria più pulita e sul nostro contributo personale perché ciò avvenga.
Riflettiamo pure sull’eventualità che gli elementi naturali possono dar luogo a catastrofi, ma soprattutto guardiamo ad essi con il cuore colmo di lode a Dio. Riscopriamo, anzi, in essi le sue stesse orme, secondo l’indicazione dell’episodio biblico di Elia sull’Oreb: egli incontra Dio non nel vento impetuoso e gagliardo, né nel terremoto né nel fuoco, ma nel vento leggero (1Re 19,11-12).
Guardiamo alle realtà del creato con quella purezza di cuore, invocata da Gesù nelle beatitudini (cfr. Mt 5,8), che giunge a vedere i doni di Dio in ogni luogo, anche nei gigli del campo e negli uccelli dell’aria (cfr. Lc 12,22-31).
1. Lo Spirito di Dio L’aria che respiriamo è collegata con la vita. Soltanto quando respiriamo siamo in vita. Il libro della Genesi afferma: “il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (2,7). Anzi, in Dio stesso la terza Persona è lo Spirito che dà la vita. Il venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II, nell’udienza generale del 2 agosto 2000, spiegando il rapporto del Dio Trino con tutto il creato, diceva dello Spirito Santo: “Alla luce della fede cristiana, la creazione evoca in modo particolare lo Spirito Santo nel dinamismo che contraddistingue i rapporti tra le cose, all’interno del macrocosmo e del microcosmo, e che si manifesta soprattutto là dove nasce e si sviluppa la vita… Ogni forma di vita, di animazione, di amore, rinvia in ultima analisi a quello Spirito, di cui la Genesi dice che «aleggiava sulle acque» (Gen 1,2) all’alba della creazione e nel quale i cristiani, alla luce del Nuovo Testamento, riconoscono un riferimento alla Terza Persona della Santissima Trinità”. Gesù Cristo, che nella sua morte “gridò a gran voce ed emise lo spirito” (Mt 27,50) e “consegnò lo spirito” (Gv 19,30), apparve dopo la sua risurrezione ai discepoli e alitò su di loro, donando il suo Spirito in vista della remissione dei peccati e della riconciliazione con tutto il creato.
Nel giorno della Pentecoste, poi, questo Spirito venne su tutti come vento impetuoso, per trasformare i cuori, per infondere coraggio e per creare comunione e solidarietà.
San Paolo, nell’ottavo capitolo della lettera ai Romani, presenta lo Spirito divino che abita in noi e
che ci libera dalle tendenze del peccato, rendendoci figli adottivi del Padre. Nel contempo, parla del gemito della creazione per le conseguenze del peccato e dei credenti, che hanno già le primizie dello Spirito e pure gemono interiormente. Tutto il creato soffre come nelle doglie del parto in attesa di essere un giorno reso partecipe della gloria dei figli di Dio.
E lo stesso Spirito di Dio viene in aiuto alla nostra debolezza e intercede per noi con gemiti inesprimibili.

2. “Conversione ecologica” Viviamo in un mondo contrassegnato dal peccato e nel contempo già redento e avviato a un processo di trasformazione, finché un giorno, da Colui che fa nuove tutte le cose (Ap 21,5), ci sarà dato un cielo nuovo e una terra nuova (Ap 21,1). La crisi ecologica appare come un momento di questo processo: è conseguenza del peccato se la rete delle relazioni
con il creato appare lacerata e se gli effetti sul cambiamento climatico sono innegabili, se proprio
l’aria - così necessaria per la vita - è inquinata da varie emissioni, in particolare da quelle dei cosiddetti “gas serra”. Se, però, prendiamo coscienza del peccato, che nasce da un rapporto sbagliato con il creato, siamo chiamati alla “conversione ecologica”, secondo l’espressione di Giovanni Paolo II.

Il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa segnala la necessità di considerare “i rapporti tra
l’attività umana e i cambiamenti climatici che, data la loro estrema complessità, devono essere opportunamente e costantemente seguiti a livello scientifico, politico e giuridico, nazionale e internazionale.
Il clima è un bene che va protetto e richiede che, nei loro comportamenti, i consumatori e gli operatori di attività industriali sviluppino un maggior senso di responsabilità” (n. 470). Il principio di precauzione ricorda che – anche laddove la certezza scientifica non fosse completa – l’ampiezza e la gravità delle possibili conseguenze (molte delle quali si stanno già manifestando) richiedono un’azione incisiva. Una tempestiva riduzione delle emissioni di “gas serra” è, dunque, una precauzione necessaria a tutela delle generazioni future, ma anche di quei poveri della terra, che già ora patiscono gli effetti dei mutamenti climatici.
Occorre, dunque, un profondo rinnovamento del nostro modo di vivere e dell’economia, cercando di risparmiare energia con una maggiore sobrietà nei consumi, per esempio nell’uso di automezzi e nel riscaldamento degli edifici, ottimizzando l’uso dell’energia stessa – a partire dalla progettazione degli edifici stessi - e valorizzando le energie pulite e rinnovabili. Il Santo Padre Benedetto XVI ha richiamato a uno stile di vita più essenziale, come espressione di “una disciplina fatta anche di rinunce, una disciplina del riconoscimento degli altri, ai quali il creato appartiene tanto quanto a noi che più facilmente possiamo disporne; una disciplina della responsabilità nei riguardi del futuro degli altri e del nostro stesso futuro” (Incontro con il clero di
Bressanone, 6 agosto 2008).

3. Giustizia e sostenibilità
L’impegno per la tutela della stabilità climatica è questione che coinvolge l’intera famiglia umana in una responsabilità comune, che pone anche una grave questione di giustizia: a sopportarne maggiormente le conseguenze sono spesso le popolazioni a cui è meno imputabile il mutamento climatico.
Anche questo rende particolarmente importante la Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici, che si svolgerà nel mese di dicembre a Copenaghen e nella quale la comunità internazionale dovrà definire le linee di un’efficace azione di contrasto del riscaldamento del pianeta per i prossimi decenni.
Occorrerà, in particolare, una chiara disponibilità dei paesi più industrializzati – anzitutto quelli
dell’Unione Europea – all’assunzione di responsabilità, muovendo i primi passi in un cammino che non potrà comunque raggiungere i propri obiettivi senza il contributo di tutti. Neppure il peso della crisi economico-finanziaria che investe l’intera comunità internazionale può esonerare da una collaborazione lungimirante per individuare e attivare misure efficaci a garantire la stabilità climatica: è un passaggio cruciale per verificare la disponibilità della famiglia umana ad abitare la terra secondo giustizia.
In quanto credenti, siamo chiamati a un particolare impegno di custodia del creato, perché l’essere cristiani implica sempre e comunque una precisa responsabilità nei riguardi della creazione. «Il creato geme - lo percepiamo, quasi lo sentiamo - e attende persone umane che lo guardino a partire da Dio»
(Benedetto XVI, Incontro con il clero di Bressanone).
San Francesco d’Assisi, cantore della creazione, ci aiuti in questo impegno quotidiano.

Roma, 1° maggio 2009

LA COMMISSIONE EPISCOPALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO,
LA COMMISSIONE EPISCOPALE PER L’ECUMENISMO E IL DIALOGO

_____________Ave Maria___________

_____________Ave Maria___________
Questa preghiera è dedicata a ... ... ...

__SOSTEGNO DI CHI E' MALATO!__

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.

Amen.