martedì 31 maggio 2011

Visitazione della Beata Vergine Maria - Festa del Signore

Per quanto il mistero celebrato in questa festa, che risulta dall’evangelo secondo Luca (1, 36-59), sia uno dei quadri fondamentali del polittico dei vangeli dell’Infanzia di Gesù, in realtà questa festa ha trovato una memoria liturgica distinta – oltre alla celebrazione nei giorni della novena di Natale (21 dicembre) – in tempi recenti.

Venne inizialmente introdotta solo nel calendario dei Francescani che nel 1263 ne fissarono la celebrazione al 2 luglio, giorno successivo all’ottava della nascita di Giovanni Battista.

Tale data riprendeva una festa della tradizione della Chiesa di Bisanzio. Tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV la festa venne estesa al calendario universale della Chiesa latina, con l’esplicita intenzione di invocare per intercessione di Maria santissima la cessazione del Grande Scisma.

La riforma liturgica del Vaticano II l’ha collocata alla fine del mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla devozione mariana.

Nell’incontro tra Maria di Nazaret e l’anziana cugina si celebra un mirabile intreccio di misteri: - la fede della Vergine che, annunziata dall’Arcangelo Gabriele e adombrata dallo Spirito, si mette in viaggio mossa al tempo stesso dal desiderio di vedere il segno annunziato (Lc 1,36-37) e di venire in aiuto, con misericordia piena di sollecitudine, all’anziana parente; - l’incontro silenzioso tra l’antica e la nuova alleanza, nel movimento di visita del nascituro Figlio dell’Altissimo al suo Precursore: la gioia che scaturisce da questo incontro è segno della gioia messianica annunciata dai profeti; - la nascita della nuova liturgia della Chiesa, in Spirito e verità, nel canto di Maria che, con parole tratte dalle antiche preghiere del suo popolo, esalta la grandezza di Dio e giubila per la grazia di cui si sente singolarmente il grembo fecondo.

Nel canto del “magnificat” Maria è come il simbolo vivente del piccolo resto fedele del popolo amato, “serva” e punto terminale dell’attesa, umile grembo della nuova umanità.

Nella Visitazione la Chiesa riconosce così la viva immagine del proprio mistero di Comunità dei redenti, colmata dallo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste e resa per tutta l’umanità serva della gioia fatta carne in Gesù.

venerdì 27 maggio 2011

I Frutti del nostro giardino ... ...


La prima mela !




Il melo è stato piantato due estati fa ... ... ...









L'uva







Le fragole




I fichi ...






Le more




















martedì 24 maggio 2011

Maria Ausiliatrice ...

“Auxilium Christianorum”; ‘Aiuto dei Cristiani’, è il bel titolo che è stato dato alla Vergine Maria in ogni tempo e così viene invocata anche nelle litanie a Lei dedicate dette anche Lauretane perché recitate inizialmente a Loreto.

Sulle virtù, la vita, la predestinazione, la maternità, la mediazione, l’intercessione, la verginità, l’immacolato concepimento, i dolori sofferti, l’assunzione di Maria, sono stati scritti migliaia di volumi, tenuti vari Concili, proclamati dogmi di fede, al punto che è sorta un’autentica scienza teologica: la Mariologia.

E sempre è stata ribadita la presenza mediatrice e soccorritrice della Madonna per chi la invoca, a lei fummo affidati come figli da Gesù sulla Croce e a noi umanità è stata indicata come madre, nella persona di Giovanni apostolo, anch’egli ai piedi della Croce.

Ma la grande occasione dell’utilizzo ufficiale del titolo “Auxilium Christianorum” si ebbe con l’invocazione del grande papa mariano e domenicano san Pio V (1566-1572), che le affidò le armate ed i destini dell’Occidente e della Cristianità, minacciati da secoli dai turchi arrivati fino a Vienna, e che nella grande battaglia navale di Lepanto (1571) affrontarono e vinsero la flotta musulmana.

Il papa istituì per questa gloriosa e definitiva vittoria, la festa del S. Rosario, ma la riconoscente invocazione alla celeste Protettrice come “Auxilium Christianorum”, non sembra doversi attribuire direttamente al papa, come venne poi detto, ma ai reduci vittoriosi che ritornando dalla battaglia, passarono per Loreto a ringraziare la Madonna; lo stendardo della flotta invece, fu inviato nella chiesa dedicata a Maria a Gaeta dove è ancora conservato. Il grido di gioia del popolo cristiano si perpetuò in questa invocazione; il Senato veneziano fece scrivere sotto il grande quadro commemorativo della battaglia di Lepanto, nel Palazzo Ducale: “Né potenza, né armi, né condottieri ci hanno condotto alla vittoria, ma Maria del Rosario” e così a fianco agli antichi titoli di ‘Consolatrix afflictorum’ (Consolatrice degli afflitti) e ‘Refugium peccatorum’ (Rifugio dei peccatori), si aggiunse per il popolo e per la Chiesa ‘Auxilium Christianorum (Aiuto dei cristiani).

Il culto pur continuando nei secoli successivi, ebbe degli alti e bassi, finché nell’Ottocento due grandi figure della santità cattolica, per strade diverse, ravvivarono la devozione per la Madonna del Rosario con il beato Bartolo Longo a Pompei e per la Madonna Ausiliatrice con s. Giovanni Bosco a Torino.

Il grande educatore ed innovatore torinese, pose la sua opera di sacerdote e fondatore sin dall’inizio, sotto la protezione e l’aiuto di Maria Ausiliatrice, a cui si rivolgeva per ogni necessità, specie quando le cose andavano per le lunghe e s’ingarbugliavano; a Lei diceva: "E allora incominciamo a fare qualcosa?".

S. Giovanni Bosco, nato il 16 agosto 1815 presso Castelnuovo d’Asti e ordinato sacerdote nel 1841, fu il più grande devoto e propagatore del culto a Maria Ausiliatrice, la cui festa era stata istituita sotto questo titolo e posta al 24 maggio, qualche decennio prima, dal papa Pio VII il 24 maggio 1815, in ringraziamento a Maria per la sua liberazione dalla ormai quinquennale prigionia napoleonica. Il grande sacerdote, apostolo della gioventù, fece erigere in soli tre anni nel 1868, la basilica di Maria Ausiliatrice nella cittadella salesiana di Valdocco - Torino; sotto la Sua materna protezione pose gli Istituti religiosi da lui fondati e ormai sparsi in tutto il mondo: la Congregazione di S. Francesco di Sales, sacerdoti chiamati normalmente ‘Salesiani di don Bosco’; le ‘Figlie di Maria Ausiliatrice’ suore fondate con la collaborazione di s. Maria Domenica Mazzarello e per ultimi i ‘Cooperatori Salesiani’ per laici e sacerdoti che intendono vivere lo spirito di ‘Don Bosco’, come è generalmente chiamato. Le Congregazioni sono così numerose, che si vede con gratitudine la benevola protezione di Maria Ausiliatrice nella diffusione di tante opere assistenziali ed a favore della gioventù. Ormai la Madonna Ausiliatrice è divenuta la ‘Madonna di Don Bosco’ essa è inscindibile dalla grande Famiglia Salesiana, che ha dato alla Chiesa una schiera di santi, beati, venerabili e servi di Dio; tutti figli che si sono affidati all’aiuto della più dolce e potente delle madri. Interi Continenti e Nazioni hanno Maria Ausiliatrice come celeste Patrona: l’Australia cattolica dal 1844, la Cina dal 1924, l’Argentina dal 1949, la Polonia fin dai primi decenni del 1800, diffusissima e antica è la devozione nei Paesi dell’Est Europeo. Nella bella basilica torinese a Lei intitolata, dove il suo devoto figlio s. Giovanni Bosco e altre figure sante salesiane sono tumulate, vi è il bellissimo e maestoso quadro, fatto eseguire dallo stesso fondatore, che rappresenta la Madonna Ausiliatrice che con lo scettro del comando e con il Bambino in braccio, è circondata dagli Apostoli ed Evangelisti ed è sospesa su una nuvola, sullo sfondo a terra, il Santuario e l’Oratorio come appariva nel 1868, anno dell’esecuzione dell’opera del pittore Tommaso Lorenzone. Il significato dell’intero quadro è chiarissimo; come Maria era presente insieme agli apostoli a Gerusalemme durante la Pentecoste, quindi all’inizio dell’attività della Chiesa, così ancora Lei sta a protezione e guida della Chiesa nei secoli, gli apostoli rappresentano il papa ed i vescovi.

Maria è la “Madre della Chiesa”; Ausiliatrice del popolo cristiano nella sua continua lotta per la diffusione del Regno di Dio.

mercoledì 18 maggio 2011

Chi sa ospitare il dolore ...

San Francesco ha due versioni del modo di ospitare il dolore, ma tutte e due concludono nella perfetta letizia: ciò che è opposto al dolore.

Noi abbiamo sentito tante disquisizioni sul dolore e sulla gioia, ma nessuna è chiara come le pagine di San Francesco. Sappiamo, in teoria, che nessuna gioia di questo mondo è mai pura abbastanza, come sappiamo che basta un'ombra a creare il dolore; ma San Francesco ci fa tocare con mano questa realtà. Nella prima versione della prefetta letizia cancella una ad una le cose del mondo che sono ritenute valori: ricchezza, scienza, potere, grandezze di ogni genere.

Nella seconda versione cancella anche ogni valore del proprio "io", perchè entri in questo nulla il dolore, come ricchezza infinita di Dio.

E' bello vedere il contrasto tra la semplicità di Frate Leone, pecorella del Signore, che rimane ancora attonito davanti ai beni della terra e frate Francesco, che li cancella uno ad uno. Non c'è la gioia vera nell'essere imperatori, nell'essere professori, neppure nel far miracoli ...

E doc'è allora? Nel freddo, nel fango, nelle ferite ai piedi ... Ma non bastava alla perfetta letizia cancellare tutti questi valori umani, bisognava che crollassero tutti i sogni dell' "io". Se crollano i sogni dell'"io", il dolore è un ospite accetto. Quando è fatto il vuoto di tutti i beni umani, vibra l'ala della perfetta letizia. (G.Antonioli, "L'ospite più strano")




Dai “Fioretti”…
Avvenne un tempo che, san Francesco d’Assisi e frate Leone andando da Perugia a Santa Maria degli Angeli, il santo frate spiegasse al suo compagno di viaggio cosa fosse la “perfetta letizia”.
Era una giornata d’inverno e faceva molto freddo e c’era pure un forte vento tanto che procedevano camminando l’uno innanzi all’altro e, mentre frate Leone stava avanti, frate Francesco chiamandolo diceva: frate Leone, se avvenisse, a Dio piacendo, che i frati minori dovunque si rechino dessero grande esempio di santità e di laboriosità, annota e scrivi che questa non è perfetta letizia.
Andando più avanti San Francesco chiamandolo per la seconda volta gli diceva: O frate Leone, anche se un frate minore dia la vista ai ciechi, faccia raddrizzare gli storpi, scacci i demoni, dia l’udito ai sordi, fa camminare i paralitici, dia la parola ai muti, e addirittura fa resuscitare i morti di quattro giorni; scrivi che non è in queste cose che sta la perfetta letizia.
E ancora andando per un poco san Francesco grida chiamandolo: O frate Leone, se un frate minore parlasse tutte le lingue e conoscesse tutte le scritture e le scienze, e sapesse prevedere e rivelare non solo il futuro ma anche i segreti più intimi degli uomini; annota che non è qui la perfetta letizia.
E andando ancora più avanti san Francesco chiamando forte diceva: O frate Leone pecorella di Dio, anche se il frate minore parlasse la lingua degli angeli, conoscesse tutti i misteri delle stelle, tutte le virtù delle erbe, che gli fossero rivelati tutti i tesori della terra, e tutte le virtù degli uccelli, dei pesci, delle pietre, delle acque; scrivi, non è qui la perfetta letizia.
E andando più avanti dopo un po’ san Francesco chiamava il su compagno di viaggio: O frate Leone, anche se i frati minori sapessero predicare talmente bene da convertire tutti i non credenti alla fede di Cristo; scrivi non è questa la perfetta letizia.
E così andando per diversi chilometri quando, con grande ammirazione frate Leone domandò: Padre ti prego per l’amor di Dio, dimmi dov’è la perfetta letizia. E san Francesco rispose: quando saremo arrivati a Santa Maria degli Angeli e saremo bagnati per la pioggia, infreddoliti per la neve, sporchi per il fango e affamati per il lungo viaggio busseremo alla porta del convento. E il frate portinaio chiederà: chi siete voi? E noi risponderemo: siamo due dei vostri frati. E Lui non riconoscendoci, dirà che siamo due impostori, gente che ruba l’elemosina ai poveri, non ci aprirà lasciandoci fuori al freddo della neve, alla pioggia e alla fame mentre si fa notte. Allora se noi a tanta ingiustizia e crudeltà sopporteremo con pazienza ed umiltà senza parlar male del nostro confratello, anzi penseremo che egli ci conosca ma che il Signore vuole tutto questo per metterci alla prova, allora frate Leone scrivi che questa è perfetta letizia. E se noi perché afflitti, continueremo a bussare e il frate portinaio adirato uscirà e ci tratterà come dei gaglioffi importuni, vili e ladri, ci spingerà e ci sgriderà dicendoci: andate via, fatevi ospitare da altri perché qui non mangerete né vi faremo dormire. Se a tutto questo noi sopporteremo con pazienza, allegria e buon umore, allora caro frate Leone scrivi che questa è perfetta letizia.
E se noi costretti dalla fame, dal freddo e dalla notte, continuassimo a bussare piangendo e pregando per l’amore del nostro Dio il frate portinaio perché ci faccia entrare. E questi furioso per cotanta molesta insistenza si riprometterebbe di darci una sonora lezione, anzi uscendo con un grosso e nodoso bastone ci piglierebbe dal cappuccio e dopo averci fatto rotolare in mezzo alla neve, ci bastonerebbe facendoci sentire uno ad uno i singoli nodi. Se noi subiremo con pazienza ed allegria pensando alle pene del Cristo benedetto e che solo per suo amore bisogna sopportare, caro frate Leone, annota che sta in questo la perfetta letizia. Ascolta infine la conclusione, frate Leone: fra tutte le grazie dello Spirito Santo e doni che Dio concede ai suoi fedeli, c’è quella di superarsi proprio per l’amore di Dio per subire ingiustizie, disagi e dolori ma non possiamo vantarci e glorificarci per avere sopportato codeste miserie e privazioni perché questi meriti vengono da Dio. Infatti le sacre scritture dicono: cosa hai tu che non sia stato concesso da Dio? E se tu hai ricevuto una grazia da Dio perché te ne vanti come se fosse opera tua? Noi ci possiamo gloriare nella nostra croce fatta di sofferenze e privazioni. Sul Vangelo sta scritto: Io non mi voglio gloriare se non nella croce di nostro Signore Gesù Cristo

martedì 17 maggio 2011

Festa Cascina verde ... ...





Domenica 22 Maggio 2011 l'appuntamento è a Cascina Verde ...



La festa della comunità è nata nel 2006 e quest'anno è il sesto anno!!!


La Messa la pentolaccia il tiro all'educatore, la musica, salamelle e patatine il torneo di calcio ... sono alcuni ingrediente per un cocktail di sano divertimento!

La musica


SS Messa ...




Il tiro all'educatore ......



la pentolaccia ....




lunedì 16 maggio 2011

Mistagogia ...

L’ANNO DI MISTAGOGIA??!!!

“…e dopo i sacramenti inizia l’anno della mistagogia….”


Ma cosa sarebbe l’anno della mistagogia? Anzi cos’è la mistagogia e chi sono i mistagoghi?

Andiamo per ordine.

Tre anni fa è iniziato il cammino dell’iniziazione cristiana per ben 65 bambini che avrebbero terminato il loro percorso con il ricevimento dei sacramenti.
Durante questi tre anni questi bambini sono un bel po’ cresciuti!!

Inutile dire che ci siamo davvero affezionate a loro, li abbiamo conosciuti e visti non solo apprendere quelle “nozioni” che “da manuale dovevano imparare” ma soprattutto ci è piaciuto seguirli nello sperimentare quella sensazione che nella loro vita quotidiana un Amico speciale li avrebbe affiancati, che Gesù la loro vita la poteva arricchire, dargli, insomma, un “sapore” diverso.

Ma il nostro seguirli non sarebbe finito li!
Ci è stato proposto di passare insieme a loro un altro anno che avrebbe fatto un po’ da passaggio dal “catechismo” (ora si chiama iniziazione cristiana) al mondo dei grandi: dei pre-adolescenti.

E quindi eccoci qua al significato e alla scoperta di cosa fosse il famoso anno di mistagogia.

I mistagoghi erano i primi discepoli che vivendo insieme condividevano la grande avventura dell’eredità di Gesù, quindi le parole: servizio per gli altri, condivisione, preghiera… assumevano per queste persone un incredibile dimensione comunitaria.

Sostanzialmente abbiamo cercato di riproporre un po’ questo stile di vita per concretizzare i sacramenti che l’anno scorso abbiamo celebrato, per renderli quotidiani e concreti. Insieme ai ragazzi che hanno scelto i continuare il loro cammino (inutile nascondere la sottile sofferenza che proviamo dovuta al fatto che i ragazzi che continuano questa avventura non sono esattamente i 65 che hanno ricevuto i sacramenti….) ci siamo presi piccoli compiti come sistemare le sedie e ritirare i foglietti dopo la messa domenicale, ma anche impegni un po’ più grandi, come animare la novena di natale e la via crucis dei bambini al venerdì santo o la raccolta degli abiti per la Caritas cittadina. Insieme abbiamo continuato a meditare sul significato della Riconciliazione e dell’Eucarestia durante gli incontri della domenica pomeriggio (sempre seguiti da una bella merenda che non guasta mai!) e abbiamo scoperto anche che nel mondo tante persone dedicano la loro vita per aiutare popoli meno fortunati di noi.

"Che anno intenso!!!!" "Che entusiasmo in questi ragazzi che alle porte della loro adolescenza sembrano così vogliosi di fare e di inserirsi nella vita parrocchiale".


A noi non resta altro che salutarli alla fine di quest’anno anche se sicuramente ci verrà naturale “tenerli sempre d’occhio” nei prossimi anni tanto per vedere che se la cavino bene nel mondo dei grandi.


Rita, Marta, Franca e Mariangela (Le catechieste)

giovedì 12 maggio 2011

Il bambino ... ... (Benedetto XVI)

"il bambino non è di proprietà dei genitori: è affidato dal creatore alla loro responsabilità affinchè lo aiutino ad essere un libero figlio di Dio ...



Non dimenticate che è la vostra testimonianza e il vostro esempio ad incidere maggiormente sulla maturazione umana e spirituale della libertà dei vostri figli.



Pur presi dalle quotidiane attività, spesso vorticose, non tralasciate di coltivare personalmente e in famiglia la preghiera, che costituisce il segreto della perseveranza cristiana".



_____________Ave Maria___________

_____________Ave Maria___________
Questa preghiera è dedicata a ... ... ...

__SOSTEGNO DI CHI E' MALATO!__

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.

Amen.