giovedì 3 dicembre 2009

Ciao Carlo ... ...

Dopo quasi un anno di tribolazione e di sofferenza il 2/12/2009 è mancato il "Carluccio" ... ...

L'eterno riposo
dona a lui
o Signore,
splenda a lui
la luce perpetua
riposi in pace

Amen

martedì 1 dicembre 2009

Pensieri ...



I pensieri corrono
si intrecciano
si accavallano
volano liberi nella mia mente
schegge impazzite
energia incontrollabile … …

Ombre luci
profumi e colori
suoni e armonie
sereni tristi allegri
spaziano … …

Si impadroniscono di me
della mia volontà
mi catturano
mi sollevano
mi portano in un mondo lontano
senza spazio
senza tempo

Il mondo dell’anima … …



Renato 30/11/2009

venerdì 27 novembre 2009

Festa della Medaglia MIracolosa

"O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te".





A te o Maria affidiamo tutti i nostri malati ...

giovedì 26 novembre 2009

La scia della luna




E’ notte
davanti a me l’immensità del mare
la luna piena all’orizzonte si tuffa
formando una scia lunga
che arriva ai miei piedi.

E’ una strada
mi conduce a te
mi butto dentro questo grande mistero
vorrei vederti!
vorrei vivere nella tua pienezza nella tua bellezza!
O infinito Padre!

O Padre creatore …

Renato 19/08/2009

mercoledì 18 novembre 2009

18/11/2009 Novena della Maedaglia MIracolosa

A Parigi, al numero civico 140 di Rue Du Bac, c’è un Santuario, nel quale si trova la Cappella della Medaglia miracolosa: non è molto distante dal Louvre ed è comodamente raggiungibile mediante la metropolitana che ha una delle sue fermate proprio a Rue Du Bac. La Cappella della Medaglia miracolosa attira ogni anno un milione di pellegrini, persone di ogni razza e colore, che vengono qui, nel cuore di Parigi, a cercare una risposta ai loro problemi esistenziali, a chiedere grazie alla Madre che tutto sa e comprende e con cui ci si può sfogare come soltanto con una madre è possibile fare, nel più assoluto silenzio, in un clima di grande fervore e raccoglimento. È il mistero di Rue du Bac, un mistero che nasce 174 anni fa, dalle apparizioni della S. Vergine a una giovane novizia delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’Paoli, Caterina Labourè, a cui la Madonna affidò la realizzazione di una medaglia cosiddetta “miracolosa” che, da quasi due secoli ormai, ha conquistato con le sue innumerevoli grazie e prodigi il mondo intero.La stessa Caterina Labourè, così racconta la storia delle apparizioni: “Venuta la festa di San Vincenzo (19 luglio 1830) la buona Madre Marta (direttrice delle novizie) ci fece alla vigilia un'istruzione sulla devozione dovuta ai Santi e specialmente sulla devozione alla Madonna. Questo mi accese un gran desiderio di vedere la Santissima Vergine, che andai a letto col pensiero di vedere in quella stessa notte la mia buona Madre Celeste: era tanto tempo che desideravo vederla. Essendoci stato distribuito un pezzettino di tela di una cotta di San Vincenzo, ne tagliai una metà e l'inghiottii. Cosi mi addormentai col pensiero che San Vincenzo mi avrebbe ottenuto la grazia di vedere la Madonna. Alle undici e mezzo mi sento chiamare per nome: “Suor Labouré! Suor Labouré”. Svegliatami, guardo dalla parte donde veniva la voce, che era dal lato del passaggio del letto, tiro la cortina e vedo un Fanciullo vestito di bianco, dai quattro ai cinque anni, il quale mi dice: “Vieni in cappella; la Madonna ti aspetta”. Il Fanciullo mi condusse nel presbiterio, dove io mi posi in ginocchio, mentre il Fanciullino rimase tutto il tempo in piedi. Parendomi il tempo troppo lungo, ogni tanto guardavo per timore che le suore vegliatrici passassero dalla tribuna. Finalmente giunse il sospirato momento. Il Fanciullino mi avverti, dicendomi: “Ecco la Madonna, eccola!”. Sentii un rumore come il fruscio di vesti di seta venire dalla parte della tribuna, presso il quadro di San Giuseppe, e vidi la Santissima Vergine che venne a posarsi sui gradini dell'altare dal lato del Vangelo. Dire ciò che provai in quel momento e ciò che succedeva in me, mi sarebbe impossibile… Io, guardando la Santissima Vergine, spiccai allora un salto verso di Lei, ed inginocchiandomi sui gradini dell'altare, appoggiai le mani sulle ginocchia di Maria...Fu quello il momento più dolce della mia vita… “Figlia mia - mi disse la Madonna - Dio vuole affidarti una missione. Avrai molto da soffrire, ma soffrirai volentieri, pensando che si tratta della gloria di Dio. Avrai la grazia; dì tutto quanto in te succede, con semplicità e confidenza. Vedrai certe cose, sarai ispirata nelle vostre orazioni, rendine conto a chi é incaricato dell'anima tua...”. Quanto tempo restassi con la Madonna, non saprei dire: tutto quello che so è che, dopo di avermi lungamente parlato, se ne andò scomparendo come ombra che svanisce, dirigendosi verso la tribuna, per quella parte da cui era venuta. Tornata a letto, sentii suonare le due e non ripresi più il sonno”. Il 27 Novembre dello stesso anno, alle 17,30, Caterina ha una nuova visione durante la meditazione in cappella: vede come due quadri animati che le passano davanti in dissolvenza incrociata. Nel primo, la Santa Vergine è in piedi su una semisfera (il globo terrestre) e tiene tra le mani un piccolo globo dorato. I piedi di Maria schiacciano un serpente. Nel secondo, dalle sue mani aperte escono raggi di uno splendore abbagliante. Nello stesso tempo Caterina ode una voce, che dice: “Questi raggi sono il simbolo delle grazie che Maria ottiene per gli uomini”. Poi un ovale si forma attorno all’apparizione e Caterina vede scriversi in un semicerchio questa invocazione, prima sconosciuta, in lettere d’oro: “O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te”.Subito dopo l’ovale della medaglia si gira e Caterina ne vede il rovescio: in alto una croce sormonta la M di Maria, in basso due cuori, l’uno incoronato di spine, l’altro trapassato da una spada. Caterina ode allora queste parole:”Fai coniare una medaglia, secondo questo modello. Coloro che la porteranno con fede riceveranno grandi grazie”. Caterina riferisce al suo confessore, il Padre Aladel, la richiesta fatta dalla Madonna circa la medaglia, ma il sacerdote reagisce negativamente ed intima alla novizia di non pensare più a queste cose. Qualche mese più tardi, pronunciati i voti, Caterina Labourè viene inviata al ricovero di Enghien per curare gli anziani. La giovane suora si mette al lavoro,. ma una voce interiore l’assilla continuamente: “Si deve far coniare la medaglia”. Caterina ne riparla al suo confessore. Intanto nel febbraio del 1832 scoppia a Parigi una terribile epidemia di colera, che provocherà più di 20.000 morti. In giugno le Figlie della Carità cominciano a distribuire le prime 2.000 medaglie, fatte coniare da Padre Aladel. Le guarigioni si moltiplicano, come le protezioni prodigiose e le conversioni spirituali. Il popolo di Parigi comincia a chiamare la medaglia “miracolosa”.Nell’autunno 1834 c’erano già più di 500.000 medaglie. Un anno dopo soltanto ne circolavano più di un milione. Nel 1839 la medaglia veniva diffusa in più di dieci milioni di esemplari, e alla morte di suor Caterina, nel 1876, si contavano più di un miliardo di medaglie!

NOVENA ALLA MEDAGLIA MIRACOLOSA

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, mossa a pietà dalle nostre miserie, scendesti dal cielo per mostrarci quanta parte prendi alle nostre pene e quanto di adoperi per stornare da noi i castighi di Dio e impetrarci le sue grazie, muoviti a pietà della presente nostra necessità; consola la nostra afflizione e concedici la grazia che ti domandiamo.
Recitare il Salve Regina
Ripetere: O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!
O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, quale rimedio a tanti mali spirituali che ci affliggono, ci hai portato la tua Medaglia, affinché fosse difesa delle anime, medicina dei corpi e conforto di tutti i miseri, ecco che noi la stringiamo riconoscenti sul nostro cuore e ti domandiamo per essa di esaudire la nostra preghiera.
Recitare il Salve Regina
Ripetere: O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, tu hai promesso che grandi sarebbero state le grazie per i devoti della tua Medaglia che ti avessero invocata con la giaculatoria da te insegnata; ebbene, o Madre, ecco che noi, pieni di fiducia nella tua parola, ricorriamo a te e ti domandiamo, per la tua Immacolata Concezione, la grazia di cui abbiamo bisogno.
Recitare il Salve Regina

Ripetere: O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!

domenica 15 novembre 2009

Domenica 15 Novembre 2009 inizio Avvento Ambrosiano

Come Chiesa e come singoli cristiani oggi riprendiamo da capo il nostro cammino, il segmento di vita che ci è dato di percorrere e di condividere con altri fratelli affinchè venga il Regno.
Come ogni cammino, che non sia solo smarrito vagabondare, anche il nostro Avventova verso una meta, anzi verso una duplice meta: La celebrazione liturgica del Natale e il nuovo venire del Signore Gesù, un venire consegnato alla fine dei tempi ma già anticipato nella vita di ognuno e non solo nel momento della morte.
Anzi mentre la venuta del Natale sarà presente soprattutto nella seconda parte dell'Avvento, in questi primi è la venuta ultima e definitiva del Signore ad interessare la liturgia. Questo spiega la la scelta del Vangelo di oggi, un Vangelo che parla della fine e del come prepararvisi.
Ma Luca, l'evangelista della speranza, ci invita a non temere: "Quando incominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perchè la vostra liberazione è vicina".
Non c'è spazio per il terrore, anche se la violenza e il degrado ecologico e la solitudine degli affetti ci stringono il cuore e annebbiano la mente: non andiamo verso lo sfacelo ma verso la liberazione!



Vangelo Lettura del Vangelo secondo Luca 21, 5-28
In quel tempo. Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, il Signore Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita. Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
PAROLA DI DIO

giovedì 12 novembre 2009

Albert ... ... ...

Albert è un ragazzino di 14 anni che abbiamo conosciuto tramite Anna; è affetto da una grave forma neurodegenerativa, giovedì 3 novembre è stato dimesso ed è rientrato a casa dopo un lungo periodo passato in ospedale. Sarà sicuramente un duro distacco per Pino fratello di Anna che si è molto affezionato ad Albert.

Albert è un gran tifoso milanista ed Anna ci ha chiesto l'aiuto di procurare una maglietta di un giocatore; con Mirko e Alessandro di comune accordo abbiamo scelto come persona rappresentativa della squadra il grande PATO! Giovedì mi ha raccontato Anna che l'incontro il saluto e la consegna della maglia è stato molto intenso ed emotivo! Ci ha regalato queste righe che con la sua immensa sensibilità è riuscita a carpire dagli occhi dagli sguardi e dal cuore di Albert!






" Pensavo che lo stare in panchina significasse non poter più fare "GOAL" ! ma poi un giorno un amico si è avvicinato mi ha guardato, mi ha sorriso ed ha cominciato a correre veloce verso la porta dell'avversario, e con tutta la forza che aveva ha tirato quel pallone facendo un bellissimo "GOAL"; il mio cuore batteva forte non capivo perchè, poi quel ragazzo è tornato da me ha appoggiato quel pallone tra i miei piedi e la mia sedia a rotelle; allora ho capito! ero io ad aver fatto goal quell'amico aveva giocato e fatto goal portandomi nel suo cuore."



Grazie Amici,





Albert



mercoledì 4 novembre 2009

IL CROCIFISSO ... ...

LO SCANDALO DELLA CROCE!



L'Amore misericordioso ed infinito di Dio
che si dona totalmente all'uomo ... ...

martedì 3 novembre 2009

SAN PRIMO CI RIPROVIAMO (Sopra & sotto dentro & fuori) … ….

Domenica 1 Novembre sono le 4 e mezza dopo una nottata tribolata la sveglia crudele annuncia la levata! L'appuntamento è per le cinque, sta mattina il gruppo "mordi e fuggi" (Io Fabio Marco) è diretto al San Primo. La giornata è grigia, umida e piovosa il cielo non da' segni di apertura, siamo sotto una spessa coltre di scure e grigie nuvole! Lasciamo la macchina alla Colma di Sormano e con grande sorpresa e un po' di trepidazione scopriamo che non siamo gli unici ma ci sono parecchi cacciatori; in lontananza si sentono anche i colpi!

"speriamo di non essere scambiati per prede...!"



Sotto & dentro ... ...

La temperatura è freddina, il grigiore ci avvolge, ci addentriamo nel bosco lungo una strada sterrata, riusciamo malgrado il buio a camminare senza l'aiuto delle luci, si sale leggermente!
Siamo completamente avvolti nelle nuvole, la nebbia si insinua in ogni angolo e in ogni anfratto del bosco, i rami ormai spogli piangono lasciando cadere le ultime foglie secche e arrossate ... ...

E' l'alba la luce riesce a trapassare a fatica questo muro che avvolge la terra, i prati le piante i boschi i paesi le case! finalmente ci si può guardare intorno e scorgere ciò che ci circonda, le piante i sassi le radici e la strada lastricata da foglie di tutti i tipi forme e colori ! Più saliamo e più ci accorgiamo che la luce è sempre più forte, più chiara ... ...


Sopra & fuori ...

Finito il bosco prendiamo un sentiero che sale ripido tra prati erbosi e ad un tratto spariscono le nuvole! Un miracolo ... il cielo è blu! gli occhi rimangono incantati alla vista di questo spettacolo, alle nostre spalle abbiamo lasciato le nuvole, le abbiamo superate siamo intorno ai 1.300 ml slm. sopra il sole e sotto un oceano infinito di nuvole! Siamo sopra ... siamo fuori e non solo dalle nuvole ... ... rimaniamo tutti e tre silenziosamente in ammirazione ... ... davanti a noi riconosciamo la grignetta e il grignone!



L'ultimo tratto è veramente faticoso ci giriamo e il Fabio dietro di qualche metro sembra stia scappando da questa massa di colore bianco ... ...



Giunti alla fine del primo tratto in salita lo spettacolo con la pozza di acqua è splendido ... all'orizzonte spunta la cima dell'arrivo della funizia di Brunate (co)



L'uomo di fronte al creato e alla natura non può che silenziosamente ammirare, gustare, sognare, fantasticare, ringraziare ... ...



E più in la' si scorge la particolare forma piramidale del cervino, a fianco il massiccio del Rosa e più a sinistra il Gran Paradiso con i suoi ghiacci perenni ... ... siamo in cresta non c'è tempo di chiacchere è ora di scendere nel versante di Pian Rancio.



Un mare di nubi simile alle sterminate distese di ghiaccio dell'Antartico!



Sotto & dentro ... ...

Giù si scende nei ripidi pendii che negli anni 70 (quando nevicava) erano piste di sci. Il fondo è umido e scivoloso ci addentriamo nel bosco e rientriamo nelle nuvole ... ... la temperatura scende fa più freddo è umido! qui il sole non comanda, cerca invano di farsi spazio tra questa massa informe ... ...



Non abbiamo ancora incontrato nessuno, che mistero! forse la montagna ... le nuvole ... hanno inghiottito le persone! (oppure semplicemente a quest'ora 7.30 la gente ancora dorme!)

Raggiunte le prime case ci dirigiamo su strada sterrata in leggera salita fino al rifugio Martina; Il Marco che ha già percorso più volte questa strada ci racconta che dal rifugio la vista sul lago è eccezionale! Noi vediamo a fatica il rifugio, deserto e chiuso!

Passato il rifugio si segue un cartello che indica la cima del San Primo. Ognuno prende silenziosamente il proprio ritmo, si fa fatica il sentiero è subito molto ripido, corre diritto su per i prati!



Sopra & fuori ... ...

Più si sale e più le nuvole si assottigliano e il sole riappare in tutto il suo calore ... abbiamo di nuovo abbandonato sotto di noi le nubi e ora lo spettacolo è rivolto a nord verso il Legnone, lo Spluga e verso la Valtellina dove si intravvedono cime più elevate ...

Sotto di noi! avvolto e nascosto dentro le nuvole c'è Bellagio, si riesce a individuare la forma del lago venendo in su da destra le Grigne e il versante di Lecco e poi la congiunzione con il ramo di Como che sale da sinistra ... ...

Possiamo solo immaginare!



Siamo in cima al San Primo ... ... ... ciò che colpisce è la croce in ferro, grande, semplice stilizzate! E' sistemata li' guarda il lago, tutto intorno cime vette pianure, vigila su tutto ciò che sta al di sotto! Inverno estate pioggia e neve sole giorno e notte ... ... sempre!


La croce e' un segno! anzi la Croce è il segno ... mi dice che credo ad un Dio che per Amore si è incarnato ha condiviso la mia vita, per me è morto! L' ho crocifisso, l'ho ucciso! Ma Lui ha vinto la morte è risorto e con il dono del Suo Spirito mi ha redenti mi ha salvato!



Un boccone da mangiare, una bevuta e dopo aver rimirato il panorama siamo pronti a ripartire, sono passate quasi tre ore, riprendiamo il sentiero che scende dal versante opposto a quello da cui siamo saliti, il sole ormai è caldo! ci buttiamo giù di corsa lungo il largo sentiero!










più scendiamo e più ci avviciniamo alle nuvole ... ...



Il bosco in autunno sfoggia un'infinità di colori ...
Sotto & dentro ... ...


dopo un'oretta di discesa iniziamo ad incontrare persone che salgono! non sanno che spettacolo riusciranno a vedere! Invece noi dobbiamo rientrare ... il tempo è scaduto! ci buttiamo dentro alle nuvole e via verso casa!



Felici di aver vissuto una giornata così spettacolare ... ... ... ...

e soprattuto di averla condivisa con due simili (amici) personaggi....


lunedì 2 novembre 2009

2 Novembre

Commemorazione dei defunti!



Vangelo Gv 6,37-40

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
“Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.


Gesù è venuto a compiere la volontà del Padre: salvare tutta l'umanità in lui. Ma occorre credere nel Figlio per avere la vita, che già è presente, assunta mediante la fede. (Gv 6) La morte si comprende alla luce della Pasqua del Signore, che muore e che risorge come 'primizia'.
La Chiesa affida oggi alla grazia del perdono che viene dalla croce, tutti coloro che sono già passati da questo mondo e rinnova la sua speranza in Cristo, il 'vincitore della morte', in cui siamo tutti destinati a una 'vita nuova e gloriosa'.
Rimangono ancora il turbamento e la tristezza della separazione, ma più grande è la fede nella ' promessa di un'esistenza immortale' che la resurrezione di Cristo offre al credente che lascia questa terra, più il dolore è lenito dalla speranza di un gioioso ritorno.
La commemorazione dei defunti risveglia nella Chiesa la speranza di condividere la resurrezione mirabile del Primogenito dei risorti che già implora per quanti sono morti nella sua pace. Oggi è giorno di intenza e accorata preghiera di fiducia e di attesa.

domenica 25 ottobre 2009

Dieci anni di corsa ... ...

Oggi domenica 25 Ottobre 2009 si chiude il decimo anno di corsa! Inizialmente l’idea era quella di buttare li’ un po’ di numeri ma che agli addetti ai lavori (i veri podisti!) avrebbe fatto semplicemente ridere …

12942 chilometri percorsi in
77992 minuti … …
13 paia di scarpe consumate
15 Maratone
3 mezze maratone
4 Milano-Pavia
1 Lecco Cassano
1 Passatore
2 Eco Maratone
- 3 58’ 30” primato in maratona
- 1 44’ 41” primato nella mezza
- 5 17’ 20” tempo 50 km
- 15 16’ 10” tempo 100 km

E invece preferisco ripensare a questi anni trascorsi tra alti e bassi! Soddisfazioni, risultati ottenuti, fallimenti, infortuni cadute ecc … … e si! Dieci anni sono proprio pochi! Sono ancora un bambinetto alle prime armi che si entusiasma facilmente e che con la stessa naturalezza si abbatte!
Tante cose sono cambiate in questi dieci anni, abitudini ritmi velocità e modo di correre. Ora sono sicuramente molto meno legato a schemi orologi tempi e obiettivi, ma la voglia e la soddisfazione sono uguali, o forse sono maggiori! Spero di poter correre ancora parecchio; soprattutto in compagnia di tutte quelle persone con cui l’ho fatto fino ad ora!
Grazie a Marco Paolo Mariangela Edoardo Fabio Stefania Mirko ecc … …
Renato

giovedì 22 ottobre 2009


E’ giovedì 22 ottobre 2009 sono le 5 la sveglia suona, è ora di alzarsi per il giretto mattutino! Il primo pensiero va alla mamma, quattro anni fa è mancata! Casualmente non ho appuntamento con il solito compagno di mille corse (Marco). Uscendo mi accorgo subito che non fa tanto freddo anzi la temperature è salita di qualche grado rispetto a martedì, dal cielo cade una fittissima pioggerellina che mi rinfresca il viso … … …
Decido di fare lo stesso giretto, quindi prendo la strada che va in direzione di San Donato, è tanto che non corro da solo in più ho rimesso dopo almeno due annetti il cronometro al polso; principalmente per evitare di fare tardi!
Mi sento bene, sono riposato le gambette vanno, il solito passettino! Ora dopo i primi minuti iniziali i pensieri iniziano a correre, seguono i passi! Mi viene subito in mente la mamma, sono passati quattro anni! Mi sembra sia passato così tanto tempo ma dall’altra parte i ricordi sono molto freschi. I pensieri si trasformano in preghiera, dopo un ‘eterno riposo mi ritrovo a scorrere la decina del rosario! Affido la mamma alla nostra mamma, chi più di lei capisce, ascolta interpreta, la nostra vita!
Dopo una decina ne segue un’altra e poi un’altra ancora, alla quinta decina la preghiera è rivolta ai quattro genitori, il passo è sempre molto leggero come la mente, è un piacere, correre ritmare la preghiera e pensare al papa alla mamma alla Delfina e al Sergio!
Le preghiere si ripetono ritmate dal passo e dal respiro, ad ogni frase corrisponde un movimento incontrollato del respiro. Anche la preghiera ormai è incontrollata segue il passo, segue il respiro è un tutt’uno corpo e mente … Alla decina successiva la preghiera è rivolta a tutti quei neonati che non riescono a sopravvivere e in particolare a Raluca a Roberto e a tutti quelli che non arrivano alla fine della maternità … … mi distraggo, guardo il cronometro sono vicino al parco della Snam e mi accorgo che sto correndo da 38 minuti!
Ora la mente ritorna alla mamma, mi tornano alla memoria momenti belli della vita passati in famiglia, tra tutti le vacanze di Edolo, le camminate per andare in paese a far spesa! Il suo modo particolare di far da mangiare, le vacanze con la roulotte, la capacità di stimolare la fantasia nostra di bambini! Tante troppe cose corrono e si susseguono momenti gesti profumi ricordi colori rumori sapori … …
Più mi avvicino però ai nostri giorni e più i ricordi si fanno meno belli, mi torna in mente il calvario della malattia del papa! Tutto sulle sue spalle, un macigno che si è portata avanti con fatica per dieci anni, peggiorando di giorno in giorno! E poi la malattia che l’ha ulteriormente provata! Le operazioni che le hanno menomato e consumato il suo esile corpo. Ogni estate, ogni periodo di caldo era parte della mamma che si spegneva.
Quanto ha sofferto! Eppure si è portata la croce con dignità! In silenzio con coraggio e voglia di vivere. E poi i pensieri diventano sempre più tristi, più cupi, gli ultimi giorni, quel maledetto sabato che ti abbiamo trovata … … Ora la stanchezza della corsa si fa sentire il passo è più affannato e il magone non mi permette di respirare al meglio; sento dentro una grande voglia di piangere … di gridare di urlare, ma non ne ho la forza! Ora la sintonia tra il passo le gambe e il corpo e la mente si è spezzato … sono sopraffatto dalla disperazione!
Mi sento nudo, povero, svuotato completamente dal dolore, in preda alla confusione!
E come per miracolo, mi viene ancora in aiuto Maria Consolatrice degli afflitti! Riprendo la preghiera, affido tutto ciò a Lei, mi aggrappo alle sue braccia!
Il respiro torna regolare, le gambe riprendono il ritmo giusto, i passi tornano a scandire le parole della preghiera e tutto ritorna come prima! Il giro si è quasi concluso gli ultimi dieci minuti di corsa scorro ancora più veloci, rientrando a casa la felicità che ho nel cuore è grande!
Ho una grande voglia di ringraziare il Signore che mi ha donato una mamma così speciale … …

mercoledì 21 ottobre 2009

E' mancata Raluka Anna ... ...

Dodici giorni ha lottato questa piccola creatura del Signore che ieri come un' acquila bianca ha preso il volo per il paradiso; ci siamo ritrovati per un momento di preghiera, l'abbiamo affidata alle braccia amorevoli di Maria che è Madre degli innocenti.
La mamma e il papà ora hanno bisogno del tuo sostegno ...
o Maria, Madre dei sofferenti!
Consolatrice degli afflitti!



pensando a questi avvenimenti rimane un senso di svuotamento, di arido silenzio, spontanea giunge la domanda ... ... Perchè?
Ho trovato questa bella riflessione tratta da un libro (Perché la sofferenza?) del religioso e teologo J.Galot (1919 2008).


Nelle nostre sofferenze si manifesta un disegno divino.

Quale atteggiamento ci insegna il vangelo di fronte alle sofferenze che non possiamo evitare?
Le parole di Gesù nel Getsemani risuonano come l’espressione modello dell’accettazione della sofferenza: “Abbà Padre … non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu”.
Il fatto che queste parole siano pronunciate dal figlio, mostra che la rinuncia alla propria volontà non è stata risparmiata a colui che era persona divina. Ma è anche la qualità del figlio che conferisce all’accettazione il suo carattere di abbandono filiale.
Al momento della prova l’accettazione della volontà del Padre richiede un profondo sacrificio. Istintivamente l’uomo vorrebbe condurre la sua vita a modo suo; quando incontra un ostacolo, è tentato di ribellarsi. Egli deve superare le proprie resistenze per offrire al Padre il suo consenso.
Per accettare la volontà del Padre bisogna riconoscere nella prova una manifestazione del disegno divino. In proposito conviene sottolineare lo sguardo che Gesù ha posato sugli avvenimenti che dovevano condurlo al supplizio della croce. In questi avvenimenti non ha distinto semplicemente il risultato delle manovre dei suoi avversari e la viltà di Pilato; ha colto anzitutto l’intenzione del Padre che guida gli eventi secondo i suoi progetti sovrani e utilizza in questo senso le libere decisioni degli uomini, i loro peccati. Nella sua preghiera Gesù non dice: “ciò che tu permetti”, ma “ciò che vuoi tu!”.
Non si può cercare di attenuare la responsabilità del Padre attribuendogli solo un consenso. In tutte le prove bisogna riconoscere una volontà dall’alto.


L' Eterno riposo
doni a lei, o Signore
e risplenda a lei la luce perpetua.
Riposi in pace.
Amen.

lunedì 12 ottobre 2009

Domenica 11 Ottobre 2009 Festa inizio Oratorio

Lo slogan di quest'anno proposto dalla FOM è:


c'è di più






«Tutti gli uomini avvertono l'interiore impulso ad amare in modo autentico: amore e verità non li abbandonano mai completamente, perché sono la vocazione posta da Dio nel cuore e nella mente di ogni uomo… La carità è il dono più grande che Dio abbia dato agli uomini, è sua promessa e nostra speranza». (Benedetto XVI, Caritas in veritate n. 1-2)
C’è di più è l’invito rinnovato che rivolgeremo ai ragazzi e agli adolescenti perché facciano della loro vita un dono per il bene di tutti. Li aiuteremo ad incamminarsi su una strada che è già tracciata da Dio.Parleremo loro di vocazione e di ciò che significa.Per questo useremo l’immagine di un ragazzo che, al momento opportuno, ha saputo condividere tutto ciò che aveva e che, in modo inaspettato e sorprendente, si è visto moltiplicato e restituito il suo dono “a sazietà” e ancora “di più”.
C’è di più chiamerà i nostri Oratori e ciascun ragazzo a non accontentarsi, ma a fare sempre passi in avanti, sicuri che il Signore ci dona sempre di più di quanto ci aspetteremmo.Il suo dono c’è nella vita di tutti i giorni. Le nostre scelte possono aiutarci a rintracciarlo e a viverlo.
C’è di più è l’invito a vivere insieme nella comunità occupando ciascuno il suo posto e svolgendo ciascuno il suo compito, facendo attenzione che tutti abbiano la possibilità di dare il proprio contributo e di sentirne il valore, senza esclusioni, fraintendimenti o pregiudizi.
Ciascun ragazzo potrà dire “c’è di più” vedendo l’entusiasmo dei più grandi che offrono tempo, energie e passione per costruire un ambiente dove si respira il senso della Missione e la gioia della Comunione.
Anche ai più giovani si potrà chiedere di partecipare, con le loro qualità e le loro doti, alla stessa avventura che consiste nell’edificare la Chiesa, dove ognuno liberamente si senta chiamato a fare della propria vita un dono per gli altri, secondo la sua vocazione specifica.

giovedì 8 ottobre 2009

ANELLO DEL BRENTA! 21/22 luglio 2009

IL GRUPPO DEL BRENTA



Con un pizzico di fantasia, coraggio, energia, spirito di adattamento, umiltà, dinamicità e fiducia in se stesso i sogni si possono realizzare! La vacanza errante è uno dei miei sogni nel cassetto. Partire, programmarsi un percorso, camminare raggiungere le piccole tappe intermedie per arrivare alla meta è ciò che più mi ha sempre attratto della montagna; se a questo aggiungiamo la condivisione con la persona che ami tutto diventa più grande più intenso e più soddisfacente!

La scintilla che mi ha dato uno slancio maggiore è stato l’entusiasmo con cui Mariangela ha accolto un mesetto fa la proposta; "due giorni intorno al gruppo delle dolimiti del Brenta - un anello circolare con partenza dal Grostè in direzione dei rifugi Ticket e Brentei passaggio per la bocca del Brenta pernottamento al Rifugio Perdrotti e nel secondo giorno discesa al Rifugio Croz dell’Altissimo alla Malga Spora passo del Gavardo e rientro al Grostè; una trentina di chilometri per circa 2500 metri di dislivello".

Inoltre domenica parte della predica durante la S.Messa era sull’importanza del riposo, delle vacanze viste nell’ottica dello sganciarsi dalla quotidianità per riprendere forze, entusiasmo ed energie, e quindi ho pensato che questi due giorni dovevamo a tutti i costi concederceli! (E’ sempre un’impresa riuscire ad ottenere le ferie in questi periodi).
Lunedì intorno alle 20.00 è giunta la lieta notizia che potevamo partire, Mariangela aveva già provveduto ad organizzare e a preparare il vestiario! Zaino giacca vento leggera due cambi completi, maglie lunghe per la sera bastoncini guanti cappello due ramponcini che Marco ci ha vivamente consigliato di portare un po’ di cosine da mangiare e qualche litro di acqua!


1° Giorno

Siamo partiti da Milano alle 06.30 e arrivati a Campo Carlo Magno verso le 10.00 dove con la funivia abbiamo raggiunto il Grostè a quota 2.400 metri . Lungo tutta la strada i pensieri sono corsi alle settimane passate in questi posti insieme al Paolo alla Paola a Federica Cristina Michela, un po’ di nostalgia ci ha preso all’idea di essere li soli soletti senza la presenza a volte totalizzante di Francesca e Stefania!
Sono le 11.00 il cronometro (che non abbiamo portato!) da’ il suo via; gli zaini sono abbastanza pesanti, la giornata è calda e il panorama è eccezionale, nel primo tratto il sentiero 316



in discesa tra i lastroni enormi che caratterizzano il Grostè la vista è tutta proiettate di fronte verso l’enorme massiccio del Gruppo dell’Adamello con il caratteristico ghiacciaio che si distende dal cop di Breguzzo al Carè alto fino ad arrivare alla cima Adamello! Il ghiacciaio per via delle abbondanti nevicate pare sia più grande!
“Quanti ricordi!” questo primo tratto fino al rifugio Tucket era una delle gite annuali che si facevano con i bambini e quindi i ricordi corrono veloci … … raggiungiamo il rifugio intorno all’ora e mezza breve sosta per bere.Ora cambiamo per un breve tratto il sentiero siamo sul 328 che scende ripido per raggiungere la sella del Fridolin siamo scesi di circa 300 mt, qui ci si immette sul sentiero 316 che raggiunge il rifugio Brentei; sostiamo per mangiare qualcosa, qualche pezzetto di grana, un frutto un po’ d’acqua, fa parecchio caldo, siamo precisi sulla tabella di marcia, ripartiamo su questo sentiero molto bello panoramico e un po’ scoperto, in qualche punto ci sono anche dei cavi di sicurezza.









Il primo punto abbastanza impegnativo lo superiamo prima di arrivare al Brentei, bisogna attraversare un nevaio di un centinaio di metri, ripidissimo c’è una traccia sulla neve larga quanto due scarpe; qui bisogna proprio fare attenzione! Un passo messo male e si scivola giù! Arrivati al Brentei abbiamo il tempo per bere un caffè mangiare ancora qualcosina siamo intorno alle 3 ore di cammino, di fronte a noi si apre l’orizzonte verso la Bocca del Brenta con un bel nevaio … …
riprendiamo il cammino, la salita è abbastanza ripida attraversiamo le caratteristiche sassaie dolomitiche. In parecchi punti data l’elevata quantità di neve caduta nell'inverno e ai temporali dei giorni scorsi il sentiero è franato, ci causa un rallentamento dell’andatura.





Arrivati ai piedi del nevaio per sicurezza anche se sulla neve si affonda calziamo ghette e ramponcini per evitare scivolate. Il passo è ulteriormente rallentato lungo la ripida lingua di neve che per gli ultimi cento metri di dislivello porta al passo.
Le nuvole si sono abbassate, la sassaia e il nevaio danno ancora più il senso lunare del paesaggio! Raggiungiamo a fatica il passo in lontananza si vede il rifugio, mancano solo una quindicina di minuti! Al rifugio Pedrotti il gestore ci trova una camera dove resteremo soli tutta la notte; la maggioranza degli ospiti è straniera. Ci sistemiamo ed in attesa della cena ci rilassiamo. Il rifugio è carino la posizione è eccezionale, chiediamo un parere al figlio del gestore sulla giornata successiva! Ci avvisa che sarà una grande sfacchinata con un discreto dislivello.
Alle otto siamo già lessati sul letto, abbiamo cenato ad orari da ospedale ed in effetti fisicamente siamo un po’ doloranti.


2° GIORNO


La sveglia è per le sette alle sette mezza fuori dal rifugio lo spettacolo è eccezionale. Abbondante colazione e via
abbiamo davanti almeno un due orette di discesa fino al Rifugio Corz Dell’Altissimo; passiamo da 2.439 metri del Pedrotti a 1.430, sono 1.000 di dura discesa spacca gambe!

Il sentiero è molto bello più scendiamo e più l’ambiente cambia, passiamo dalla sassaia lunare con poca vegetazione ad un panorama sempre più verde,



attraversiamo un bel bosco dove passiamo il Rif Selvata e poi ancora giù! La prima sosta con caffè la facciamo al Rif.Croz Altissimo dove chiediamo informazioni al gestore circa il sentiero da prendere, il livello di difficoltà, eventuali nevai da superare! Prendiamo il sentiero 322 poi bivio sentiero 344 che sale ripido verso il passo del Clamer 2164 dobbiamo risalire circa 700 mt su di una sassaia completamente distrutta, a tratti il sentiero è franato.





I punti pericolosi sono parecchi! Qui nessuno da anni ha mai messo mano alla sistemazione del sentiero! Peccato che in questo tratto molto panoramica le nuvole la fanno da padroni!, e quindi non riusciamo a godere del panorama, alle nostre spalle abbiamo la Cima Brenta e gli Sfulmini! La sassaia lascia lo spazio ad una parte del sentiero ancora più ripida dove ci si aiuta aggrappandosi alle radici ed ai fusti bassi. Raggiunto un pianoro siamo a circa duemila metri manca l’ultimo tratto sul nevaio per raggiungere il passo. La neve è abbastanza ghiacciata rimettiamo i ramponi per evitare scivolate. Come per miracolo al passo le nuvole scappano e ci regalano uno scorcio di panorama verso la Malga Spora che abbiamo sotto di noi. Dobbiamo scendere e perdere circa 300 mt di dislivello; alla Malga sostiamo per mangiare! Grana bresaola cracker e una bella coca cola per riprendere un po’ il tono!


Siamo un po’ demoralizzati e spaventati all’idea di non riuscire ad arrivare alla funivia per le 17(ultima corsa); alla malga chiediamo informazioni circa l’ultimo tratto che ci manca, le notizie sono abbastanza incoraggianti, sono le 13.00 e secondo le previsioni non mancano più di tre orette all’arrivo!
Ripartiamo siamo sul sentiero nr 301, subito c’è un tratto molto ripido un po’ rovinato dalle frane! Il panorama e il tipo di vegetazione sono cambiate, siamo risaliti sopra la malga per un trecento metri raggiungiamo un pianoro erboso con cespugli bassi, tutt’ intorno siamo circondati da torioni che si slanciano al cielo con enormi scivoli di frane naturali che giungono quasi ai nostri piedi!

Continuiamo a salire in direzione del passo, attraversiamo una dopo l’altra tre sassaie molto esposte e con tratti franati, è l’ultimo sforzo di stress che ci tocca sopportare, in un oretta e mezza raggiungiamo il passo del Gavardo a 2242,


di fronte si apre un nuovo panorama di lunghissimi prati erbosi che dolcemente scendono nel versante opposto, verso il lago di Tovel. Alla nostra sinistra costeggiamo ancora le enormi torri del gruppo del Brenta e piano piano proseguendo si sale dolcemente e si intravvede la forma del Grostè che si avvicina! Siamo veramente stanchi la fatica ad ogni tratto in salita si fa sentire sempre di più, insieme ad una serie di dolori su ogni parte del corpo! Entro le quattro arriviamo al Grostè 2442 mt!


Alla vista della funivia la tensione si allenta e scoppiamo in un pianto di liberazione … … Siamo arrivati ci abbracciamo, la stanchezza annebbia un po’ la soddisfazione di aver terminato il giro! Saliamo subito in funivia e piano piano ci rilassiamo la stanchezza lascia spazio alla gioia di questi due giorni indimenticabili!




Grazie Mari.

_____________Ave Maria___________

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Questa preghiera è dedicata a ... ... ...

__SOSTEGNO DI CHI E' MALATO!__

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.

Amen.