venerdì 27 novembre 2009

Festa della Medaglia MIracolosa

"O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te".





A te o Maria affidiamo tutti i nostri malati ...

giovedì 26 novembre 2009

La scia della luna




E’ notte
davanti a me l’immensità del mare
la luna piena all’orizzonte si tuffa
formando una scia lunga
che arriva ai miei piedi.

E’ una strada
mi conduce a te
mi butto dentro questo grande mistero
vorrei vederti!
vorrei vivere nella tua pienezza nella tua bellezza!
O infinito Padre!

O Padre creatore …

Renato 19/08/2009

mercoledì 18 novembre 2009

18/11/2009 Novena della Maedaglia MIracolosa

A Parigi, al numero civico 140 di Rue Du Bac, c’è un Santuario, nel quale si trova la Cappella della Medaglia miracolosa: non è molto distante dal Louvre ed è comodamente raggiungibile mediante la metropolitana che ha una delle sue fermate proprio a Rue Du Bac. La Cappella della Medaglia miracolosa attira ogni anno un milione di pellegrini, persone di ogni razza e colore, che vengono qui, nel cuore di Parigi, a cercare una risposta ai loro problemi esistenziali, a chiedere grazie alla Madre che tutto sa e comprende e con cui ci si può sfogare come soltanto con una madre è possibile fare, nel più assoluto silenzio, in un clima di grande fervore e raccoglimento. È il mistero di Rue du Bac, un mistero che nasce 174 anni fa, dalle apparizioni della S. Vergine a una giovane novizia delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’Paoli, Caterina Labourè, a cui la Madonna affidò la realizzazione di una medaglia cosiddetta “miracolosa” che, da quasi due secoli ormai, ha conquistato con le sue innumerevoli grazie e prodigi il mondo intero.La stessa Caterina Labourè, così racconta la storia delle apparizioni: “Venuta la festa di San Vincenzo (19 luglio 1830) la buona Madre Marta (direttrice delle novizie) ci fece alla vigilia un'istruzione sulla devozione dovuta ai Santi e specialmente sulla devozione alla Madonna. Questo mi accese un gran desiderio di vedere la Santissima Vergine, che andai a letto col pensiero di vedere in quella stessa notte la mia buona Madre Celeste: era tanto tempo che desideravo vederla. Essendoci stato distribuito un pezzettino di tela di una cotta di San Vincenzo, ne tagliai una metà e l'inghiottii. Cosi mi addormentai col pensiero che San Vincenzo mi avrebbe ottenuto la grazia di vedere la Madonna. Alle undici e mezzo mi sento chiamare per nome: “Suor Labouré! Suor Labouré”. Svegliatami, guardo dalla parte donde veniva la voce, che era dal lato del passaggio del letto, tiro la cortina e vedo un Fanciullo vestito di bianco, dai quattro ai cinque anni, il quale mi dice: “Vieni in cappella; la Madonna ti aspetta”. Il Fanciullo mi condusse nel presbiterio, dove io mi posi in ginocchio, mentre il Fanciullino rimase tutto il tempo in piedi. Parendomi il tempo troppo lungo, ogni tanto guardavo per timore che le suore vegliatrici passassero dalla tribuna. Finalmente giunse il sospirato momento. Il Fanciullino mi avverti, dicendomi: “Ecco la Madonna, eccola!”. Sentii un rumore come il fruscio di vesti di seta venire dalla parte della tribuna, presso il quadro di San Giuseppe, e vidi la Santissima Vergine che venne a posarsi sui gradini dell'altare dal lato del Vangelo. Dire ciò che provai in quel momento e ciò che succedeva in me, mi sarebbe impossibile… Io, guardando la Santissima Vergine, spiccai allora un salto verso di Lei, ed inginocchiandomi sui gradini dell'altare, appoggiai le mani sulle ginocchia di Maria...Fu quello il momento più dolce della mia vita… “Figlia mia - mi disse la Madonna - Dio vuole affidarti una missione. Avrai molto da soffrire, ma soffrirai volentieri, pensando che si tratta della gloria di Dio. Avrai la grazia; dì tutto quanto in te succede, con semplicità e confidenza. Vedrai certe cose, sarai ispirata nelle vostre orazioni, rendine conto a chi é incaricato dell'anima tua...”. Quanto tempo restassi con la Madonna, non saprei dire: tutto quello che so è che, dopo di avermi lungamente parlato, se ne andò scomparendo come ombra che svanisce, dirigendosi verso la tribuna, per quella parte da cui era venuta. Tornata a letto, sentii suonare le due e non ripresi più il sonno”. Il 27 Novembre dello stesso anno, alle 17,30, Caterina ha una nuova visione durante la meditazione in cappella: vede come due quadri animati che le passano davanti in dissolvenza incrociata. Nel primo, la Santa Vergine è in piedi su una semisfera (il globo terrestre) e tiene tra le mani un piccolo globo dorato. I piedi di Maria schiacciano un serpente. Nel secondo, dalle sue mani aperte escono raggi di uno splendore abbagliante. Nello stesso tempo Caterina ode una voce, che dice: “Questi raggi sono il simbolo delle grazie che Maria ottiene per gli uomini”. Poi un ovale si forma attorno all’apparizione e Caterina vede scriversi in un semicerchio questa invocazione, prima sconosciuta, in lettere d’oro: “O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te”.Subito dopo l’ovale della medaglia si gira e Caterina ne vede il rovescio: in alto una croce sormonta la M di Maria, in basso due cuori, l’uno incoronato di spine, l’altro trapassato da una spada. Caterina ode allora queste parole:”Fai coniare una medaglia, secondo questo modello. Coloro che la porteranno con fede riceveranno grandi grazie”. Caterina riferisce al suo confessore, il Padre Aladel, la richiesta fatta dalla Madonna circa la medaglia, ma il sacerdote reagisce negativamente ed intima alla novizia di non pensare più a queste cose. Qualche mese più tardi, pronunciati i voti, Caterina Labourè viene inviata al ricovero di Enghien per curare gli anziani. La giovane suora si mette al lavoro,. ma una voce interiore l’assilla continuamente: “Si deve far coniare la medaglia”. Caterina ne riparla al suo confessore. Intanto nel febbraio del 1832 scoppia a Parigi una terribile epidemia di colera, che provocherà più di 20.000 morti. In giugno le Figlie della Carità cominciano a distribuire le prime 2.000 medaglie, fatte coniare da Padre Aladel. Le guarigioni si moltiplicano, come le protezioni prodigiose e le conversioni spirituali. Il popolo di Parigi comincia a chiamare la medaglia “miracolosa”.Nell’autunno 1834 c’erano già più di 500.000 medaglie. Un anno dopo soltanto ne circolavano più di un milione. Nel 1839 la medaglia veniva diffusa in più di dieci milioni di esemplari, e alla morte di suor Caterina, nel 1876, si contavano più di un miliardo di medaglie!

NOVENA ALLA MEDAGLIA MIRACOLOSA

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, mossa a pietà dalle nostre miserie, scendesti dal cielo per mostrarci quanta parte prendi alle nostre pene e quanto di adoperi per stornare da noi i castighi di Dio e impetrarci le sue grazie, muoviti a pietà della presente nostra necessità; consola la nostra afflizione e concedici la grazia che ti domandiamo.
Recitare il Salve Regina
Ripetere: O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!
O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, quale rimedio a tanti mali spirituali che ci affliggono, ci hai portato la tua Medaglia, affinché fosse difesa delle anime, medicina dei corpi e conforto di tutti i miseri, ecco che noi la stringiamo riconoscenti sul nostro cuore e ti domandiamo per essa di esaudire la nostra preghiera.
Recitare il Salve Regina
Ripetere: O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, tu hai promesso che grandi sarebbero state le grazie per i devoti della tua Medaglia che ti avessero invocata con la giaculatoria da te insegnata; ebbene, o Madre, ecco che noi, pieni di fiducia nella tua parola, ricorriamo a te e ti domandiamo, per la tua Immacolata Concezione, la grazia di cui abbiamo bisogno.
Recitare il Salve Regina

Ripetere: O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!

domenica 15 novembre 2009

Domenica 15 Novembre 2009 inizio Avvento Ambrosiano

Come Chiesa e come singoli cristiani oggi riprendiamo da capo il nostro cammino, il segmento di vita che ci è dato di percorrere e di condividere con altri fratelli affinchè venga il Regno.
Come ogni cammino, che non sia solo smarrito vagabondare, anche il nostro Avventova verso una meta, anzi verso una duplice meta: La celebrazione liturgica del Natale e il nuovo venire del Signore Gesù, un venire consegnato alla fine dei tempi ma già anticipato nella vita di ognuno e non solo nel momento della morte.
Anzi mentre la venuta del Natale sarà presente soprattutto nella seconda parte dell'Avvento, in questi primi è la venuta ultima e definitiva del Signore ad interessare la liturgia. Questo spiega la la scelta del Vangelo di oggi, un Vangelo che parla della fine e del come prepararvisi.
Ma Luca, l'evangelista della speranza, ci invita a non temere: "Quando incominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perchè la vostra liberazione è vicina".
Non c'è spazio per il terrore, anche se la violenza e il degrado ecologico e la solitudine degli affetti ci stringono il cuore e annebbiano la mente: non andiamo verso lo sfacelo ma verso la liberazione!



Vangelo Lettura del Vangelo secondo Luca 21, 5-28
In quel tempo. Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, il Signore Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita. Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
PAROLA DI DIO

giovedì 12 novembre 2009

Albert ... ... ...

Albert è un ragazzino di 14 anni che abbiamo conosciuto tramite Anna; è affetto da una grave forma neurodegenerativa, giovedì 3 novembre è stato dimesso ed è rientrato a casa dopo un lungo periodo passato in ospedale. Sarà sicuramente un duro distacco per Pino fratello di Anna che si è molto affezionato ad Albert.

Albert è un gran tifoso milanista ed Anna ci ha chiesto l'aiuto di procurare una maglietta di un giocatore; con Mirko e Alessandro di comune accordo abbiamo scelto come persona rappresentativa della squadra il grande PATO! Giovedì mi ha raccontato Anna che l'incontro il saluto e la consegna della maglia è stato molto intenso ed emotivo! Ci ha regalato queste righe che con la sua immensa sensibilità è riuscita a carpire dagli occhi dagli sguardi e dal cuore di Albert!






" Pensavo che lo stare in panchina significasse non poter più fare "GOAL" ! ma poi un giorno un amico si è avvicinato mi ha guardato, mi ha sorriso ed ha cominciato a correre veloce verso la porta dell'avversario, e con tutta la forza che aveva ha tirato quel pallone facendo un bellissimo "GOAL"; il mio cuore batteva forte non capivo perchè, poi quel ragazzo è tornato da me ha appoggiato quel pallone tra i miei piedi e la mia sedia a rotelle; allora ho capito! ero io ad aver fatto goal quell'amico aveva giocato e fatto goal portandomi nel suo cuore."



Grazie Amici,





Albert



mercoledì 4 novembre 2009

IL CROCIFISSO ... ...

LO SCANDALO DELLA CROCE!



L'Amore misericordioso ed infinito di Dio
che si dona totalmente all'uomo ... ...

martedì 3 novembre 2009

SAN PRIMO CI RIPROVIAMO (Sopra & sotto dentro & fuori) … ….

Domenica 1 Novembre sono le 4 e mezza dopo una nottata tribolata la sveglia crudele annuncia la levata! L'appuntamento è per le cinque, sta mattina il gruppo "mordi e fuggi" (Io Fabio Marco) è diretto al San Primo. La giornata è grigia, umida e piovosa il cielo non da' segni di apertura, siamo sotto una spessa coltre di scure e grigie nuvole! Lasciamo la macchina alla Colma di Sormano e con grande sorpresa e un po' di trepidazione scopriamo che non siamo gli unici ma ci sono parecchi cacciatori; in lontananza si sentono anche i colpi!

"speriamo di non essere scambiati per prede...!"



Sotto & dentro ... ...

La temperatura è freddina, il grigiore ci avvolge, ci addentriamo nel bosco lungo una strada sterrata, riusciamo malgrado il buio a camminare senza l'aiuto delle luci, si sale leggermente!
Siamo completamente avvolti nelle nuvole, la nebbia si insinua in ogni angolo e in ogni anfratto del bosco, i rami ormai spogli piangono lasciando cadere le ultime foglie secche e arrossate ... ...

E' l'alba la luce riesce a trapassare a fatica questo muro che avvolge la terra, i prati le piante i boschi i paesi le case! finalmente ci si può guardare intorno e scorgere ciò che ci circonda, le piante i sassi le radici e la strada lastricata da foglie di tutti i tipi forme e colori ! Più saliamo e più ci accorgiamo che la luce è sempre più forte, più chiara ... ...


Sopra & fuori ...

Finito il bosco prendiamo un sentiero che sale ripido tra prati erbosi e ad un tratto spariscono le nuvole! Un miracolo ... il cielo è blu! gli occhi rimangono incantati alla vista di questo spettacolo, alle nostre spalle abbiamo lasciato le nuvole, le abbiamo superate siamo intorno ai 1.300 ml slm. sopra il sole e sotto un oceano infinito di nuvole! Siamo sopra ... siamo fuori e non solo dalle nuvole ... ... rimaniamo tutti e tre silenziosamente in ammirazione ... ... davanti a noi riconosciamo la grignetta e il grignone!



L'ultimo tratto è veramente faticoso ci giriamo e il Fabio dietro di qualche metro sembra stia scappando da questa massa di colore bianco ... ...



Giunti alla fine del primo tratto in salita lo spettacolo con la pozza di acqua è splendido ... all'orizzonte spunta la cima dell'arrivo della funizia di Brunate (co)



L'uomo di fronte al creato e alla natura non può che silenziosamente ammirare, gustare, sognare, fantasticare, ringraziare ... ...



E più in la' si scorge la particolare forma piramidale del cervino, a fianco il massiccio del Rosa e più a sinistra il Gran Paradiso con i suoi ghiacci perenni ... ... siamo in cresta non c'è tempo di chiacchere è ora di scendere nel versante di Pian Rancio.



Un mare di nubi simile alle sterminate distese di ghiaccio dell'Antartico!



Sotto & dentro ... ...

Giù si scende nei ripidi pendii che negli anni 70 (quando nevicava) erano piste di sci. Il fondo è umido e scivoloso ci addentriamo nel bosco e rientriamo nelle nuvole ... ... la temperatura scende fa più freddo è umido! qui il sole non comanda, cerca invano di farsi spazio tra questa massa informe ... ...



Non abbiamo ancora incontrato nessuno, che mistero! forse la montagna ... le nuvole ... hanno inghiottito le persone! (oppure semplicemente a quest'ora 7.30 la gente ancora dorme!)

Raggiunte le prime case ci dirigiamo su strada sterrata in leggera salita fino al rifugio Martina; Il Marco che ha già percorso più volte questa strada ci racconta che dal rifugio la vista sul lago è eccezionale! Noi vediamo a fatica il rifugio, deserto e chiuso!

Passato il rifugio si segue un cartello che indica la cima del San Primo. Ognuno prende silenziosamente il proprio ritmo, si fa fatica il sentiero è subito molto ripido, corre diritto su per i prati!



Sopra & fuori ... ...

Più si sale e più le nuvole si assottigliano e il sole riappare in tutto il suo calore ... abbiamo di nuovo abbandonato sotto di noi le nubi e ora lo spettacolo è rivolto a nord verso il Legnone, lo Spluga e verso la Valtellina dove si intravvedono cime più elevate ...

Sotto di noi! avvolto e nascosto dentro le nuvole c'è Bellagio, si riesce a individuare la forma del lago venendo in su da destra le Grigne e il versante di Lecco e poi la congiunzione con il ramo di Como che sale da sinistra ... ...

Possiamo solo immaginare!



Siamo in cima al San Primo ... ... ... ciò che colpisce è la croce in ferro, grande, semplice stilizzate! E' sistemata li' guarda il lago, tutto intorno cime vette pianure, vigila su tutto ciò che sta al di sotto! Inverno estate pioggia e neve sole giorno e notte ... ... sempre!


La croce e' un segno! anzi la Croce è il segno ... mi dice che credo ad un Dio che per Amore si è incarnato ha condiviso la mia vita, per me è morto! L' ho crocifisso, l'ho ucciso! Ma Lui ha vinto la morte è risorto e con il dono del Suo Spirito mi ha redenti mi ha salvato!



Un boccone da mangiare, una bevuta e dopo aver rimirato il panorama siamo pronti a ripartire, sono passate quasi tre ore, riprendiamo il sentiero che scende dal versante opposto a quello da cui siamo saliti, il sole ormai è caldo! ci buttiamo giù di corsa lungo il largo sentiero!










più scendiamo e più ci avviciniamo alle nuvole ... ...



Il bosco in autunno sfoggia un'infinità di colori ...
Sotto & dentro ... ...


dopo un'oretta di discesa iniziamo ad incontrare persone che salgono! non sanno che spettacolo riusciranno a vedere! Invece noi dobbiamo rientrare ... il tempo è scaduto! ci buttiamo dentro alle nuvole e via verso casa!



Felici di aver vissuto una giornata così spettacolare ... ... ... ...

e soprattuto di averla condivisa con due simili (amici) personaggi....


lunedì 2 novembre 2009

2 Novembre

Commemorazione dei defunti!



Vangelo Gv 6,37-40

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
“Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.


Gesù è venuto a compiere la volontà del Padre: salvare tutta l'umanità in lui. Ma occorre credere nel Figlio per avere la vita, che già è presente, assunta mediante la fede. (Gv 6) La morte si comprende alla luce della Pasqua del Signore, che muore e che risorge come 'primizia'.
La Chiesa affida oggi alla grazia del perdono che viene dalla croce, tutti coloro che sono già passati da questo mondo e rinnova la sua speranza in Cristo, il 'vincitore della morte', in cui siamo tutti destinati a una 'vita nuova e gloriosa'.
Rimangono ancora il turbamento e la tristezza della separazione, ma più grande è la fede nella ' promessa di un'esistenza immortale' che la resurrezione di Cristo offre al credente che lascia questa terra, più il dolore è lenito dalla speranza di un gioioso ritorno.
La commemorazione dei defunti risveglia nella Chiesa la speranza di condividere la resurrezione mirabile del Primogenito dei risorti che già implora per quanti sono morti nella sua pace. Oggi è giorno di intenza e accorata preghiera di fiducia e di attesa.

_____________Ave Maria___________

_____________Ave Maria___________
Questa preghiera è dedicata a ... ... ...

__SOSTEGNO DI CHI E' MALATO!__

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.

Amen.