giovedì 27 novembre 2008

LA FIABA


In un pomeriggio di parecchi anni fa di un giorno che non so probabilmente ancora quando frequentavo le scuole elementari io e mia mamma avevamo scritto questa favola! ora dopo parecchi anni provo a riscriverla … ...

La protesta degli orologi!

In un piccolo paesino nelle fredde distese di verde nel nord della Scozia c’era una chiesetta con un bellissimo campanile che dominava con il suo orologio. Da ogni punto del paese si vedeva, spiccava maestoso, il suo orologio aveva da parecchi secoli segnato il tempo; testimone della vita e delle vicende di questa comunità.
Era l’orologio di tutti! Donne uomini bambini uccelli piante fiori; con i suoi grandi numeri in ferro battuto e due bellissime lancette a forma di freccia che si rincorrevano! Era preciso, non sbagliava un colpo! Tutto si muoveva intorno a lui, le campane ad ogni suo quarto suonavano, la scuola apriva con il tocco delle otto e quindici ed il parroco il sindaco si sedevano a tavola per il pranzo al tocco delle dodici!
“Ah dimenticavo al suono delle ventuno tutti i bimbi a nanna!”
Un giorno il numero otto stanco ed annoiato di rimanere lì fermo da secoli, si rivolse al suo vicino e gli disse:
“Vedi caro sette noi siamo qui fermi da duecentosettantre anni quattro mesi dodici giorni tre ore e ventiquattro minuti, io sono stanco non ce la faccio più, vorrei muovermi! Mi piacerebbe correre come le lancette, loro sono più fortunate! Vedi; si rincorrono gareggiano! Tutto questo non è giusto!”.
Il numero sette un po’ stordito e assonnato dapprima non diede molta importanza alle sue parole, “da che mondo e mondo si sa che gli otto sono sempre stati dei lagnosi mai contenti di niente” aveva pensato tra se’; ma lui era li’ da secoli e non si era mai posto questo problema.
Ma come un tarlo che scava l’idea di provare cose nuove e diverse si insinuò nel povero numero che si convinse che l’otto forse aveva ragione “si” pensò tra sé “dobbiamo fare qualcosa” “la situazione deve cambiare!”
Ora dopo ora giorno dopo giorno il mormorio si fece sempre più forte contagiò tutti i numeri, ma anche le lancette che stanche del continuo girare fantasticavano all’idea di riposarsi.
A questo punto fu proprio il numero otto che decise di organizzare un riunione per parlare e decidere una linea comune.
All’unanimità numeri e lancette decisero di cambiare le posizioni a proprio piacere di muoversi e fermarsi! Lo stupore fu grande! Le lancette finalmente potevano riposarsi e all’impazzata i numeri correvano intorno chi per cambiare posto chi per sgranchirsi un po’. La notizia come un tam tam si sparse a macchia d’olio tra tutti gli orologi della regione della Gran Bretagna e in tutto il mondo!
Nel frattempo qualcosa nel paese stava cambiando; i bambini rimasero fuori da scuola in attesa del tocco della campana che non arrivò mai. Il prete rimase a tavola in attesa del pranzo fino a notte fonda!
A catena la rivoluzione si sparse per tutto il mondo e di conseguenza si creò il caso. Strade bloccate con semafori impazziti! Aeroporti nel caos aerei pronti a partire ma in anticipo e in ritardo! Pendolari in attesa di treni che erano già passati! File interminabili davanti a banche e poste in attesa dell’apertura mai giunta. Nonni che si svegliavano allora di andare a dormire e bambini che dormivano sui banchi di scuola invece di studiare! I panettieri non riuscivano a cuocere il pane si bruciava! Appuntamenti di lavoro che saltavano. Insomma non si capiva più niente!
Finchè un bel momento tutti i potenti i grandi e i re della terra si riunirono per far fronte a questa crisi mondiale. Ma anche gli orologi videro il caos e di comune accordo si riunirono e in presenza del nostro ormai famosissimo numero otto felice del successo e della popolarità che aveva raggiunto con la sua idea, rifletterono a lungo e si convinsero dell’importanza che ognuno di loro aveva rispettando ruoli e posizioni.
L’uno capì che la sua posizione era importantissima anche se un po’ noiosa, che le lancette dovevano seguire il loro instancabile cammino che se il dodici non si fosse messo nella posizione sopra, nessuno avrebbe capito più quando mangiare. In poco tempo tutti i numeri e le lancette si riposizionarono al proprio posto poiché avevano capito che il loro compito era importantissimo andava svolto con precisione ordine e senza alcun scambio di ruoli con umiltà e perseveranza.
La vita tornò così alla normalità finalmente i bambini poterono entrare a scuola al suono della campana, gli aerei tornarono a partire, il nostro povero sindaco affamatissimo poté mangiare, i nonni ritrovarono il giusto sonno.
“Ah dimenticavo! il nostro orologio ancora oggi continua a scandire il tempo! L’otto un po’ brontolone, la lancetta dei secondi un po’ arrugginita ; ma tra una aggiustatina e l’altra sono ormai fermi da quattrocentosessantadue anni sei mesi tre giorni quattro ore ventisette minuti e quarantotto secondi fieri e orgogliosi di segnare il tempo del paesino!
Renato & Anna

mercoledì 26 novembre 2008

VIENI SIGNORE VIENI MARANATHA'

Vieni Signore! Ti sei offerto a noi! e noi siamo ad un bivio, accoglierti o rifiutarti. Questa scelta va rinnovata quotidianamente, è impegnativa e radicale. Essere Figli del regno significa questo!
" Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde."


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Matteo 12, 22-32
In quel tempo fu portato al Signore Gesù un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva. Tutta la folla era sbalordita e diceva: «Che non sia costui il figlio di Davide?». Ma i farisei, udendo questo, dissero: «Costui non scaccia i demòni se non per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni». Egli però, conosciuti i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi. Ora, se Satana scaccia Satana, è diviso in se stesso; come dunque il suo regno potrà restare in piedi? E se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Ma, se io scaccio i demòni per mezzo dello Spirito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Come può uno entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega? Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata. A chi parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro».
Amen

martedì 25 novembre 2008

LA GIUSTIZIA NEL RAPPORTO DI COPPIA

Una particolare categoria di "prossimo" è certamente rappresentata dall'uomo, o dalla donna, che condivide con noi la totalità della vita sotto lo stesso tetto. Su questo punto l'argomento si farebbe abbondante, dal momento che si entrerebbe nella profondità del sacramento del matrimonio, vocazione che ripristina l'immagine di Dio impressa all'origine sul rapporto della prima coppia.
E' un tema troppo vasto che non potremo affrontare qui sotto i molteplici risvolti di cui si compone. Facciamo perciò una scelta, che in fondo è conforme alla pista che seguiamo fin dall'inizio: il margine della virtù della giustizia. Ci soffermiamo quindi sul rapporto interpersonale della coppia, tralasciando le altre tematiche teologiche connesse al sacramento.La vita di coppia, considerata sul piano della relazione reciproca di due persone, viene descritta dalla Bibbia in modo da offrire a ogni coppia credente le tracce di uno stile di vita quotidiana conforme alle aspettative di Dio. Cercheremo qui di mettere in luce i tratti fondamentali di questo insegnamento biblico. La prima cosa che balza subito agli occhi è il fatto che una relazione d'amore, costruita secondo Dio, deve essere priva dei rapporti di forza.
Il racconto della creazione contiene già questo elemento di pacificazione reciproca che deve caratterizzare la coppia che vive il suo amore nella luce di Dio: "Non è bene che l'uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia simile… Il Signore Dio plasmò una donna e la condusse all'uomo" (2,18.22). Questi brevi enunciati raggiungono una notevole profondità antropologica e teologica al tempo stesso: la coppia pensata da Dio è una coppia che nasce innanzitutto sulla base della similitudine.
La prima esperienza di pace nel rapporto tra due persone consiste nell'avere lo stesso cuore. E' difficile che un uomo e una donna possano costruire insieme un amore veramente felice se sono uniti da una similitudine soltanto superficiale (il piacersi fisicamente o caratterialmente, l'avere gli stessi gusti…) e sono invece diversi nella maniera di interpretare la vita e negli obiettivi fondamentali da perseguire.
L'amore donato da Dio alla coppia delle origini può fondarsi solo sulla similitudine della coscienza, quando cioè l'uomo e la donna credono negli stessi valori, condividono le stesse aspirazioni, interpretano la vita nella medesima chiave. Il secondo enunciato (v. 22) si muove invece sul registro dello stile di vita: Adamo non si appropria di sua moglie, è Dio che gliela offre come un dono. La coppia che vive nella luce di Dio non perde mai di vista il fatto che, pur nella reciproca e totale appartenenza, nessuno dei due è "padrone" dell'altro. Piuttosto, l'altro si accoglie con il rispetto e la delicatezza con cui si accoglie un dono prezioso fatto da Dio.
L'incontro di Tobia e di Sara veicola infatti proprio questo insegnamento; Tobia prende Sara non come una moglie autonomamente scelta, ma come la donna che Dio ha giudicato adatta per lui: "Dal cielo è stato stabilito che ti sia data" (Tb 7,12). Di fatto, sempre nel libro della Genesi, i rapporti di forza entrano nella vita di coppia solo dopo il peccato originale e perciò non esprimono la volontà di Dio, ma solo la conseguenza di un disordine voluto dall'uomo e progettato dal diavolo: "Alla donna Dio disse: verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà" (Gen 3,16). Questo "egli ti dominerà" segna l'ingresso dei rapporti di forza che hanno snaturato l'amore umano, deformandolo nel suo significato sacramentale, ossia nella sua capacità di rendere visibile l'amore di Dio. Cristo, nella sua risposta ai farisei che lo interrogavano sul divorzio, fa riferimento a una condizione in cui la coppia umana non è più quello che Dio aveva stabilito al principio della creazione (cfr. Mt 19,8). Nelle parole di Cristo si comprende che l'amore umano ha perduto lo splendore che aveva all'origine, perché il peccato ha ferito gli equilibri della persona e il cuore si è ammalato di indurimento. Alla luce di questo presupposto, il Maestro afferma che il fallimento dell'amore umano non è dovuto a una qualche forma di incompatibilità tra l'uomo e la donna, ma è da attribuirsi a una causa più profonda, ossia lo stato di malattia del cuore oscurato dal peccato. Sarà necessaria la redenzione perché la coppia umana possa avvicinarsi allo splendore delle origini, recuperando l'intimità con Dio, perduta con la cacciata dall'Eden. Lo stile delle relazioni tra marito e moglie viene ripreso dall'Apostolo Paolo nella lettera agli Efesini, con una amplificazione del discorso nella prospettiva sacramentale. Abbiamo già detto, però, che in questa sede non ci occuperemo della teologia della coppia, bensì del ritratto biblico della coppia. Paolo presenta in termini nuovi quello che può sembrare non solo un discorso vecchio, ma anche un discorso che dovrebbe essere superato nella nuova economia del NT. L'Apostolo "sembra" infatti suggerire la sottomissione della donna all'uomo. Ci sembra opportuno chiarire qui cosa egli abbia inteso dire. Il suo enunciato suona intanto così: "Le mogli siano sottomesse ai loro mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie come Cristo è capo della Chiesa" (Ef 22). Il concetto di "sottomissione" ha bisogno di essere contestualizzato, per non correre il rischio di cadere in un madornale fraintendimento. Sarebbe un errore tentare di capire il senso delle parole dell'Apostolo senza tenere conto di ciò che egli subito dopo aggiunge: "E voi, mariti, amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa" (v. 25).
Ora, noi sappiamo che Cristo ha amato la Chiesa lavando i piedi ai suoi discepoli e rappresentando così il senso profondo dell'offerta della propria vita per la nostra salvezza. Se dunque la moglie deve essere sottomessa al marito come a Cristo, il marito, a sua volta, deve mantenere verso di lei lo Cristo stesso atteggiamento di Cristo, chino in un instancabile servizio.
Sotto questa chiave scopriamo allora che la "sottomissione" è un atteggiamento altissimo e nobile, se è ispirato dall'amore e dall'imitazione di Cristo. Non ci inoltriamo nelle altre categorie di "prossimo" per le quali, volendo stabilire il livello della giustizia, basta ribadire il principio riportato dal Vangelo di Luca: "Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro" (6,31).
don Enzo Cuffaro

lunedì 24 novembre 2008

VIENI SIGNORE VIENI MARANATHA'

E' iniziata ieri la seconda settimana di Avvento, focalizzo l'attenzione sull'Attesa di Gesù che entri nel cuore delle nostre case della nostra famiglia, della nostra coppia! Che arda e riscaldi i cuori dei membri di questa piccola chiesa.

Vieni Signore Gesù,
apri il nostro cuore al Tuo ascolto!
dacci la forza di ascoltarci!
di comprenderci di aiutarci
di amarci con un amore rinnovato!
O Signore Gesu' vieni!
donaci la pazienza,
donaci serenità
donaci umiltà
benedici questa nostra famiglia
che a fatica cammina
illuminata dalla Tua presenza.

Vieni Signore vieni Maranatha'


òòòàààààààààààààààààààììììììììììììììsddsad


E' stato un week end molto intenso, quello che si è appena concluso! Sabato dopo una mattinata dedicata ai lavori di casa, ci siamo concessi una pausa di stacco dal tran tran, approfittando del riposo del torneo di pallavolo abbiamo fatto visita agli zii! in queste situazioni ti accorgi come ogni famiglia vive la propria croce della malattia della sofferenza, come spesso tutte queste cose ci provano, ci intristiscono creano nel nostro cuore reazioni diverse. Chi non riesce ad accettare, chi si abbatte! Affidiamo a Maria Madre dei sofferenti tutte queste tribolazioni!
Maria che hai sofferto
ai piedi della Croce
ti affidiamo
tutte le persone che sono malate
coloro che soffrono,
i familiari e tutti coloro che sono vicini!
perchè illuminati dalla Tua presenza
siano sostenuti
alleviati nella fatica quotidiana!
Amen
Ave, Maria,
piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria,
Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Domenica mattina corsettina su per Morterone! 15 km di salita da Ballabio tra tornanti ripidi, stellata fantastica , quarto di luna che illuminava la strada arietta un po' gelata! (-2° gradi alla partenza ore 5.30) rientro per Messa e pranzo pomeriggio insieme in festa del Coro per Santa Cecilia! Buona settimana!

venerdì 21 novembre 2008

La fiaba


Il Bruco e la Farfalla


Un piccolo bruco camminava verso la grande montagna. Molto vicino della sua strada c'era un grillo."dove vai??" gli chiese. Senza smettere di camminare, il bruco rispose: "Ieri sera ho fatto un sogno, sognai che ero sulla cima della montagna e da li potevo guardare tutta la valle.Mi è piaciuto quello che ho visto e cosi voglio realizzare il mio sogno.
Sorpreso, il grillo disse mentre il bruco si allontanava: "Devi essere pazzo! Come farai ad arrivare fin là???? Tu, un piccolo bruco??Per te, una pietra sarà una montagna, una piccola pozzanghera sarà un mare, e qualsiasi ramo sarà una barriera impossibile da oltrepassare." Ma il piccolo bruco era gia lontano e non lo sentì.
I suoi piccoli piedi non smettevano di muoversi. Poi sentì la voce dello scarafaggio:"Dove vai con tanto sforzo?"Gia un bel po' sudato, il piccolo bruco rispose: "Ieri sera ho fatto un sogno, sognai che ero sulla cima della montagna e da lì potevo guardare tutta la valle. Mi è piaciuto quello che ho visto e cosi voglio realizzare il mio sogno."Lo scarafaggio si mise a ridere, e disse: "Ma se neanche io con le mie grandi zampe comincerei un'impressa così difficile. E rimase stesso per terra ridendo mentre il bruco continuava la suastrada.
Uguale successe col topo, il ragno, la rana e il fiore. Tutti gli consigliavano di smettere."Non arriverai mai..!", gli dicevano
Ma il piccolo bruco continuo a camminare, perché dentro di sè sentiva che doveva farlo.
Già stanco e senza forze, e sentendosi al punto di morire, decise di fermarsi a riposare e costruire, col suo ultimo sforzo, un posto per dormire quella notte."Cosi mi sentirò meglio." disse.
Ma morì.
Per giorni, gli animali si avvicinarono a vedere i suoi resti.Lì c'era l'animale più pazzo del mondo, che aveva costruito la sua tomba come un monumento alla mancanza di buon senso.Li c'era l'ultimo rifugio di uno che era morto per andare dietro ad unsogno.
Giorni dopo, una mattina nella quale il sole brillava in una maniera speciale, tutti gli animali si riunirono intorno a quello che era diventato un avviso per tutti loro.
All'improvviso tutti restarono a bocca aperta:quel bocciolo grigiastro, comincio a rompersi e con meraviglia videro un paio di occhi e due antenne.........
A poco a poco, per dargli tempo di rimettersi da quell'impatto, apparirono due bellissime ali dai colori stupendi.
Era una farfalla!Nessuno disse niente perché già sapevano cosa avrebbe fatto.
Sarebbe andata volata in cima alla montagna a vedere da là su, tutta la valle.E cosi compiere il suo sogno.. il sogno per il quale era vissuto e s'era sforzato fino a morire ed era rinato per compierlo.
Tutti s'erano sbagliati meno lui.

giovedì 20 novembre 2008

E' giovedì la settimana sta volando, le temperature piano piano si abbassano, finalmente ieri pomeriggio dopo tanta attesa è arrivata la telefonata (rincuorante) del cardiochirurgo che ci tranquillizza! anche se l'ombrellino pare dagli esami non abbia chiuso completamente il forello, non è comunque una preoccupazione, e la terapia più appriopriata è ascriptina pazienza attesa e serenità! ci rivediamo ad aprile per i controlli dell'anno! nel frattempo Segnalo queste poche righe molto significative sul rapporto tra:
DOLORE E AMORE

Il dolore ci rende deboli e fragili, ma anche in noi permane la tendenza al “superuomo”. E’ inutile che fingiamo di non avere tale pretesa. In fondo, anche in noi trionfa questa aspirazione alla potenza. Le visuali del mondo tendono a fissarsi sulla potenza e sulla produzione.
Gesù è venuto a portare la buona novella ai poveri ed ai deboli. La cosa più straordinaria del Vangelo è questa. E’ nel cuore di questo fatto essenziale del dolore che noi troviamo la vita dell’uomo nuovo.
La tendenza dell’uomo d’oggi fanno correre e rendono attivi e indifferenti al povero, che è costretto a rimanere sui margini della strada, così che tutti hanno il terrore del silenzio e delle fermate. Dio, però, se ne ride del nostro arrivismo e facilmente porterà avanti il povero che è stato costretto a fermarsi. Non per nulla ha ripetuto più volte, nel Vangelo, che gli ultimi saranno i primi.
L’esperienza ci dice che colui che ama è costretto ad essere fragile, ma il precetto fondamentale del cristianesimo è quello dell’amore. Ora, amando, non possiamo non incontrare il dolore, che è l’altra faccia della stessa medaglia. E’ in questo amore-dolore che noi possiamo operare il miracolo di apprezzare la debolezza, la povertà la vecchiaia. Se riusciamo ad amare la nostra debolezza e la nostra miseria, illuminiamo il più bello dei misteri e entriamo nella perfetta letizia. Noi diventiamo capaci di illuminare ciò che solo san Francesco sembrava capace di far splendere!
G.Antonioli, L’ospite più strano.
buona giornata!

mercoledì 19 novembre 2008

VIENI SIGNORE VIENI, MARANATHA'

Gesù viene ogni giorno, entra nella nostra vita e ci invita a seguirlo! Con la consapevolezza della nostra povertà, delle nostre debolezze e meschinità mettiamoci in ascolto della Sua Parola; apriamo con umiltà il nostro cuore alla sua venuta! speriamentolo nell' incontro con i nostri fratelli.

VANGELOMt 9, 9-13
In quel tempo. Andando via di là, il Signore Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Preghiamo
Padre, ci chiami ad essere uomini e donne dallo sguardo di Misericordia:
donaci la forza di non puntare il dito al fratello che fa fatica a seguire Gesù,Tuo Figlio e nostro Signore.
Rendici capaci di metterci a tavola con Te con il solo desiderio di “stare alla tua Mensa” per condividere con i fratelli il perdono e il pane del tuo Regno.
AMEN

martedì 18 novembre 2008

LA COPPIA E LA COMPLICITA’


DI ANGELO PELUSO

Un rapporto complice implica un condividere un territorio mentale con un’altra persona indipendentemente dall’abitare nella stessa casa o in luoghi fisici diversi. Essere complice con l’altro significa vivere con lui\lei un attaccamento psichico senza invaderlo o impossessarsene, ma definendo ogni propria azione come frutto di una strategia condivisa dal partner senza riserve (anche se ci fossero diverse vedute). In altre parole è l’accettazione totale dell’altro che porta a un rapporto basato sulla lealtà e la fedeltà al di là di falsi e stereotipati comportamenti di pseudo-unità.

Se l’alleanza implica unire le forze comuni per un obiettivo o un ideale scelto insieme (il che paradossalmente non necessita obbligatoriamente di intimità con l’altro), la complicità deve necessariamente prevedere la capacità a vivere una relazione intima.

L’intimità è il primo segno di un rapporto esclusivo in cui si entra nella sfera d’azione dell’altro per condividerne le emozioni e le azioni (pur non essendo necessario partecipare direttamente). Questa sensibilità a saper entrare in relazione con gli altri dovrà favorire rapporti positivi nel gruppo dei pari e in tutti quei contesti socializzanti significativi.

Nell’età adulta l’intimità è indispensabile per vivere una buona sessualità in cui si possa condividere con l’altro l’espressività del proprio esser uomo\donna e il piacere erotico. Moltissime patologie sessuali sono “spie rosse d’allarme” di una patologia dell’intimità, del timore cioè di lasciarsi andare temendo di subire restrizioni al proprio spazio d’azione e quindi un soffocamento della propria immagine personale.

La falsa intimità è quando ci sono esagerate idealizzazioni (necessarie soprattutto alla propria immagine) magari necessarie per curare ferite narcisistiche derivate da rapporti precedenti. La complicità di coppia è la meta più importante nel cammino tra due partner, ma per raggiungerla occorrono numerosi accomodamenti che sono le necessarie tappe per arrivare alla sintonia.

Numerosi uomini e donne spesso si innamorano di una fantasia piuttosto che della persona reale che sostengono di amare proprio per i bisogni, le aspirazioni, le ferite, i desideri nascosti. Il conoscersi è fondamentale proprio per non riversare sull'altro le proprie difficoltà relazionali, le proprie confusioni interne, le ansie accumulate nelle vicende affettive precedenti.

Conoscere il partner significa cominciare a cogliere la sua personalità e le sue peculiarità facendo attenzione a non cadere nelle generalizzazioni, nell'illusione di dare per scontato di accettarlo ed essere accettati a-criticamente. L’intimità si costruisce attraverso il gioco proprio perché l’aspetto ludico aiuta a cogliere la curiosità, la creatività e la magia, intesa come capacità di lasciare aperta la porta sul fantasmatico e di permettere, almeno ogni tanto, al “bambino che è in noi” di partecipare alla vita di coppia.

Essere creativi significa riuscire a coinvolgere il partner nei nostri desideri segreti e vivere insieme momenti di regressione cosiddetta infantile per recuperare le nostre potenzialità nascoste. L'intimità relazionale è proprio la capacità di condividere in modo privilegiato pensieri e fantasie con un'altra persona.

Una mancanza di complicità si ripercuote inevitabilmente anche in altre sfere esterne dal lavoro alla vita sociale; una volta “perduti i riferimenti” è come se la persona mancasse di coordinamento nelle sue attività. La mancanza di complicità significa inevitabilmente “crisi” del rapporto, ma saper affrontare la crisi guardandola come momento di evoluzione, è l'indice più significativo di un’ alleanza esistente tra i due partner nonostante il momento difficile.

La presenza di ideali condivisi e di strutture di coppia chiare e definite permette un arginamento dello stress soprattutto tenendo conto che oggi c'è una grande confusione tra norme,valori,regole e strutture della vita di coppia che si ripercuote in sensazioni di insicurezza, inadeguamento, ansietà, vergogna, colpa. Costruire la complicità significa, quindi, porre le basi per un “non sentirsi mai soli” nemmeno tra mille difficoltà (nel lavoro, con gli amici ,nelle situazioni stressanti ecc.).

In fin dei conti, vivere la complicità con il partner è sentire la presenza dell’altro con tutta la sua diversità dentro di noi, con amore e con rispetto,riuscendo a rivestire il ruolo di chi parla e di chi ascolta arrivando ad un senso critico di se stesso. Questo implica camminare sulla stessa strada verso una meta comune non rigorosamente determinata, ma modificabile sulla base delle rispettive esperienze e conoscenze che diventano “territorio di entrambi” come una sorta di patrimonio genetico condiviso con il meglio di sé.

lunedì 17 novembre 2008

VIENI SIGNORE, VIENI MARANATHA'

E' iniziato per il rito Ambrosiano l'Avvento! Tempo di Attesa!

Ieri sono riuscito a ritagliarmi due orettine di pausa nella cappellina dell'oratorio facendo risuonare più volte questa invocazione:


Vieni Signore, vieni Maranatha'!

Vieni o Gesù
nel mio cuore inquieto!
spalanca le porte di un cuore atrofizzato,
chiuso nell'egoismo!
donami la Tua Pace
la vera Pace.

Guarisci il mio cuore malato
lacerato dal peccato
ferito dall'infedeltà
soffocato, appesantito oppresso.

Vieni con la Tua luce
illuminami!
Vieni con il Tuo calore
Scaldami!
Vieni in mio soccorso
Aiutami!

A te mi affido,
ti attendo!
ho bisogno di Te
del Tuo Amore!
ho necessità vitale
di essere amato!

Vieni Signore, Vieni Maranatha ... ...

venerdì 14 novembre 2008

Domani c'è il terzo incontro del Gruppo La Famiglia. Segnalo il capitolo 4 del libro Cantico dei Cantici:


Cantico dei Cantici - Capitolo 4

Lo sposo

[1]Come sei bella, amica mia, come sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono un gregge di capre,
che scendono dalle pendici del Gàlaad.
[2]I tuoi denti come un gregge di pecore tosate, che risalgono dal bagno; tutte procedono appaiate, e nessuna è senza compagna.
[3]Come un nastro di porpora le tue labbra e la tua bocca è soffusa di grazia; come spicchio di melagrana la tua gota attraverso il tuo velo.
[4]Come la torre di Davide il tuo collo, costruita a guisa di fortezza.
Mille scudi vi sono appesi,
tutte armature di prodi.
[5]I tuoi seni sono come due cerbiatti, gemelli di una gazzella, che pascolano fra i gigli.
[6]Prima che spiri la brezza del giorno e si allunghino le ombre, me ne andrò al monte della mirra e alla collina dell'incenso.
[7]Tutta bella tu sei, amica mia,
in te nessuna macchia.

La sposa

[10]Il mio diletto è bianco e vermiglio, riconoscibile fra mille e mille.
[11]Il suo capo è oro, oro puro,
i suoi riccioli grappoli di palma,
neri come il corvo.
[12]I suoi occhi, come colombe
su ruscelli di acqua;
i suoi denti bagnati nel latte,
posti in un castone.
[13]Le sue guance, come aiuole di balsamo, aiuole di erbe profumate; le sue labbra sono gigli, che stillano fluida mirra.
[14]Le sue mani sono anelli d'oro,
incastonati di gemme di Tarsis.
Il suo petto è tutto d'avorio,
tempestato di zaffiri.
[15]Le sue gambe, colonne di alabastro, posate su basi d'oro puro.
Il suo aspetto è quello del Libano,
magnifico come i cedri.
[16]Dolcezza è il suo palato;
egli è tutto delizie!
Questo è il mio diletto, questo è il mio amico, o figlie di Gerusalemme.

giovedì 13 novembre 2008

MESSAGGIO DI TENEREZZA

Ringrazio Marco che mi segnala questo scritto molto bello:





Ho sognato


che camminavo in riva al mare


con il Signore


e rivedevo sullo schermo del cielo


tutti i giorni della mia vita passata.


E per ogni giorno trascorso


apparivano sulla sabbia due orme:


le mie e quelle del Signore.


Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma,


proprio nei giorni


più difficili della mia vita.


Allora ho detto:


"Signore io ho scelto di vivere con te


e tu mi avevi promesso


che saresti stato sempre con me.


Perchè mi hai lasciato solo


proprio nei momenti più difficili?"


e Lui mi ha risposto:


"Figlio, tu lo sai che io ti amo


e non ti ho abbandonato mai:


i giorni nei quali


c'è soltanto un'orma sulla sabbia


sono proprio quelli


in cui ti ho portato in braccio."




Anonimo brasiliano

mercoledì 12 novembre 2008




E' proprio un periodo di lavoro intenso ... ... non trovo il tempo di scrivere, riesco ad aggiornare solo il santo del giorno! ieri ho pregato insieme ad altri colleghi partecipando alla Messa per la morte del papa' di Elisa (collega).


Eterno riposo

dona a lui o Signore,

Splenda a lui la luce perpetua

riposi in pace,

Amen

Ad Elisa un abbraccio forte, a sostegno di questo triste momento!






E' ancora vivo e forte l'entusiasmo per la festa di domenica; la S.Cresima di Alessandro!
Una festa riuscita ... ... la celebrazione molto sobria e partecipata con grande silenzio! le parole del nostro Vicario semplici ma molto efficaci!
Il pranzo e il pomeriggio insieme sono stati veramente belli a partire dall ' agriturismo, dal menu ma soprattutto dalla allegra compagnia ... ... ...




I PICCOLINI ....


I BIMBI ... ...





LE GRANDI ...





I PIU' GRANDI ....




I GRANDISSIMI ........




giovedì 6 novembre 2008

IL FIORE




Finalmente sei esploso!
ti sei aperto alla vita.
Dentro le tue foglie sei cresciuto
il tuo grembo ti ha protetto.

Ora con tutta la tuà maestosità
sei venuto alla luce
hai mostrato il tuo tesoro
i tuoi colori
le tue forme diverse
perfezione del creato!

E' un miracolo,
che si ripete da sempre!
scandisce il tempo ... ...

Fermati uomo!
ascolta ti devo parlare ...
"Amico!
guardami ... ammirami ... rispettami ...
sono immagine del mio e tuo creatore!"

martedì 4 novembre 2008

VIENI SPIRITO SANTO

In questo anno abbiamo in parte già riflettuto sulla Cresima e sullo Spirito Santo, assistiamo alla crescita dei nostri figli (i nostri bambini... ) abbiamo pregato e condiviso con loro questa tappa importante della loro vita; un pensiero ed una preghiera va a tutti nessuno escluso Paolo Michela Andrea Samuele Gaia Francesca Alessandro Sabrina ...

Segnalo Questo brano della Parola di Dio per ricordarci i 7 doni dello Spirito Santo:

LETTERA AI GALATI 5 22 /25

22Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé;
23contro queste cose non c’è legge.
24Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri.
25Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.
Gloria al Padre,
al Figlio e allo Spirito Santo
come era nel principio
ora e sempre nei secoli dei secoli
Amen
Sapienza: E’ l’esperienza gioiosa delle realtà soprannaturali. Ci da una conoscenza di Dio che non passa dalla conoscenza delle cose ma dalla condivisione della sua stessa vita. E’ fondamentale nella vita Cristiana, Risponde alle nostre esigenze di felicità. In Sapienza 8 abbiamo la sposa che offre tutte le gioie dell’intimità con Dio. E’ la gioia degli Apostoli dopo la Pentecoste. E’ l’anticipazione del Paradiso.
Intelletto: E’ la risposta al bisogno di conoscenza e verità. Ci fa comprendere in maniera chiara quello che la luce della fede ci fa comprendere in maniera crepuscolare. Nell’ultima cena Gesù dice: "Vi ho detto queste cose ma il Padre vi manderà lo Spirito Santo che vi insegnerà ogni cosa". E’ indispensabile nell’Evangelizzazione e nella catechesi, sia per chi parla che per chi ascolta. Fa capire in profondità la Parola di Dio e fa gustare la bellezza delle realtà rivelate.
Consiglio: Offre un discernimento intuitivo e sicuro nelle scelte che facciamo per conoscere la volontà di Dio. Pensate alla scelta vocazionale. Accresce la virtù della Prudenza. Fa sì che le nostre azioni siano degne di Dio; ci fa agire sempre per la gloria di Dio.
Fortezza: Ci abilita a sopportare fatiche e sofferenze ma anche ad affrontare tentazioni e difficoltà. E’ lo spirito dei martiri, di coloro che sono ammalati da tempo e offrono queste sofferenze. Solo un amore grande riesce a superare tutte le difficoltà. "Non ci spaventino le prove o i dolori, a chi ama, Dio moltiplica i dolori. E’ dai dolori più grandi che sorgono le gioie più grandi". "Vivere, palpitare, morire ai piedi della croce o in cima alla croce". "Non domandiamo a Cristo che ci liberi dalle croci, sarebbe la nostra rovina, domandiamo che ce le aumenti, e ci dia la capacità di portarle con gioia con lui".
Scienza: Dell’intelletto abbiamo detto che ci fa intuire le verità, la scienza ci da la capacità di vedere le cose come le vede Dio. Fa sì che possiamo vedere sempre tutte le creature con gli occhi della fede. Fa percepire con sensibilità viva la presenza del Creatore nelle creature e la presenza di Gesù in tutti gli uomini. E’ alla base della santità perché ci pone sempre alla presenza del Signore.
Pietà: Ci fa sperimentare la tenerezza del Padre e ci fa sentire figli prediletti. "Come un bimbo sereno in braccio alla madre". Ci da il senso della Divina Provvidenza, che riconosce che siamo figli di Dio e che lui provvede a tutto. "Il Signore non turba mai la pace dei suoi Figli se non per darne una maggiore" (Don Orione). E’ la forza del pentimento dei peccati. E’ l’amore dei figli verso il Padre. Esempio è Enea che fugge da Troia portando in spalle il padre.
Timore di Dio: Non è paura, ma il riconoscere la santità e la trascendenza, la maestà di Dio. E’ il santo che cantiamo ogni giorno a Messa (Is 6,1). Rende vivo il valore di Dio nella nostra vita, ci fa coscienti della sua presenza e ci fa dispiacere di far qualcosa contro di Lui. Adorazione, lode, ringraziamento partono da qui.

_____________Ave Maria___________

_____________Ave Maria___________
Questa preghiera è dedicata a ... ... ...

__SOSTEGNO DI CHI E' MALATO!__

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.

Amen.