venerdì 27 febbraio 2009


Ave Maria,
che sei ai piedi della Croce!
Tu sei sostegno della Croce!
Aiutaci!
Guidaci!
Dacci la forza il coraggio la pazienza e la serenità
per vivere ogni giorno l'esperienza della Croce.
Amen

martedì 24 febbraio 2009

La prima lettura della liturgia del rito Romano di oggi ci propone questo brano del Siracide molto chiaro immediato, è un 'anticipazione del periodo di Quaresima in cui stiamo per entrare! E' bella questa esortazione a rimanere uniti al Padre a non separarsi, questa visione "passiva" dell'accettazione delle prove. "AFFIDATI A LUI ED EGLI TI AIUTERA'"


Sir 2,1-11
Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della seduzione. Sta’ unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni.
Accetta quanto ti capita, sii paziente nelle vicende dolorose, perché con il fuoco si prova l’oro, e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Affidati a lui ed egli ti aiuterà; segui la via retta e spera in lui.
Quanti temete il Signore, aspettate la sua misericordia; non deviate per non cadere. Voi che temete il Signore, confidate in lui; il vostro salario non verrà meno. Voi che temete il Signore, sperate i suoi benefici, la felicità eterna e la misericordia. Considerate le generazioni passate e riflettete: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato? O chi lo ha invocato ed è stato da lui trascurato? Perché il Signore è clemente e misericordioso, rimette i peccati e salva al momento della tribolazione.

lunedì 23 febbraio 2009

DIAMO I NUMERI ... ...



Carnevale ambrosiano dei ragazzi 2009Sabato 28 febbraio 2009
Sfilata degli Oratori nel centro storico di Milano e nelle piazze e nelle vie delle città e dei paesi della Diocesi. E allora ... .... Diamo i numeri!!!!!!!!!!!!!
34° Carnevale ambrosiano dei ragazzi sabato grasso 28 febbraio 2008
Ormai i numeri fanno parte della nostra quotidianità:dietro ai banchi di scuola facciamo operazioni ed equazioni, sulla bilancia misuriamo il nostro peso, per la spesa contiamo i soldi, al bar giochiamo i numeri del lotto, in auto calcoliamo il percorso stradale, corriamo contro il tempo e facciamo calcoli sul futuro: a volte diamo i numeri!Volenti o nolenti i numeri ci fanno compagnia in ogni istante della giornata.
Così, inconsciamente, tutti ci prepariamo alla 50° Olimpiade della matematica (che realmente si terrà nel 2009 in Germania).Per quell'occasione si scateneranno tutte le super potenze di calcolo: anche se i numeri romani e arabi hanno già fatto pace, tra numeri reali e primi la lotta è al vertice, ma attenzione i cardinali non staranno a guardare.
Cubi e sfere si sfideranno all'ultimo solido. Il goniometro non si farà mettere all'angolo dal primo compasso che passa.
L'1 si è fatto un'operazione al naso, l'8 ha arrotondato le curve, il 5 è stufo di essere insufficiente.
Come si può immaginare tutte le squadre per allenarsi stanno facendo esercizi da mesi per giungere in cima alla piramide dei concorrenti.
Da indiscrezioni sono trapelate alcune discipline di gara: Tiro con l'arco, lancio del giavell'8, tiro alla corda (del cerchio), inseguimento a squadre, can8, ….
Nell'arco della giornata forse qualcuno troverà la retta via o forse i 3 porcellini, i fantastici 4, o i 7 nani: ma siamo sicuri che nessuna tangente è stata distribuita, anche perché su tutti vigilerà il 113.
Per il fatto che più e meno si sono accordati, non ci saranno né frazioni né divisioni, anche perché cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia.
Si è vero: tutto ha un non so che di irrazionale (numero ovviamente) ma niente paura è già allertato il 118. E per festeggiare è stato preparato un bel grafico a torta.Nell'insieme ci aspettiamo una grande Olimpiade e di sicuro non ci saranno solo 4 gatti (forse 44), non mancherà nemmeno 1.
E chissà se quel giorno qualcuno scoprirà dov'è l'albero con la radice quadrata! Nel cerchio della nostra vita (dove la Parabola ha un senso e dove a volte calcolare non serve) il carnevale è l'occasione per valorizzare l'aspetto divertente dello stare insieme con semplicità e sobrietà: diamo spazio ai numeri che abbiamo dentro tirandoli fuori ed elevandoli alla massima potenza: il risultato sarà 100 volte tanto più bello!
Sappiamo che lo stare insieme fa miracoli e la moltiplicazione di pani e pesci ne è la prova.
Ma ricordiamolo: noi non siamo semplici numeri ma a carnevale (per 1 volta) daremo i numeri!

martedì 17 febbraio 2009

E' iniziata un'altra settimana, i ritmi si stanno assestando il corso fidanzati al secondo incontro inizia ad entrare nel vivo. Finalmente dopo un mesetto di "poltrona" ho anche ripreso a correre fa ancora un po' freddo, domenica grande prestazione podistica a Lodi con Fabio Dado e Franco. Oggi riporto un detto di un Padre del deserto, era in calendario e mi è piaciuto molto

"senza la sorveglianza delle labbra è impossibile all' uomo progredire in una sola virtù; poichè la prima virtù è la sorveglianza delle labbra."

devo proprio dire che questa frase è fatta proprio per me!!!!!!!!!


venerdì 13 febbraio 2009

UN "FOLLE" DI DIO SULLA FRONTIERA DELLA CARITA'

L'agenzia di stampa Sir ha comunicato ufficialmente il prossimo avvio del processo di beatificazione di fratel Ettore.

Queste parole sono scritte da Teresa Martino; colei che ne ha preso il posto!
Fratel Ettore, senza tregua, ha offerto tutto se stesso alla causa degli emarginati.Difficile contare le sue notti insonni, trascorse alla guida di un pulmino traballante, lungo le vie meno frequentate di Milano. Andava alla ricerca dei suoi poveri, di chi non aveva né tetto né cibo. “Hai fame? Hai bisogno di un vestito? Vuoi venire con me?”.
Quando c’era da soccorrere, intervenire, dare sollievo alle sofferenze, non si fermava davanti a nulla. Senza clamori, in anni di rinunce e sofferenze, ha saputo provvedere tempestivamente ad alcune tra le urgenze più drammatiche di Milano. Per primo ha accolto i barboni che languivano sui binari della Stazione centrale. Per primo ha deciso, già alla fine degli anni settanta, di aprire le porte dei suoi Rifugi agli immigrati, offrendo conforto materiale e parole di speranza. Ha istituito uno dei primi centri privati per accogliere gli ammalati di Aids, alla fine degli anni Ottanta, mentre l’assistenza pubblica sembrava disarmata di fronte all’incalzare della tragedia. Il suo centro in uno dei padiglioni del “Paolo Pini” ad Affori, è stato a lungo l’unica alternativa alle poche strutture pubbliche esistenti. Con lo stesso slancio inesausto ha pensato ai tossicodipendenti, ai malati mentali, agli anziani lungo degenti e senza assistenza. Ecco perchè Milano è grata a questo uomo di Dio che ha fatto proprio, rinnovandolo e adeguandolo alle nuove emergenze, il carisma del fondatore dell’ordine a cui apparteneva, San Camillo De Lellis, l’apostolo dei malati. Con la forza della sua misericordia Fratel Ettore ha sferzato la fraternità tascabile, gli animi tiepidi, la solidarietà minimalista. Ha mostrato che lo scandalo dell’amore evangelico, totale e senza condizioni, è il filo tenace che lega gli uomini al mistero. Il primo miracolo di Fratel Ettore è il Rifugio di via Sammartini: eccolo in un ricordo del sindaco Albertini: “I milanesi seppero che il frate camilliano voleva aprire un rifugio per gli emarginati sotto il cavalcavia ferroviario della Stazione Centrale in via Ferrante Aporti, e pensarono che posto più squallido non poteva trovarlo, ma proprio la campata sotterranea del ponte è diventata la cattedrale di Fratel Ettore. Proprio lì, nel 1987 partecipai in incognito alla Messa celebrata davanti a credenti e non credenti di tutte le razze accomunati dalla miseria e dalla disperazione. L’altare era il tavolo della mensa e le panche i cartoni sistemati per terra. Come pulpito Fratel Ettore salì su una sedia e rivolto a quella platea di fedeli disse loro di pregare tutti assieme per le intenzioni di una persona che in quel momento era in mezzo a loro, anonima come loro, ma che ricopriva alte responsabilità è per la città di Milano. Fu un momento di forte intensità spirituale il cui ricordo ancora oggi mi pervade lasciandomi intuire il misticismo di questo religioso”.
Al Rifugio di via Sammartini offriva a tutti un pasto e un letto. Poi prima di spegnere la luce, prendeva la corona del Rosario, si inginocchiava e cominciava a pregare: “Ringraziamo Maria che anche oggi è stata generosa con noi. Chi vuole ripeta le mie parole”. Nessuno si rifiutava. Anche chi da tempo aveva smarrito la fede, anche chi non era cristiano. Fratel Ettore con il sorriso dolce e gli occhi luccicanti, non conosceva le sottigliezze teologiche del dialogo interreligioso. Ai musulmani, che sempre più numerosi affollavano i suoi centri in questi ultimi anni, diceva: “Pregate come siete capaci, Dio sa leggere nei cuori”. E lui intonava il Salve Regina, senza iattanze né obiettivi di proselitismo, ma perchè convinto che il manto materno della Vergine fosse per tutti un aiuto formidabile. Fratel Ettore era ciò che nel monachesimo viene indicato come guida, che è molto più di un maestro, come spiega bene André Louf, abate di Mont-des-Cats in un suo libro. L’intera vita di Fratel Ettore era ciò che sapeva o poteva dire, ma in forza di ciò che era. Solo dall’amore scaturisce la vita perchè l’amore è interamente immagine di Dio e del figlio suo, di cui la guida tende ad essere l’icona.
Il messaggio di vita s’irradiava da lui in qualità del suo essere e quasi inconsapevolmente. Sul volto di questo uomo santo e attraverso il suo modo di agire abbiamo percepito l’amore di Dio nelle sue sfaccettature di tenerezza e di fermezza. Era molto forte in Ettore la paternità. Quando è morto sulla sua bara una mano sapiente e è perspicace ha voluto scrivere: “Padre dei poveri” e il cardinale Tettamanzi, nella sua omelia, riprenderà quell’appellativo spiegando che la Bibbia lo riferisce solo a Dio, il Pater Pauperum per eccellenza. Ma, continua il Cardinale, Fratel Ettore è stato, con tutta la sua carica di umanità e per un dono grande di Dio e del suo amore, una trasparenza particolarmente luminosa, credibile ed efficace di questa paternità. Padre Fausto Beretta, missionario comboniano in Brasile, racconta in una testimonianza: “Il primo ricordo con Fratel Ettore risale al 1947, quando nell’Auditorium del “Cenacolo di Milano”, era di autunno, ci comunicò la sua scelta di viver con gli ultimi alla Stazione Centrale. Era una sfida a seguirlo, ad andare con lui. L’abbiamo accettata, ma quante volte di sabato pomeriggio andando a Milano ci chiedevamo: ma perchè ci andiamo? Per vedere chi? Se poi, probabilmente, Fratel Ettore sarà tutto indaffarato e non ci darà attenzione o ci farà fare cose assurde? Sì, perchè davvero diceva e faceva cose che nessuno di noi aveva il coraggio di fare, ma la sua testimonianza ci ha sedotto e dato coraggio. Ricordo i rosari al “Rifugio”, prima e dopo cena, i digiuni e le penitenze imposte ai poveri barboni che avevano abusato nel bere, o quelle minestre troppo saporite, annacquate all’ultima ora a mortificare la gola. Fratel Ettore si spingeva sempre avanti, oltre il buon senso, con la forza e la chiarezza dei profeti. Erano proposte sempre nuove e quasi assurde, ma che venivano dal suo cuore, dal suo amore per Maria e per chi viveva al margine della società: per il barbone, l’alcolizzato, la prostituta, la vecchia abbandonata, il terzomondiale, il fallito nella vita. Il Rifugio di via Sammartini divenne per molti la scuola del Vangelo, il luogo di verifica della nostra preghiera, il luogo della scoperta del volto di Gesù di Nazareth nel povero e la fonte di molte vocazioni missionarie, e non solo. Là, in via Sammartini, molti giovani, ragazzi e ragazze, hanno deciso di lasciare tutto per seguire il Signore, scegliendo la vita religiosa contemplativa o attiva”.
Devotissimo a Maria, angosciato quando rubarono la statua davanti al dormitorio di via Sammartini, si mise a girare per Milano su una scassatissima automobile con la sacra immagine legata sul tettuccio, mentre da un megafono usciva la sua voce che recitava il rosario. Come quell’altra volta, ricorda il sindaco di Seveso, Tino Galbiati, che Fratel Ettore, arrabbiato perchè non gli venivano concessi i permessi per ampliare il centro, girò per due giorni le strade del paese con l’auto con sopra la Madonna, finchè i permessi non giunsero. Allo scoppio della guerra nei Balcani portò la sua Mamma Celeste in piazza Duomo, la pose sui gradini, si inginocchiò e cominciò a sgranare la corona, fra lo stupore della folla, per chiedere la fine della guerra.Al Gay Pride si mescolò alle lesbiche e agli omosessuali chiedendo a Maria di intercedere per loro e, dopo aver pregato brandendo la statua della Vergine e ponendosi di fronte al corteo, come il ragazzo di Tienan-Men davanti al carro armato, gridava “Convertitevi!”. Ai più queste scene apparivano patetiche. Perchè Fratel Ettore era sorretto dalla fede ma soprattutto da una ingenuità beata e testarda, tipica dei santi. Lo dimostrò anche nell’ottobre del 1989 quando il Coro della Scala partì per una tournee in Unione Sovietica. Ai coristi diede centinaia di Bibbie, perchè le nascondessero nelle valigie e le distribuissero a Mosca e Leningrado. A uno di loro, il Frate che credeva nella Provvidenza, consegnò un regalo per Gorbaciov, un’icona di San Michele, con la raccomandazione:”Portalo al fratello Michele per il suo onomastico e digli che prego per lui”. Il corista obbedì. Il vice ministro che prese in consegna il donò ringraziò...a solo due settimane dal crollo del Muro di Berlino e dal disfacimento dell’Unione Sovietica. Non c’era ricorrenza significativa che non lo vedesse raggiungere piazza Duomo con i suoi mezzi alternativi ed il suo seguito di umanità sofferente, megafono alla mano per il rosario e due volontari a distribuire immaginette della Vergine Maria. Era, la sua, un’autentica evangelizzazione di strada, tanto più dirompente e scandalosa perchè giungeva a sorprendere la fretta un poco indifferente della metropoli. Ben presto Fratel Ettore stesso, diventa meta di pellegrinaggi altrui, da madre Teresa All’Abbé Pierre. Lui non si ferma, va in visita al Papa, torna in stazione, va fra i terremotati; durante la guerra nell’ex-Iugoslavia, a metà anni Novanta, aiuterà con più di duecento viaggi di Tir carichi di aiuti umanitari e i Savoia si terranno obbligati a fargli visita per ringraziarlo. Controcorrente sempre, capace di sorprendere e di disorientare con quella forza segreta che gli veniva da lunghe ore trascorse immerso in preghiera. Quando un sacerdote camillliano in partenza per l’America Latina gli chiese una statuetta della Madonna da portare in missione, Fratel Ettore andò ad acquistarne una da un amico scultore, alta quasi due metri, pesantissima, in marmo bianco, magnificamente scolpita. Costo, cinque milioni di vecchie lire. E quasi altrettanto occorreva spendere per imballarla e spedirla oltre Oceano.
Quando l’economo di Casa Betania a Seveso -il quartiere generale delle sue opere di misericordia- fu informato della spesa, assalì Fratel Ettore con parole di fuoco: “Ma come, dobbiamo pagare un conto di cento milioni, tra pochi giorni per i lavori qui alla casa e tu vai a spenderne altri dieci per una statua”. Ma lui non si fece intimorire:”E’ una missione che sta muovendo i primi passi. Hanno il diritto di avere una bella immagine di Maria”. Quella sera stessa una signora mai vista prima bussò alla porta e consegnò un assegno di alcune centinaia di milioni, sufficiente per la statua, per pagare i lavori e per altre spese ancora. La casa di Bogotà, la sua missione in Colombia, l’ha pagata Luis Gabriel. Naturalmente quella casa Fratel Ettore l’aveva fermata con il conto in banca sotto zero. Un giorno andando a messa con i suoi poveri, incontra per strada un uomo appoggiato al muro che tiene sul viso uno straccio, (quell’uomo si chiamava Luis-Gabriel, ha fatto una morte santa). Pensandolo ubriaco lo invita a bere un tinto, così si chiama il caffè a Bogotà. Quando il povero si stacca dal muro per seguirlo e toglie lo straccio dal viso, Fratel Ettore non trattiene un urlo...Luis ha solo mezza faccia, il resto gliel’ha mangiata il cancro. Lo convince a seguirlo in un ospedale da dove viene cacciato insieme al povero:”E’ uno di strada, non lo vogliamo. E poi che serve curarlo? Ha poco da vivere”. Come una mamma se lo porta a casa e sembra non sentire il fetore che emana quel povero viso devastato. Lo netta del pus, stacca brandelli di pelle marcia, lo fascia con amore e gli dà un bacio. Il giorno dopo dall’Italia gli comunicano che un benefattore ha donato 90 milioni. Il costo della casa.
Non era uno che “chiedeva” Fratel Ettore. Soldi meno che mai. La Provvidenza (scrivi “Provvidenza” sempre con la maiuscola, diceva, perchè significa Dio!), ci pensava da sola: si chiama “Rotary” o con qualunque altro nome. No, era lui, Fratel Ettore, ad andare incontro alle altrui necessità. Era lui a fare offerte al Papa, accompagnandole con un bigliettino pieno di candore: “Dai poveri per i più poveri del Papa”; oppure offerte per le missioni del suo Ordine Camilliano; o aiuti di tutti i generi ad altre Comunità religiose.
Se vi erano richieste, le sue erano di tutt’altra natura. Come quando fece irruzione ad un convegno sulla solidarietà milanese, pieno di nomi importanti, portandosi dietro un centinaio di ucraine: “Se volete davvero fare qualcosa di utile – gridò – ciascuno di voi ne assuma una come colf. Adesso!”.Era un grand’uomo che ha stupito Milano con la sua semplicità, umiltà e determinazione. Era uno che apriva strade impensabili ad altri e le percorreva tutte, fino in fondo, con passione, Aveva una fiducia cieca nella Provvidenza.
“L’altro giorno” ha raccontato una volta “eravamo senza pane. Stavo uscendo per andarlo a cercare quando ne è arrivato un camion pieno”.
“E chi te lo ha mandato?” “Non lo so. Secondo me Maria Vergine”.

giovedì 12 febbraio 2009

DECALOGO DELLA FIDUCIA

Sabato in preparazione di questo periodo di preghiera digiuno e penitenza ho incontrato don Alfredo mi ha dato questo bel decalogo:



1. NON DEVI AVER PAURA DI NIENTE:
nè del passato, nè del presente, nè del futuro, nè del lavoro, nè dei problemi spirituali e materiali tuoi e degli altri, perchè Dio è sempre con te per aiutarti, sostenerti, proteggerti e difenderti. "Chiunque spera in lui non resterà confuso" (Sir. 32,34)

2. NON DEVI SCORAGGIARTI MAI.
lo scoraggiamento non è del cristiano. Chi si scoraggia tradisce la fiducia in Dio, rompendo il rapporto con lui che ti invita a "rialzare le mani cadenti " (Eb 12,12)

3. NON DEVI INGRANDIRE I TUOI PROBLEMI.
perchè questi sono tutti nelle mani di Gesù, che li adatta alle tue forze, li guida, li porta avanti e dà la forza per risolverli.

4. NON TI DEVE TURBARE LA TUA POVERTA' SPIRITUALE.
ricorda che Gesù è "ricco di misericordia" (Ef 2,4). Sei peccatore? e chi non lo è? Gesù fa festa col peccatore pentito, ridona con gioia il suo amore e ti assicura il suo paterno abbraccio.

5. DEVI ESSERE PORTATORE DI PACE, OVUNQUE E CON TUTTI.
"Dove c'è odio porta l'amore", dice san Francesco. Perdona, condividi, accogli, sappi adattarti, vedi Gesù nei fratelli, tratta i fratelli, come Gesù stesso nel fratello povero, sofferente, solo e abbandonato.

6. SEMINA FIDUCIA.
Sii il "fazzoletto" delle lacrime! Condividi, ama e dona con gioia!

7. NON CADERE MAI NELLA TRISTEZZA.
Ricorda: nella tribolazione, nella lotta, Gesù è in te, combatte e vince in te. Questo il motivo e la sorgente della vera gioia.

8. FERMATI, RITORNA.
non correre all'impazzata, fa memoria del primo incontro con Gesù che ti dice: "Non sono le cose che fai quelle che cerco, io cerco te!"

9. NULLA TI TURBI.
Nulla ti spaventi! tutto passa, Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio non manca di nulla, Dio solo basta!" (santa Teresa d'Avila)

10. SEMPLIFICA, ARRICCHISCI E RENDI PREZIOSO IL TUO RAPPORTO CON DIO
Il tuo non deve essere un rapporto burocratico, superficiale magari anche nella preghiera, ma cuore a cuore. Il tuo sia un rapporto intimo, fiducioso, come del figlio con il suo papà, un rapporto di amore che non tramonta mai.
Don Dino Foglio

martedì 10 febbraio 2009

Eluana ieri sera si è spenta!


L'Eterno riposo
doni a Lei,
o Signore,
e splenda a lei
la luce perpetua.
Riposi in Pace.


amen

lunedì 9 febbraio 2009

RICOMINCIARE DA DIO

Buona settimana a tutti.
Oggi la liturgia del rito Romano, inizia la lettura del Libro della Genesi!
In principio Dio creò il cielo e la terra ... ... ...
E' interessante accogliere questa grande verità, e cioè che prima di tutto Dio! Allora la liturgia è qui a ricordarci che il nostro atteggiamento di vita quotidiana è scandito dalla consapevolezza che ogni istante è un ricominciare! E' ripartire da Dio amore che ci ha creato.
E' un miracolo poter aprire gli occhi ogni mattina! vivere con l'intensità di un continuo ri-iniziare ... ...
Ricominciare è vita! è freschezza, non è disperazione rassegnazione noia ripetitività!
Allora con questa determinazione affrontiamo questo nuovo giorno che il Signore ci dona con nuovo slancio e una rinnovata speranza!

giovedì 5 febbraio 2009

AUGURI FRANCI!!!!!!!!!!!!!!

Stefania, Mamma e papà ti augurano tanta felicità!!!!!!!!!!!

mercoledì 4 febbraio 2009

Tante emozioni e tanti sentimenti suscita la vicenda di Lecco! Mi colpisce soprattutto il polverone mediatico e la polemica politica, sterile! inutile! che provoca ulteriore confusione! forse dietro a questa vicenda non ci accorgiamo che giocano idee e obiettivi che non sono poi così campati in aria! Mi stupisce qualche atteggiamento di silenzio del mondo cattolico, silenzio non motivato! spero non legato alla paura di entrare nel vortice della polemica politica, oppure in contrasto con la linea del gruppo di appartenenza!
Sono in linea con i Vescovi Italiani, cosa può fare un cristiano come me se non pregare in silenzio, scrollarsi da dosso eventuali sentimenti passionali e atteggiamenti emotivi di astio! Non è intenzione della Chiesa giudicare nessuno soprattutto la famiglia (e ci chiede di pregare per loro), ma con estrema chiarezza, decisione e fermezza afferma che questo è uccidere una persona!
Nel capitolo v della lettera a Diogneto nel descrivere chi è il Cristiano riporto queste righe:
"Sono uomini che non agiscono seguendo il proprio interesse e il proprio egoismo. Dimorano sulla terra ma sono cittadini del cielo.
Obbediscono alle leggi dello stato ma con la loro vita vanno oltre la legge. Amano tutti e da tutti sono perseguitati: non sono compresi ed apprezzati e tutti li condannano... I cristiani abitano nel mondo ma non sono del mondo ..."
E' facile con un atteggiamento di quasi distacco pensare che questa vicenda non ci appartiente, appartiene ad un mondo che non è nostro! un mondo che è contro la vita, contro l'uomo, ma quante volte nella mia vita, con le mie scelte sono contro la vita sono contro l'uomo?
Allora con un atteggiamento di umiltà
mi metto di fronte a te o Gesù,
che sei venuto nel mondo per guarire le nostre malattie,
per vincere la morte e assicurarci la vita eterna!
Ti chiedo perdono!
Affido a Maria
la vita di Eluana
le nostre pene
le nostre sofferenze;
ti chiedo
che questo gesto di morte
sia fertile miracolo di vita
per l'umanità
Amen
Riporto la lettere amorevole e paterna scritta dal nostro Vescovo alle Suore che in questi anni l'hanno accudita,
Lettera alle Suore Misericordine di Lecco

Carissime Suore Misericordine,

Eluana non è più nella vostra casa “Beato Luigi Talamoni” di Lecco. Dopo 15 anni di cure premurose che le avete prestato con amore evangelico, all’insegna della gratuità, nel rispetto dei sentimenti della famiglia, la decisione del signor Englaro di trasferirla altrove, per porre fine alla sua vita, crea in voi sofferenza, smarrimento, angoscia.
Sofferenza, perché vi distaccate da una giovane donna,Eluana , per voi molto cara, verso la quale è nato un rapporto ancor più forte della già significativa relazione che intrattenete con ogni vostro paziente. Questi anni di attenzioni incessanti e quotidiane hanno reso Eluana parte anche della vostra famiglia, oltre che di quella dei suoi genitori, che regolarmente la visitavano. Questa sofferenza è la misura dell’amore autentico che provate per Eluana e che ogni giorno offrite a chi è ospite della vostra casa.
Smarrimento, perché davanti al suo letto vuoto sembra che tutti i vostri sforzi, le vostre attese, le vostre preghiere siano state inutili. L’amore non è mai sprecato, questa vostra dedizione è e rimarrà fecondo segno di provocazione per chi sta esercitando uno strumentale “accanimento mediatico”, di chi ha trasformato questa persona in un “caso” per finalità estranee al bene di Eluana, a volte addirittura manipolando la realtà.
Angoscia, perchè vi attendono giorni nei quali dovrete assistere – impotenti – all’agonia di una persona che amate. Sostenendovi nella preghiera invoco con voi e per voi il Signore perché non venga meno la vostra speranza e affinché siano percorse tutte le vie, degli uomini e di Dio, per salvare la vita di Eluana.
Sofferenza, smarrimento, angoscia, speranza e preghiera che sono anche in me. Sia perché partecipo al vostro dolore sia perché più volte – visitando i degenti della clinica “Beato Luigi Talamoni” – ho potuto incontrare Eluana e constatare di persona come le sue condizioni fisiche generali fossero buone e come vivesse senza l’ausilio di alcun macchinario. In quelle occasioni mi sono chiesto il perché della vostra generosa dedizione: affetto, pietà cristiana o anche profonda solidarietà umana motivata dal rispetto dovuto a ogni persona, soprattutto se fragile e debole?
Vorrei che il clamore attorno ad Eluana cessasse e si aprisse lo spazio della preghiera, della riflessione.
E’ necessario anzitutto un rispetto sincero per le persone coinvolte, un rispetto autentico perché inscindibilmente connesso con quello per i valori e le esigenze che derivano dalla dignità personale di ogni essere umano. Lo si deve anche alle altre situazioni di gravi fragilità che vedono coinvolte molte famiglie, che testimoniano silenziosamente dedizione, generosità, amore.
Occorre quindi stare dalla parte della vita in ogni stadio di sviluppo e in ogni condizione di esistenza. Occorre stare dalla parte degli ultimi, i più fragili e incapaci di farsi valere nei loro diritti: i diritti dei deboli non possono né devono essere “diritti deboli” e, dall’altra parte, i pur comprensibili desideri ed emozioni non possono pretendere di diventare diritti. Occorre ricordare, infine – e la Chiesa sente la necessità di richiamarlo con forza – che, al di là e al di sopra della legge positiva degli uomini, sta la legge che Dio ha indelebilmente stampato nel cuore di ogni uomo e donna: legge che sola può assicurare l’ordinata e pacifica convivenza sociale.
Care Suore, so che queste non sono per voi affermazioni di principio, ma verità che sostengono il vostro concreto agire per gli ultimi. Di questo esempio vi sono grato, assicurandovi la mia vicinanza nell’affetto e nella preghiera, insieme a tutta la Chiesa ambrosiana.

+ Dionigi card. Tettamanzi
Arcivescovo di Milano

Milano, 3 febbraio 2009

martedì 3 febbraio 2009

Blitz del padre nella notteEluana trasferita a Udine

Eluana Englaro è giunta all'alba alla casa di cura "La Quiete" di Udine. Lo ha riferito oggi un dipendente della struttura sanitaria precisando che l'ambulanza che trasportava la donna è arrivata qualche minuto prima delle 6 del mattino ed è entrata da un ingresso secondario ma senza fornire altri dettagli.Il sindaco di Udine si era impegnato ad ospitare la donna per procedere poi alla sospensione dell'alimentazione forzata. Nella notte, Eluana ha lasciato la casa di cura "Beato Luigi Talamoni" gestista delle suore Misericordine di Lecco, dove era ricoverata da alcuni anni. Appena appresa la notizia le diverse associazioni che hanno da sempre difeso il diritto alla vita di Eluana si sono date appuntamento davanti alla clinica per una manifestazioni di solidarietà.A Udine Eluana era sola con il medico. Il padre Beppino si è fermato a Bergamo. Il protocollo per farla morire ora prevede il prosieguo dell'alimentazione forzata per tre giorni, poi l'avvio della procedura di distacco del sondino attraverso il quale la ragazza viene alimentata. Eluana in queste condizioni potrebbe sopravvivere per più di due settimane. (AVVENIRE)

lunedì 2 febbraio 2009

CANTICO di SIMEONE Lc 2,29-32
Cristo, luce delle genti e gloria di Israele!

Ora lascia, o Signore, che il tuo servo *
vada in pace secondo la tua parola;

perché i miei occhi han visto la tua salvezza *
preparata da te davanti a tutti i popoli,

luce per illuminare le genti *
e gloria del tuo popolo Israele.

Gloria al Padre e al Figlioe allo Spirito Santo. *
Come era nel principio, e ora e sempre,nei secoli dei secoli.
Amen.

_____________Ave Maria___________

_____________Ave Maria___________
Questa preghiera è dedicata a ... ... ...

__SOSTEGNO DI CHI E' MALATO!__

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.

Amen.