In un pomeriggio di parecchi anni fa di un giorno che non so probabilmente ancora quando frequentavo le scuole elementari io e mia mamma avevamo scritto questa favola! ora dopo parecchi anni provo a riscriverla … ...
La protesta degli orologi!
In un piccolo paesino nelle fredde distese di verde nel nord della Scozia c’era una chiesetta con un bellissimo campanile che dominava con il suo orologio. Da ogni punto del paese si vedeva, spiccava maestoso, il suo orologio aveva da parecchi secoli segnato il tempo; testimone della vita e delle vicende di questa comunità.
Era l’orologio di tutti! Donne uomini bambini uccelli piante fiori; con i suoi grandi numeri in ferro battuto e due bellissime lancette a forma di freccia che si rincorrevano! Era preciso, non sbagliava un colpo! Tutto si muoveva intorno a lui, le campane ad ogni suo quarto suonavano, la scuola apriva con il tocco delle otto e quindici ed il parroco il sindaco si sedevano a tavola per il pranzo al tocco delle dodici!
“Ah dimenticavo al suono delle ventuno tutti i bimbi a nanna!”
Un giorno il numero otto stanco ed annoiato di rimanere lì fermo da secoli, si rivolse al suo vicino e gli disse:
“Vedi caro sette noi siamo qui fermi da duecentosettantre anni quattro mesi dodici giorni tre ore e ventiquattro minuti, io sono stanco non ce la faccio più, vorrei muovermi! Mi piacerebbe correre come le lancette, loro sono più fortunate! Vedi; si rincorrono gareggiano! Tutto questo non è giusto!”.
Il numero sette un po’ stordito e assonnato dapprima non diede molta importanza alle sue parole, “da che mondo e mondo si sa che gli otto sono sempre stati dei lagnosi mai contenti di niente” aveva pensato tra se’; ma lui era li’ da secoli e non si era mai posto questo problema.
Ma come un tarlo che scava l’idea di provare cose nuove e diverse si insinuò nel povero numero che si convinse che l’otto forse aveva ragione “si” pensò tra sé “dobbiamo fare qualcosa” “la situazione deve cambiare!”
Ora dopo ora giorno dopo giorno il mormorio si fece sempre più forte contagiò tutti i numeri, ma anche le lancette che stanche del continuo girare fantasticavano all’idea di riposarsi.
A questo punto fu proprio il numero otto che decise di organizzare un riunione per parlare e decidere una linea comune.
All’unanimità numeri e lancette decisero di cambiare le posizioni a proprio piacere di muoversi e fermarsi! Lo stupore fu grande! Le lancette finalmente potevano riposarsi e all’impazzata i numeri correvano intorno chi per cambiare posto chi per sgranchirsi un po’. La notizia come un tam tam si sparse a macchia d’olio tra tutti gli orologi della regione della Gran Bretagna e in tutto il mondo!
Nel frattempo qualcosa nel paese stava cambiando; i bambini rimasero fuori da scuola in attesa del tocco della campana che non arrivò mai. Il prete rimase a tavola in attesa del pranzo fino a notte fonda!
A catena la rivoluzione si sparse per tutto il mondo e di conseguenza si creò il caso. Strade bloccate con semafori impazziti! Aeroporti nel caos aerei pronti a partire ma in anticipo e in ritardo! Pendolari in attesa di treni che erano già passati! File interminabili davanti a banche e poste in attesa dell’apertura mai giunta. Nonni che si svegliavano allora di andare a dormire e bambini che dormivano sui banchi di scuola invece di studiare! I panettieri non riuscivano a cuocere il pane si bruciava! Appuntamenti di lavoro che saltavano. Insomma non si capiva più niente!
Ora dopo ora giorno dopo giorno il mormorio si fece sempre più forte contagiò tutti i numeri, ma anche le lancette che stanche del continuo girare fantasticavano all’idea di riposarsi.
A questo punto fu proprio il numero otto che decise di organizzare un riunione per parlare e decidere una linea comune.
All’unanimità numeri e lancette decisero di cambiare le posizioni a proprio piacere di muoversi e fermarsi! Lo stupore fu grande! Le lancette finalmente potevano riposarsi e all’impazzata i numeri correvano intorno chi per cambiare posto chi per sgranchirsi un po’. La notizia come un tam tam si sparse a macchia d’olio tra tutti gli orologi della regione della Gran Bretagna e in tutto il mondo!
Nel frattempo qualcosa nel paese stava cambiando; i bambini rimasero fuori da scuola in attesa del tocco della campana che non arrivò mai. Il prete rimase a tavola in attesa del pranzo fino a notte fonda!
A catena la rivoluzione si sparse per tutto il mondo e di conseguenza si creò il caso. Strade bloccate con semafori impazziti! Aeroporti nel caos aerei pronti a partire ma in anticipo e in ritardo! Pendolari in attesa di treni che erano già passati! File interminabili davanti a banche e poste in attesa dell’apertura mai giunta. Nonni che si svegliavano allora di andare a dormire e bambini che dormivano sui banchi di scuola invece di studiare! I panettieri non riuscivano a cuocere il pane si bruciava! Appuntamenti di lavoro che saltavano. Insomma non si capiva più niente!
Finchè un bel momento tutti i potenti i grandi e i re della terra si riunirono per far fronte a questa crisi mondiale. Ma anche gli orologi videro il caos e di comune accordo si riunirono e in presenza del nostro ormai famosissimo numero otto felice del successo e della popolarità che aveva raggiunto con la sua idea, rifletterono a lungo e si convinsero dell’importanza che ognuno di loro aveva rispettando ruoli e posizioni.
L’uno capì che la sua posizione era importantissima anche se un po’ noiosa, che le lancette dovevano seguire il loro instancabile cammino che se il dodici non si fosse messo nella posizione sopra, nessuno avrebbe capito più quando mangiare. In poco tempo tutti i numeri e le lancette si riposizionarono al proprio posto poiché avevano capito che il loro compito era importantissimo andava svolto con precisione ordine e senza alcun scambio di ruoli con umiltà e perseveranza.
La vita tornò così alla normalità finalmente i bambini poterono entrare a scuola al suono della campana, gli aerei tornarono a partire, il nostro povero sindaco affamatissimo poté mangiare, i nonni ritrovarono il giusto sonno.
“Ah dimenticavo! il nostro orologio ancora oggi continua a scandire il tempo! L’otto un po’ brontolone, la lancetta dei secondi un po’ arrugginita ; ma tra una aggiustatina e l’altra sono ormai fermi da quattrocentosessantadue anni sei mesi tre giorni quattro ore ventisette minuti e quarantotto secondi fieri e orgogliosi di segnare il tempo del paesino!
L’uno capì che la sua posizione era importantissima anche se un po’ noiosa, che le lancette dovevano seguire il loro instancabile cammino che se il dodici non si fosse messo nella posizione sopra, nessuno avrebbe capito più quando mangiare. In poco tempo tutti i numeri e le lancette si riposizionarono al proprio posto poiché avevano capito che il loro compito era importantissimo andava svolto con precisione ordine e senza alcun scambio di ruoli con umiltà e perseveranza.
La vita tornò così alla normalità finalmente i bambini poterono entrare a scuola al suono della campana, gli aerei tornarono a partire, il nostro povero sindaco affamatissimo poté mangiare, i nonni ritrovarono il giusto sonno.
“Ah dimenticavo! il nostro orologio ancora oggi continua a scandire il tempo! L’otto un po’ brontolone, la lancetta dei secondi un po’ arrugginita ; ma tra una aggiustatina e l’altra sono ormai fermi da quattrocentosessantadue anni sei mesi tre giorni quattro ore ventisette minuti e quarantotto secondi fieri e orgogliosi di segnare il tempo del paesino!
Renato & Anna