mercoledì 29 luglio 2009

Tu ed io ... ...

Era un sogno
tu ed io … …
soli con noi stessi
errando per monti!


siamo partiti … …


Un pesante fardello ci ha accompagnato
l’occorrente per vivere … …
I nostri affetti, i nostri cari
con un po’ di malinconia!
Tu ed io … …

Pensieri sorrisi gioie sofferenze
ci hanno seguito lungo il cammino
tu ed io … …
noi immersi nel creato
immagine del creatore
noi così piccoli unici
pensati voluti e amati da Te
ancor prima che queste cime esistessero!

Tu ed io … …
insieme abbiamo faticato
insieme ci siamo abbattuti, persi …
E insieme ci siamo ritrovati!
Insieme abbiamo gioito
insieme abbiamo avuto paura …
E insieme ci siamo fatti coraggi!


Di fronte al pericolo
abbiamo in silenzio pregato
nel segreto del nostro cuore
tu per me
ed io per te … …



Quanta strada abbiamo percorso!
insieme abbiamo raggiunto la meta …
la gioia la stanchezza ci ha fatto piangere!
Quanti dolori e quante piccole ferite … …
Ma pieni di una grande soddisfazione:
aver condiviso insieme
due meravigliose giornate …
avvolti dentro un ambiente
così imponente, misterioso, aspro, duro



Noi … …
uniti da un amore
che cerca umilmente di fare spazio a Te o Padre
che cerca come l’aquila
di prendere il volo per unirsi a Te.









(Mari&Reni 26/07/2009)

martedì 28 luglio 2009

auguri Stefi ... ...

Dieci anni fa sei giunta tra noi ... ... ...





Auguri!!!!!!!!!!!!!




A te Stefania un augurio lieto ...

dieci anni son passati

cresci cresci ma sei sempre "la piccolina"

Sei un trattorino in montagna

al mare un pesciolino ... ...

sei il nostro grande tesorino ... ...

Franci mamma papà

Maschera di bellezza alla banana

BELLEZZA FAI DA TE.
La natura è una preziosa alleata di bellezza e offre rimedi efficaci per tanti piccoli e grandi problemi di bellezza. Oggi parliamo della Maschera di bellezza alla banana ... ...

Materiale occorrente:

2 Banane mature
2 Cucchiaini di yogurt naturale
2 Cucchiaini di miele (acacia, millefiori)


Come fare:
Frullare gli elementi, applicare il composto sulla pelle e lasciare agire per circa mezz'ora, sciacquare poi con acqua tiepida. Ideale per pelli secche e normali!


Perchè una maschera di bellezza funzioni:

1) Viso super pulito - usa il detergente.

2) Posa in relax - può aiutare la musica.

3) Metti uno strato spesso di crema.

4) Vietato applicare la maschera sulla bocca.

5) Proteggi le palpebre con bustine di tè usate e fredde.


Stefania di seguito ci mostra il procedimento ... ... ... buon lavoro e buona merenda


Ps.: Gli avanzi della maschera sono un ottima crema per merenda.












venerdì 24 luglio 2009

Abbiamo incontrato un angelo … … …




E’ mercoledì 22 luglio sono le nove del mattino e il cielo si sta chiudendo: le nuvole che dall’alto dei 2500 del rifugio Pedrotti si vedevano a valle stanno piano piano risalendo, si stanno impossessando di queste torri, di questi imponenti colossi che inesorabilmente si stanno sgretolando!


Massi, rocce, sassi e terriccio che giorno dopo giorno la neve e l’acqua portano a valle … … … un gigante che lentissimamente si sta muovendo!

E’ la seconda giornata di cammino ed ormai stiamo scendendo da quasi due ore, raggiungiamo il rifugio dell’Altissimo a quota 1400! L’atmosfera non è certamente quella più serena e rilassata del giorno prima, colpa soprattutto della stanchezza, del percorso mai fatto prima, molto più lungo di quello del giorno precedente, e soprattutto dello stress di dover raggiungere il Passo Grostè entro le 17.00 orario di chiusura della funivia!

Dopo un caffè, zaino in spalla si riparte, bisogna raggiungere il passo Clamer a 2164 per scendere alla malga Spora a 1815 metri.
Al rifugio chiedo qualche informazione sul sentiero. Il gestore mi avvisa che per via delle grandi nevicate di quest’inverno e dei forti temporali dei giorni precedenti ci sono state delle frane e a volte il segno che indica il sentiero si perde, le poche informazioni non sono ne chiare ne dettagliate; oltretutto non sappiamo se al passo troveremo ancora neve!
Insomma la situazione sembra un po’ poco rassicurante, siamo tesi e anche se cerchiamo di evitare di esprimere questi sentimenti, ce li trasmettiamo a vicenda!
Affrontiamo il sentiero che sale a fianco di un letto di torrente ora asciutto ma che ha scaricato le nevi accumulate in tutto l’inverno! Le nuvole che salgono dalla valle stanno chiudendo la visuale, non sono certo minacciose, ma non ci lasciano granché della vista panoramica! Intanto il sentiero sale ripido tra sassi ed erbusti , il passo è comunque costante, siamo concentrati, bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi! Ad un certo punto mentre mi giro per incontrare con lo sguardo Mariangela vedo in lontananza una persona che sta salendo per lo stesso sentiero. In un attimo l’umore cambia, non siamo soli a salire c’è qualcun altro con cui affrontare questa difficoltà! Ora il sentiero si perde su di una sassaia appena franata, molto ripida, il passo rallenta e con l’aiuto dei bastoncini si cerca il punto dove appoggiare il piede per non scivolare e l’ orma di precedenti persone passate! Riusciamo a passare questo punto difficoltoso lungo circa trecento metri e intanto quell’uomo ci ha raggiunto!
E’ un signore molto distinto sui cinquant’anni, scambiamo qualche parola, anche lui fortunatamente deve arrivare alla malga Spora, ci avvisa che il percorso è molto duro e impegnativo sono circa 800 metri di dislivello.
Ad un certo punto rischiamo addirittura di non trovare più il sentiero perché il segnale era stato cancellato dalle rocce molto probabilmente dall’acqua che con la sua forza si porta via tutto!
“Stiamo rallentando troppo la salita e se il percorso è tutto così non so se riusciremo ad arrivare”: quando si è stanchi è facile farsi prendere da brutti pensieri e cadere nello sconforto!
Ma avviene una cosa stranissima che si ripeterà altre volte fino al passo … … … vediamo in lontanza quell’uomo che con un cenno ci avvisa di aver ritrovato il segno del nostro sentiero, ci aspetta, lo raggiungiamo, lo ringrazio e ripartiamo, lui sempre molto discreto scambia solo qualche parola!
Ora il sentiero, passato il letto del torrente, si inerpica lungo la costa della montagna, molto ripida ed esposta con piante e radici che ci aiutano nella salita. In pratica quasi ci arrampichiamo!
Ad ogni tratto che saliamo come un faro che indica il percorso c’è lui. “Che strano!” “perché ci aspetta?“ mi domando, “Forse ci ha visto in difficoltà, forse preferisce salire in compagnia anche se non sembra un chiacchierone, difatti non scambia alcuna parola con noi se non per rispondere a qualche mie domanda ”
Sono però sempre più convinto che se non ci fosse stato lui … … Raggiungiamo un pianoro molto verde, riusciamo a riprendere il fiato, poiché il sentiero ora è molto più dolce. Riesco a scambiare ancora qualche parola ci dice di essere in vacanza ad Andalo, è partito da Molveno e passando per la malga Spora ritorna a Andalo. Ha una bella macchina fotografica al collo, deve essere sicuramente un appassionato di fotografia ma peccato che non è certo la giornata giusta per scattare!
Siamo nell’ultimo tratto dal passo, Mariangela è stanca e alla vista del nevaio si deprime ancora di più! Tiriamo fuori velocemente i ramponcini e ripartiamo su questa lingua di neve che ripida risale verso il passo. Il nostro compagno di viaggio però lo vediamo perdersi tra la nebbia lungo il nevaio.
La salita è lenta, cerchiamo di stare vicini alle rocce ma perdiamo la traccia del sentiero che invece di proseguire sul nevaio si inerpica sulle rocce, ma noi non ce ne accorgiamo e continuiamo sul nevaio fino ad arrivare ad una parete rocciosa alta una ventina di metri che ci impedisce di raggiungere il passo! “Che facciamo?” Le nuvole coprono completamente la visuale e noi non sappiamo da che parte salire … i segni del nostro sentiero non ci sono più!
Siamo stanchi, afflitti, quasi disperati abbiamo completamente perso la concentrazione, siamo bloccati … … cerchiamo di salire a fianco per una ripida cresta erbosa … … Mariangela nello scivolare si scortica una gamba!
Ad un certo punto una folata di vento più forte spazza momentaneamente via le nubi e scorgiamo sul passo il nostro “Angelo” ! E’ li sù che da un po’ di tempo ci sta aspettando, si è accorto che siamo in un punto dove non saremmo riusciti mai a salire. Ritorna sui suoi passi, ridiscende il sentiero che aveva appena fatto e ci indica il punto dove farci risalire!
Lo raggiungiamo , lo ringrazio e lui con quello strano sorriso molto discreto annuisce! Siamo finalmente al passo, si apre la vista sulla valle della malga! È molto bello peccato che le nuvole ci hanno privato della vista del panorama fino a qua! Nella discesa scopro che arriva da Brescia, gli chiedo ancora qualche informazioni sul prossimo tratto che dobbiamo affrontare, ci rassicura che il peggio è passato! Arriviamo finalmente alla Malga Spora! Il tempo di togliere un attimo lo zaino e il nostro compagno di camminata è svanito! Neanche il tempo di ringraziarlo di scambiare qualche battuta! Ci sediamo per mangiare qualcosina sono le 12.15 dobbiamo recuperare un po’ le forze per proseguire …
In lontananza sul sentiero che scende ad Andalo lo vedo … lo saluto con il pensiero e lo ringrazio!
Dopo aver mangiato qualcosa ci riprendiamo, l’umore torna sereno, scambiamo quattro parole, tutti e due ci accorgiamo di aver provato la stessa stranissima sensazione, le percezioni raccontate da Mariangela sono le stesse che avevo provato io: abbiamo incontrato un Angelo che ci ha accompagnato per un tratto del sentiero… un angelo discreto, attento con uno sguardo intenso ma comunque un po’ distante ed un sorriso velato!




sabato 11 luglio 2009

SAN BENEDETTO DA NORCIA

San Benedetto è padre del mondachesimo occidentale. Le varianti che distinguono il Cistercense dal monaco di Solesmes o il Benedettino bianco di Prinknash dall'eremita Camaldolese, non sono abbastanza profonde da costituire specifiche differenze nella loro spiritualità.


Tutti cercano la gloria di Dio e la salvezza delle loro anime nella vita contemplativa seguendo la regola di S.Benedetto e guidati dal suo spirito. Le varianti nell'osservanza dipendono in maggior parte dal fatto che ogni famiglia da' maggior importanza a questo o a quell'aspetto della regola benedettina. Ma tali particolari applicazioni della formula benedettina, pur adattando l'essenza della regola a tempi, luoghi e circostanze speciali, mai permettono loro di cambiare l'essenza della vita monastica.


Alcune famiglie benedettine praticano l'austerità della regola, altre invece sono portate ad uno spirito più blando di umanità e di discrezione. Alcune pongono l'ideale monastico della vita contemplativa nella solitudine, altre ricordano che lo stesso S.Benedetto ed i primi benedettini assegnava un certo posto all'apostolato nella vita del monaco. Ma in sostanza queste due tendenze, l'una solitaria ed austera, l'altra più socievole e temperata, sono sempre fuse insieme in ogni osservanza monastica. Le varie proporzioni in cui sono unite dipendono dal particolare scopo che ogni osservanza si propone: scopo che non sarà se non un mezzo speciale per arrivare a quella meta che Benedetto ha assegnato a tutti i suoi figli.


Il monaco è sempre ed essenzialmente un uomo votato alla preghiera e alla penitenza. I suoi orizzonti sono sempre quelli del deserto. Egli ha abbandonato tutto per rinnegare se stesso e seguire Cristo nella povertà, nel lavoro, nell'umiltà. In una parola la vita monastica è la Croce di Cristo. Se le scienze le arti la letteratura l'insegnamento le ricerche storiche e il ministero apostolico sono parte di questa vita, lo sono soltanto nella misura più consona a far si' che il monaco attraverso il deserto trovi la via che conduce a Dio.


Se alcune interpretazioni della regola sono meno austere di altre, lo sono nella speranza che la media degli uomini possano vivere da contemplativi senza pregiudizio della loro salute mentale e fisica. Se in alcuni monasteri si dà importanza a ricerche scritturali, liturgiche musicali, lo si fa sapendo che questa è la via più addatta a certe anime per la loro vita di preghiera. Le differenze dell'osservanza monastica sono tutte buone e tutte necessarie in quanto rendono la vita monastica accessibile a ogni genere di uomo. Un tale che mal si adatta al tenore di vita di una famiglia religiosa, troverà facilmente il suo posto in un'altra. Nonostante queste differenze, tutte le famiglie benedettine hanno qualche cosa in comune.


Esse hanno uno stesso padre ed una stessa regola. Lo scopo della regola è quello di formare Cristo nell'anima del monaco, nello stesso modo con cui Cristo è stato formato nell'anima di S.Benedetto. La regola che più o meno rispecchia il tenore di vita di S.Benedetto, ci mostra il modo particolare con cui il monaco interpreta e applica le lezioni del Vangelo di Cristo.


Il monaco benedettino è semplicemente un uomo che comprende il Vangelo e lo vive come fu inteso e vissuto da S.Benedetto.


Chi fu S.Benedetto? Come interpretò il Vangelo e come lo applicò alla sua vita?


La storia è parca di notizie intorno alla vita e alle opere di S.Benedetto. Molte date della sua vita sono ancora oggi discutibili. E' sufficiente per noi collocarlo nel suo secolo, il sesto. Egli fu un romano che diede ferme basi alla vita monastica in Italia, dove già esisteva, alla fine delle grandi invasioni barbariche. La sua regola, che era un compendio di tutta la saggezza del monachesimo orientale, in seguito soppiantò tutte le altre regole monastiche nell'occidente.


Il monachesimo benedettino ebbe una parte così importante nella ricostruzione dell'Europa, che Benedetto è chiamato a ragione non solo il padre del monachesimo occidentale, ma addirittura il "padre dell'occidente".


Diamo uno sguardo al ritratto che di lui ci hanno lasciato il suo biografo S.Gregorio Magno e la stessa sua regola. E' nella regola e nella persona di Benedetto che noi troviamo lo spirito, la forna senza la quale nessun monaco può veramente chiamarsi benedettino.


Il primo tratto che ci colpisce del carattere di S.Benedetto, è la sua non comune serietà. Lo spirito benedettino è uno spirito di maturità e di profondità. Anche da fanciullo Benedetto ebbe la saggezza che normalmente si acquista con anni di esperienza. Una soprannaturale prudenza diede a lui una chiaroveggenza della vanità delle cose del mondo ed egli fuggì da esse per dedicare la sua vita a Dio. Tutta la sua vita può essere compendiata nelle parole con cui S.Gregorio descrive il suo ritiro nel solitario speco di Subiaco: "Egli cercava di piacere a Dio solo".


Perciò la sua vita fu semplice ed austera. Lasciando in disparte ogni cosa che non era Dio, egli visse solo sotto lo sguardo di Dio. La sua vita di eremita dipendeva in tutto dalla divina provvidenza, e in fatto questa fede nella provvidenza fu un'altra delle caratteristiche di Benedetto che decise di dare tutto quello che aveva sulla terra (ai poveri) per accumulare tesori in cielo.


In ciò egli seguiva alla lettera il Vangelo di Cristo in tutta la sua semplicità "chiunque di voi non rinuncia a tutto quanto possiede, non può essere mio discepolo". "vendete i vostri beni e fate elemosina. Fatevi delle borse che non si logorano, un tesoro che non viene mai meno nel cielo, dove il ladro non s'accosta e la tignola non consuma".


La sua vita nello speco di Subiaco fu una lotta per la vittoria su se stesso, sulle sue passioni, e sugli spiriti cattivi. Sentendosi alfine libero da tentazioni fatto maestro di altri monaci, Benedetto si trovò circondato da discepoli condotti a lui dallo Spirito Santo: cominciava per lui la vita di abate e di fondatore.


Perseguitato dall'odio di gente invidiosa, ebbe l'occasione di praticare in tutta la sua perfezione la dolcezza e la mansuetudine con cui Cristo ha comandato di amare anche i nemici. Finalmente in mezzo alle occupazioni di abate e di apostolo potè gustare le gioie della più alta contemplazione mistica congiunta ai doni carismatici della profezia, dei miracoli e del discernimento degli spiriti. Fu nel più stretto senso della parola "Un uomo di dio", un individuo posseduto e trasfigurato dalla Spirito Santo, un uomo che viveva e che operava secondo lo Spirito, vedendo e considerando la creazione "in un unico raggio di sole".


E S.Gregorio commenta: "A colui che vede il Creatore, tutte le creature si riducono a nulla".


Questo dunque è lo stampo sul quale la vita di ogni monaco benedettino deve essere modellata. Non c'è bisogno (e non lo possiamo) riprodurre nella nostra vita tutti i caratteri esteriori della vita di S.Benedetto. Non possiamo vivere da soli in caverne, pochi di noi potranno avere il dono di far miracoli; ma tutti dobbiamo essere uomini di Dio come egli era; come lui dobbiamo essere trasformati dallo Spirito di Dio, dobbiamo come lui abbandonarci completamente alla volontà di Dio. Come S.Benedetto dobbiamo riprodurre in noi la carità di Cristo. E dobbiamo aver sete di Dio come l'ebbe lui.


Come potremo far questo? La risposta ci è data dalla regola.


L'essenza della regola di S.Benedetto si trova nella rinunzia alla propria volontà ad imitazione di Cristo disse " Non sono venuto a fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato". (Gv 6,38).


La vita benedettina è l'imitazione di Cristo nell'obbedienza, nell'umiltà, nella carità. Il monaco è un altro Cristo obbediente fino alla morte. Lo scopo di questo spirito di rinuncia non consiste solamente nel sottomettersi ad un superiore, uomo come noi. I voti e la regola ci sottomettono a Cristo e ci mostrano come dobbiamo obbedire a Dio. Essi ci mettono direttamente sotto la guida dello Spirito Santo. Quando noi saremo capaci di comprendere e di rispondere ad ogni impulso interiore dello spirito, allora la nostra vita non sarà più dominata dalla paura.

Allora, come dice S.Bendetto, faremo tutto "per amore di Cristo e per la stessa buona e dilettevole abitudine delle virtù. Le quali il Signore si degnerà di far vedere per opera dello Spirito Santo nel suo operaio già mondo da vizi e da peccati".


La vita che S.Benedetto aveva in mente quando scrisse la regola, fu la vita che egli stesso visse mentre scriveva, come visse egli?


Il monastero era un piccolo fabbricato o piccolo gruppo di edifici abitati da una comunità di dodici o quindici monaci. Una stanza faceva da cappella ed un'altra era riservata ai novizi. Probabilmente S.Benedetto aveva una cella per sè. Vi erano inoltre la cucina, il refettorio ed il dormitorio comune. Dentro la clausura si trovava il mulino, il forno e le officine di lavoro.

La comunità era mantenuta dal lavoro degli stessi monaci e da donazioni fatte di tanto in tanto da benefattori e da ricchi viaggiatori. Ma S.Benedetto amava di preferenza offrire ospitalità ai poveri. Comunque, l'ospizio formava una parte necessaria della istituzione, poichè S.Benedetto vedeva Cristo in ogni ospite ed in ogni membro della sua famiglia monastica.

I monaci si alzavano un'ora dopo mezzanotte per cantare e recitare una semplice ufficiatura consistente in salmi e lezioni, senza tutte quelle aggiunte e fioriture che vennero poi a complicare il breviario. Sette volte al giorno i monaci si radunavano nell'oratorio o sul luogo di lavoro per recitare le ore canoniche. Ciascuna delle piccole ore prevedeva circa dieci minuti. I salmi erano seguiti da alcuni minuti di meditazioni in comune, ma S.Benedetto insisteva che questa dovesse essere breve. Ciò che risalta nella legislazione della liturgia monastica stabilita da S.Benedetto è che tutto doveva essere semplice e breve, secondo l'insegnamento di Cristo: "Quando preghi, non parlare molto come fanno i pagani, poichè essi pensano che saranno meglio intesi parlando molto" (Mt 6,7). La regola però, permette al monaco piena libertà di prolungare la sua preghiera in privato secondo la ispirazione dello Spirito Santo. In altre parole, la preghiera liturgica in comune non deve mai diventare una abitudine tediosa e la preghiera privata è lasciata alla libertà di ciascuno. S.Benedetto si preoccupava che il monaco comprendesse che la sua principale obbligazione era di lodare Dio in coro con la mente e col cuore.

Il rimanente della giornata del monaco era divisa tra la lettura sacra ed il lavoro manuale: da cinque ad otto ore di lavoro al giorno con due o tre ore di lettura e di meditazione.

La refezione era semplice: perpetua l'astinenza dalle carni. Ma in confronto con la dieta dei padri del deserto, era abbondante e molto maggiore e il tempo concesso al riposo.

Su questo sfondo originale è fondata ogni osservanza benedettina. Come appare evidente, grande semplicità ed equilibrio erano fusi insieme e possiamo facilmente spiegare poichè in ogni età i monaci hanno cercato di rigettare le tante complicazioni ed aggiunte apportate alla semplice struttura originale, per ritornare alla semplicità della vita vissuta dallo stesso S.Benedetto. Allo stesso tempo è facile riconoscere la necessità di continui aggiornamenti e la costatne tendenza dell'uomo a cambiare e a modificare l'ordine originale della giornata benedettina.

(Tratto da "VITA NEL SILENZIO" Thomas Merton)
La grande famiglia di San Benedetto ... ...

lunedì 6 luglio 2009

Ad un passo dalla vetta ... ...




Sono le cinque la sveglia suona! È ora di alzarsi e di prepararsi per una bella sfacchinata mattutina. La notte al rifugio Nicola non è stata tra le più tranquille. Il caldo la pioggia della notte hanno infastidito il riposo. Alle 5.30 siamo pronti a partire, un piccolo disguido ci fa ritardare la partenza di una mezz’ oretta, decidiamo di cambiare il programma, in quanto l’anello del Campelli prevede circa un quattro orette di camminata, con il rischio di tornare troppo tardi! L’alternativa è la salita alla cima Zuccone Campelli dalla nostra parte cioè dai piani di Artavaggio (dalla parte dei Piani di Bobbio c’è la possibilità di salire con una ferrata molto difficile).



La mattina è molto limpida e fredda, partiamo un po’ coperti, maglia maniche lunghe e giacca antivento.

L’alba è stupenda, il Sodadura, le Grigne e il Resegone

sono ancora lì con colori completamente diversi da ieri, prevale il rossore del sole che annuncia alle cime che sta nascendo! L’ondata di nuvole di vento e pioggia che ci ha aggredito nella serata non hanno portato via niente … …






Il sentiero parte dal rifugio in direzione dell’anello del Campelli in direzione del passo dei Mughi; l’erba è fresca e umida, il profumo di montagna è frizzante, le mani sono gelate ed ognuno cerca in silenzio di prendere ritmo e riscaldarsi …
Si sale e alle nostra spalle attorniato da qualche nuvola ci lasciamo la Cima Piazzo con le sue curve erbose alternate a torri dolomitiche, con qualche residuo di neve. Dopo una quindicina di minuti il sentiero si divide a dx per i Mughi mentre a sinistra si inizia a prendere quota su un sentiero che corre parallelo al sentiero basso. Ad un certo punto riusciamo a scorgere un camoscio e poi un altro! Ci fermiamo, loro ci hanno già visti ma non si spaventano, sono lontani “giocano in casa” è il loro territorio!







Ci scrutano dall’alto della cresta, sono in posizione predominante, sono superbi, hanno un portamento maestoso! Sono curiosi ma al nostro avvicinarci si allontanano! Non ci sarà mai un incontro ravvicinato; ma la sola vista in lontananza ci crea una certa emozione!
Continuiamo il nostro cammino, ora più attenti! Abbiamo la curiosità dei bambini, cerchiamo tra le rocce sulle creste in qualche pianoro la vista di qualche altro camoscio.
Il sentiero ora ha raggiunto circa i duemila metri, si passa in punti molto esposti e ci troviamo di fronte alla vetta dello Zuccone, è come un anfiteatro, roccioso ricurvo con scorci di ripide sassaie che si buttano a valle! C’è ancora qualche nevaio che con le forti nevicate della stagione probabilmente non si scioglierà in tutta l’estate.
In questo tratto esposto Fabio apre il sentiero Dado lo segue e ultimo sono io … dopo qualche tratto Edoardo si accorge che ho rallentato e non certo per stanchezza, un senso di paura e di inquietudine mi prende, mi avvolge e mi stringe lo stomaco! Mi accorgo che il passo è più confuso meno sciolto, ho paura! E’ una sensazione abbastanza fastidiosa, la mente non più concentrata e serena corre velocemente, pensieri più o meno angoscianti si susseguono!
Sicuramente sono anche dovuti al periodo di controlli in ospedale; “si” sicuramente, il controllo annuale post operatorio che mostra ancora passaggi da sto “ombrellino” mi ha condizionato!


“E se avessi un giramento di testa?” e “se dovessi avere qualche altro fastidio?” … …

La paura è una sensazione irrazionale a cui si può porre dei rimedi, bisogna riprendere la concentrazione, trovare degli espedienti e dei trucchetti per distogliere la mente da questa emozione. Ritmare il respiro, concentrare la mente evitando il rincorrersi di pensieri, guardare il sentiero mentre si cammina, abituare l'occhio alla vista del precipizio sono alcuni trucchetti che mi hanno aiutato a proseguire.

L’ultimo tratto prima di giungere in cresta è un bellissimo pianoro erboso, il sentiero si è spostato sul versante opposto mentre camminiamo la vista si apre sulle grigne. Arrivati in cresta la vista è stupenda ! Siamo arrivati ad un ‘antenna e la croce è davanti a noi a circa cinquecento metri proseguendo sulla cresta!




Ora la questione è un po’ più problematica, siamo esposti da tutte due le parti! Camminiamo su questo sentierino largo 50 cm e a destra e sinistra il vuoto… mi fermo! Da un lato il versante da cui siamo saliti e dall’altro si vede il rifugio Lecco i piani di Bobbio le Grigne il Pizzo dei Tre signori … … stupendo ma non riesco a godere in pieno del panorama mozzafiato sono più attento a percepire il terreno che sento sotto i piedi… le mani sono gelate e sudate, nei punti dove il sentiero scende, mi siedo! Devo sentire ancora di più la presenza della terra. Ora penso proprio di dovermi fermare, Fabio e Dado proseguono arrivano proprio sotto la guglia dove è costruita la croce ma preferiscono anche loro tornare indietro, non siamo attrezzati e quei pochi metri di catene diventano insuperabili! Nessun problema, non si può rischiare, siamo consapevoli che “il gioco non vale la candela” .
Raggiungono il punto dove mi sono seduto, beviamo un po’ d’acqua e dopo aver ammirato il panorama ripartiamo per scendere, il sentiero in discesa è piacevole, siamo comunque soddisfatti di “non aver raggiunto la vetta” per qualche metro. Mi accorgo che aver comunicato ai miei due compagni di camminata la mia paura ne ha condizionato la scelta! La paura è contagiosa ed è una sensazione che si trasmette … … Scendiamo velocemente per il sentiero da cui siamo arrivati e ad un certo punto ci troviamo di fronte ad una marmotta che ci guarda curiosamente! È grossa ha un pelo marroncino chiaro è simpaticissima! È li a un metro da noi il tempo di muoversi per cercare la macchina fotografia ... “ e via!” la marmotta scappa … … …
Ancora qualche minuto e siamo al rifugio, tre orette scarse di divertimento e di forti emozioni ...




Grazie a Dado e a Fabio,

venerdì 3 luglio 2009

3 Luglio 2009

Un anno fa veniva a mancare Claudio ... ... ...


L'eterno riposo

dona a lui o Signore,

splenda a lui la luce perpetua

riposi in pace,

Amen





"Il Signore ti vuole bene: ha riaperto per te le porte del cielo ... ..."


Vangelo di Giovanni cap. 14, 1-21

"Non si turbi il vostro cuore. Credete in Dio e credete anche in me. Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei forse detto che vado a prepararvi un posto?

E quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perchè siate anche voi dove sono io. E del luogodove io vado, voi conoscete la via".

Gli disse Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?".

Gli disse Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre; fin da ora lo conoscete e lo avete veduto".

Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta".

Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo, Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è in me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.

In verità vi dico: anche chi credce in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perchè io vado al Padre.

Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò perchè il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.

Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perchè rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può riconoscere, perchè non lo vedee non lo conosce. Voi lo conoscete, perchè egli dimora presso di voi e sarà con voi.

Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perchè io vivo e voi vivrete.

In quel giorno voi saprete che io sono nel Padree voi in me e io in voi.

Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama.

Colui che mi ama sarà amato dal Padre mio ed io lo amerò e manifesterò a lui me stesso".



"Dio Padre ci ha CREATI

per il PARADISO...

Gesù Cristo, Dio, ci ha REDENTI

per il PARADISO...

lo Spirito Santo, Dio, ci ha SANTIFICATI

per il PARADISO... "


Fra Cecilio (Frate Cappuccino)

mercoledì 1 luglio 2009

51e Course des 100km de Bienne

Ringrazio Mauro, grande podista, che mi ha regalato questo bellissimo commento: scritto dopo aver concluso questa nuova impresa. Complimenti !!! non ci sono altre parole!
Sono fiero di averti conosciuto e di aver corso con te! Buona corsa e in bocca al lupo per le prossime!

Grazie, Mauro ...



"Venerdì 12 giugno il ritrovo, per la partenza alla volta di BIENNE cittadina svizzera, è alle 8,30 al parcheggio del tiffany, il gruppo che affronterà questa nuova avventura e così composto: SILVIO, ROBERTO con la loro bici, MASSIMO, MARIO correranno la maratona,il sottoscritto la 100km.
La giornata stupenda ci fa gustare ,subito dopo la dogana, le bellezze del canton ticino, il lago di LUGANO l'ordine e la pulizia delle valli adiacenti, i limiti di velocità non ci preoccupano più di tanto, con la doblo di ROBERTO il ritmo e quello del lungo lento.
FINALMENTE una sosta è ora di pranzare fare il pieno di carboidrati ,un autogril caratterisico con tanto di mucche tipo milca ci aspetta, qui cominciano i primi problemi con la lingua, per chiedere una pasta in bianco sembro un traduttore per sordomuti, mi viene in aiuto MARIO
che in perfetto inglese risolve tutto.
Arriviamo a BIENNE nel primo pomeriggio, la corsa parte alle 22,00, la partenza è alla periferia piuttosto bruttina, quindi abbiamo tutto il tempo per sbrigare le formalità dell'iscrizione e riposarci sdraiati sul prato del campo sportivo.
SEMBRA di stare in un campeggio, tende, camper, roulot furgoni la fanno da padroni nella lista degli iscritti ho visto pochissimi italiani ,mi hanno detto che questa è la più antica 100km d'Europa è alla 51 edizione.
Si avvicina il momento di partire la preparazione è quella di sempre anche l'indecisione, maniche lunghe o corte? bermuda o pantaloncini?
Ma si fortunatamente ho i miei assistenti in bici male che vada...........
Le bici partono 20 minuti prima le ritroverò al 20km, tutto è pronto un sacco di bandiere sventolano,quella italiana non c'è , sono stato propio stupido non l'ho portata , le ultime indicazioni dello spiker sono in tutte le lingue tranne quella italiana, lo sparo da inizio alla gara.
ATTRAVERSIAMO tre cittadine illuminate a giorno con tanto di gente assiepata dietro le transenne, al grido di OP OP OPOP di caraffe di birra in mano ci incitano e ci applaudono,non è mica MILANO, al primo ristoro mi vedo ragazze che con il vassoio in mano mi vengono incontro
per offrirmi cioccolato, poteva mancare in svizzera, biscotti eccc ecc ecc CHE SERVIZIO.
La corsa è nervosa un pò di saliscendi mi affaticano più del previsto,correre di notte è stupendo quando entriamo nel bosco il cielo stellato mi rapisce mi ricorda il planetario che ho visitato alle elementari,la luce che ho a mo di minatore mi infastidisce, la concentrazione per non cadere mi fa sprecare energie preziose in piu nel bosco sono solo i miei assistenti quando iniziano i tratti di sterrato li fanno deviare su un altro percorso.
APPENA passato il 45 km e 4 ore di corsa sono in crisi, il buio fuori è anche dentro la mia testa e di conseguenza le mie gambe non vanno più!
MI fermo cammino,corro,cammino al 55 km mi cambio la maglia, ho freddo. RICOMINCIO pian piano mi passa, arriva l'alba e il buio scompare anche nella mia testa, le verdi vallate mi accompagnano all'arrivo insieme alle emozioni inspiegabili di una 100km, ROBERTO mi dice ...non credevo si soffrisse cosi ..... e quasi fatta mancano 5 km mi vengono in mente i sacrifici fatti per prepararla, i dubbi e le speranze di poterla portare a termine ringrazio qualcuno lassu , sento OP OP OP OP. E' PROPIO FINITA
MASSIMO E MARIO che hanno corso la maratona sono li ad aspettarmi insieme a SILVIO e a ROBERTO, mi avvicino e gli dico "PERCHE NON FACCIAMO LA 200 KM DI CESENATICO....................................................................................... "

_____________Ave Maria___________

_____________Ave Maria___________
Questa preghiera è dedicata a ... ... ...

__SOSTEGNO DI CHI E' MALATO!__

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.

Amen.