domenica 25 ottobre 2009

Dieci anni di corsa ... ...

Oggi domenica 25 Ottobre 2009 si chiude il decimo anno di corsa! Inizialmente l’idea era quella di buttare li’ un po’ di numeri ma che agli addetti ai lavori (i veri podisti!) avrebbe fatto semplicemente ridere …

12942 chilometri percorsi in
77992 minuti … …
13 paia di scarpe consumate
15 Maratone
3 mezze maratone
4 Milano-Pavia
1 Lecco Cassano
1 Passatore
2 Eco Maratone
- 3 58’ 30” primato in maratona
- 1 44’ 41” primato nella mezza
- 5 17’ 20” tempo 50 km
- 15 16’ 10” tempo 100 km

E invece preferisco ripensare a questi anni trascorsi tra alti e bassi! Soddisfazioni, risultati ottenuti, fallimenti, infortuni cadute ecc … … e si! Dieci anni sono proprio pochi! Sono ancora un bambinetto alle prime armi che si entusiasma facilmente e che con la stessa naturalezza si abbatte!
Tante cose sono cambiate in questi dieci anni, abitudini ritmi velocità e modo di correre. Ora sono sicuramente molto meno legato a schemi orologi tempi e obiettivi, ma la voglia e la soddisfazione sono uguali, o forse sono maggiori! Spero di poter correre ancora parecchio; soprattutto in compagnia di tutte quelle persone con cui l’ho fatto fino ad ora!
Grazie a Marco Paolo Mariangela Edoardo Fabio Stefania Mirko ecc … …
Renato

giovedì 22 ottobre 2009


E’ giovedì 22 ottobre 2009 sono le 5 la sveglia suona, è ora di alzarsi per il giretto mattutino! Il primo pensiero va alla mamma, quattro anni fa è mancata! Casualmente non ho appuntamento con il solito compagno di mille corse (Marco). Uscendo mi accorgo subito che non fa tanto freddo anzi la temperature è salita di qualche grado rispetto a martedì, dal cielo cade una fittissima pioggerellina che mi rinfresca il viso … … …
Decido di fare lo stesso giretto, quindi prendo la strada che va in direzione di San Donato, è tanto che non corro da solo in più ho rimesso dopo almeno due annetti il cronometro al polso; principalmente per evitare di fare tardi!
Mi sento bene, sono riposato le gambette vanno, il solito passettino! Ora dopo i primi minuti iniziali i pensieri iniziano a correre, seguono i passi! Mi viene subito in mente la mamma, sono passati quattro anni! Mi sembra sia passato così tanto tempo ma dall’altra parte i ricordi sono molto freschi. I pensieri si trasformano in preghiera, dopo un ‘eterno riposo mi ritrovo a scorrere la decina del rosario! Affido la mamma alla nostra mamma, chi più di lei capisce, ascolta interpreta, la nostra vita!
Dopo una decina ne segue un’altra e poi un’altra ancora, alla quinta decina la preghiera è rivolta ai quattro genitori, il passo è sempre molto leggero come la mente, è un piacere, correre ritmare la preghiera e pensare al papa alla mamma alla Delfina e al Sergio!
Le preghiere si ripetono ritmate dal passo e dal respiro, ad ogni frase corrisponde un movimento incontrollato del respiro. Anche la preghiera ormai è incontrollata segue il passo, segue il respiro è un tutt’uno corpo e mente … Alla decina successiva la preghiera è rivolta a tutti quei neonati che non riescono a sopravvivere e in particolare a Raluca a Roberto e a tutti quelli che non arrivano alla fine della maternità … … mi distraggo, guardo il cronometro sono vicino al parco della Snam e mi accorgo che sto correndo da 38 minuti!
Ora la mente ritorna alla mamma, mi tornano alla memoria momenti belli della vita passati in famiglia, tra tutti le vacanze di Edolo, le camminate per andare in paese a far spesa! Il suo modo particolare di far da mangiare, le vacanze con la roulotte, la capacità di stimolare la fantasia nostra di bambini! Tante troppe cose corrono e si susseguono momenti gesti profumi ricordi colori rumori sapori … …
Più mi avvicino però ai nostri giorni e più i ricordi si fanno meno belli, mi torna in mente il calvario della malattia del papa! Tutto sulle sue spalle, un macigno che si è portata avanti con fatica per dieci anni, peggiorando di giorno in giorno! E poi la malattia che l’ha ulteriormente provata! Le operazioni che le hanno menomato e consumato il suo esile corpo. Ogni estate, ogni periodo di caldo era parte della mamma che si spegneva.
Quanto ha sofferto! Eppure si è portata la croce con dignità! In silenzio con coraggio e voglia di vivere. E poi i pensieri diventano sempre più tristi, più cupi, gli ultimi giorni, quel maledetto sabato che ti abbiamo trovata … … Ora la stanchezza della corsa si fa sentire il passo è più affannato e il magone non mi permette di respirare al meglio; sento dentro una grande voglia di piangere … di gridare di urlare, ma non ne ho la forza! Ora la sintonia tra il passo le gambe e il corpo e la mente si è spezzato … sono sopraffatto dalla disperazione!
Mi sento nudo, povero, svuotato completamente dal dolore, in preda alla confusione!
E come per miracolo, mi viene ancora in aiuto Maria Consolatrice degli afflitti! Riprendo la preghiera, affido tutto ciò a Lei, mi aggrappo alle sue braccia!
Il respiro torna regolare, le gambe riprendono il ritmo giusto, i passi tornano a scandire le parole della preghiera e tutto ritorna come prima! Il giro si è quasi concluso gli ultimi dieci minuti di corsa scorro ancora più veloci, rientrando a casa la felicità che ho nel cuore è grande!
Ho una grande voglia di ringraziare il Signore che mi ha donato una mamma così speciale … …

mercoledì 21 ottobre 2009

E' mancata Raluka Anna ... ...

Dodici giorni ha lottato questa piccola creatura del Signore che ieri come un' acquila bianca ha preso il volo per il paradiso; ci siamo ritrovati per un momento di preghiera, l'abbiamo affidata alle braccia amorevoli di Maria che è Madre degli innocenti.
La mamma e il papà ora hanno bisogno del tuo sostegno ...
o Maria, Madre dei sofferenti!
Consolatrice degli afflitti!



pensando a questi avvenimenti rimane un senso di svuotamento, di arido silenzio, spontanea giunge la domanda ... ... Perchè?
Ho trovato questa bella riflessione tratta da un libro (Perché la sofferenza?) del religioso e teologo J.Galot (1919 2008).


Nelle nostre sofferenze si manifesta un disegno divino.

Quale atteggiamento ci insegna il vangelo di fronte alle sofferenze che non possiamo evitare?
Le parole di Gesù nel Getsemani risuonano come l’espressione modello dell’accettazione della sofferenza: “Abbà Padre … non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu”.
Il fatto che queste parole siano pronunciate dal figlio, mostra che la rinuncia alla propria volontà non è stata risparmiata a colui che era persona divina. Ma è anche la qualità del figlio che conferisce all’accettazione il suo carattere di abbandono filiale.
Al momento della prova l’accettazione della volontà del Padre richiede un profondo sacrificio. Istintivamente l’uomo vorrebbe condurre la sua vita a modo suo; quando incontra un ostacolo, è tentato di ribellarsi. Egli deve superare le proprie resistenze per offrire al Padre il suo consenso.
Per accettare la volontà del Padre bisogna riconoscere nella prova una manifestazione del disegno divino. In proposito conviene sottolineare lo sguardo che Gesù ha posato sugli avvenimenti che dovevano condurlo al supplizio della croce. In questi avvenimenti non ha distinto semplicemente il risultato delle manovre dei suoi avversari e la viltà di Pilato; ha colto anzitutto l’intenzione del Padre che guida gli eventi secondo i suoi progetti sovrani e utilizza in questo senso le libere decisioni degli uomini, i loro peccati. Nella sua preghiera Gesù non dice: “ciò che tu permetti”, ma “ciò che vuoi tu!”.
Non si può cercare di attenuare la responsabilità del Padre attribuendogli solo un consenso. In tutte le prove bisogna riconoscere una volontà dall’alto.


L' Eterno riposo
doni a lei, o Signore
e risplenda a lei la luce perpetua.
Riposi in pace.
Amen.

lunedì 12 ottobre 2009

Domenica 11 Ottobre 2009 Festa inizio Oratorio

Lo slogan di quest'anno proposto dalla FOM è:


c'è di più






«Tutti gli uomini avvertono l'interiore impulso ad amare in modo autentico: amore e verità non li abbandonano mai completamente, perché sono la vocazione posta da Dio nel cuore e nella mente di ogni uomo… La carità è il dono più grande che Dio abbia dato agli uomini, è sua promessa e nostra speranza». (Benedetto XVI, Caritas in veritate n. 1-2)
C’è di più è l’invito rinnovato che rivolgeremo ai ragazzi e agli adolescenti perché facciano della loro vita un dono per il bene di tutti. Li aiuteremo ad incamminarsi su una strada che è già tracciata da Dio.Parleremo loro di vocazione e di ciò che significa.Per questo useremo l’immagine di un ragazzo che, al momento opportuno, ha saputo condividere tutto ciò che aveva e che, in modo inaspettato e sorprendente, si è visto moltiplicato e restituito il suo dono “a sazietà” e ancora “di più”.
C’è di più chiamerà i nostri Oratori e ciascun ragazzo a non accontentarsi, ma a fare sempre passi in avanti, sicuri che il Signore ci dona sempre di più di quanto ci aspetteremmo.Il suo dono c’è nella vita di tutti i giorni. Le nostre scelte possono aiutarci a rintracciarlo e a viverlo.
C’è di più è l’invito a vivere insieme nella comunità occupando ciascuno il suo posto e svolgendo ciascuno il suo compito, facendo attenzione che tutti abbiano la possibilità di dare il proprio contributo e di sentirne il valore, senza esclusioni, fraintendimenti o pregiudizi.
Ciascun ragazzo potrà dire “c’è di più” vedendo l’entusiasmo dei più grandi che offrono tempo, energie e passione per costruire un ambiente dove si respira il senso della Missione e la gioia della Comunione.
Anche ai più giovani si potrà chiedere di partecipare, con le loro qualità e le loro doti, alla stessa avventura che consiste nell’edificare la Chiesa, dove ognuno liberamente si senta chiamato a fare della propria vita un dono per gli altri, secondo la sua vocazione specifica.

giovedì 8 ottobre 2009

ANELLO DEL BRENTA! 21/22 luglio 2009

IL GRUPPO DEL BRENTA



Con un pizzico di fantasia, coraggio, energia, spirito di adattamento, umiltà, dinamicità e fiducia in se stesso i sogni si possono realizzare! La vacanza errante è uno dei miei sogni nel cassetto. Partire, programmarsi un percorso, camminare raggiungere le piccole tappe intermedie per arrivare alla meta è ciò che più mi ha sempre attratto della montagna; se a questo aggiungiamo la condivisione con la persona che ami tutto diventa più grande più intenso e più soddisfacente!

La scintilla che mi ha dato uno slancio maggiore è stato l’entusiasmo con cui Mariangela ha accolto un mesetto fa la proposta; "due giorni intorno al gruppo delle dolimiti del Brenta - un anello circolare con partenza dal Grostè in direzione dei rifugi Ticket e Brentei passaggio per la bocca del Brenta pernottamento al Rifugio Perdrotti e nel secondo giorno discesa al Rifugio Croz dell’Altissimo alla Malga Spora passo del Gavardo e rientro al Grostè; una trentina di chilometri per circa 2500 metri di dislivello".

Inoltre domenica parte della predica durante la S.Messa era sull’importanza del riposo, delle vacanze viste nell’ottica dello sganciarsi dalla quotidianità per riprendere forze, entusiasmo ed energie, e quindi ho pensato che questi due giorni dovevamo a tutti i costi concederceli! (E’ sempre un’impresa riuscire ad ottenere le ferie in questi periodi).
Lunedì intorno alle 20.00 è giunta la lieta notizia che potevamo partire, Mariangela aveva già provveduto ad organizzare e a preparare il vestiario! Zaino giacca vento leggera due cambi completi, maglie lunghe per la sera bastoncini guanti cappello due ramponcini che Marco ci ha vivamente consigliato di portare un po’ di cosine da mangiare e qualche litro di acqua!


1° Giorno

Siamo partiti da Milano alle 06.30 e arrivati a Campo Carlo Magno verso le 10.00 dove con la funivia abbiamo raggiunto il Grostè a quota 2.400 metri . Lungo tutta la strada i pensieri sono corsi alle settimane passate in questi posti insieme al Paolo alla Paola a Federica Cristina Michela, un po’ di nostalgia ci ha preso all’idea di essere li soli soletti senza la presenza a volte totalizzante di Francesca e Stefania!
Sono le 11.00 il cronometro (che non abbiamo portato!) da’ il suo via; gli zaini sono abbastanza pesanti, la giornata è calda e il panorama è eccezionale, nel primo tratto il sentiero 316



in discesa tra i lastroni enormi che caratterizzano il Grostè la vista è tutta proiettate di fronte verso l’enorme massiccio del Gruppo dell’Adamello con il caratteristico ghiacciaio che si distende dal cop di Breguzzo al Carè alto fino ad arrivare alla cima Adamello! Il ghiacciaio per via delle abbondanti nevicate pare sia più grande!
“Quanti ricordi!” questo primo tratto fino al rifugio Tucket era una delle gite annuali che si facevano con i bambini e quindi i ricordi corrono veloci … … raggiungiamo il rifugio intorno all’ora e mezza breve sosta per bere.Ora cambiamo per un breve tratto il sentiero siamo sul 328 che scende ripido per raggiungere la sella del Fridolin siamo scesi di circa 300 mt, qui ci si immette sul sentiero 316 che raggiunge il rifugio Brentei; sostiamo per mangiare qualcosa, qualche pezzetto di grana, un frutto un po’ d’acqua, fa parecchio caldo, siamo precisi sulla tabella di marcia, ripartiamo su questo sentiero molto bello panoramico e un po’ scoperto, in qualche punto ci sono anche dei cavi di sicurezza.









Il primo punto abbastanza impegnativo lo superiamo prima di arrivare al Brentei, bisogna attraversare un nevaio di un centinaio di metri, ripidissimo c’è una traccia sulla neve larga quanto due scarpe; qui bisogna proprio fare attenzione! Un passo messo male e si scivola giù! Arrivati al Brentei abbiamo il tempo per bere un caffè mangiare ancora qualcosina siamo intorno alle 3 ore di cammino, di fronte a noi si apre l’orizzonte verso la Bocca del Brenta con un bel nevaio … …
riprendiamo il cammino, la salita è abbastanza ripida attraversiamo le caratteristiche sassaie dolomitiche. In parecchi punti data l’elevata quantità di neve caduta nell'inverno e ai temporali dei giorni scorsi il sentiero è franato, ci causa un rallentamento dell’andatura.





Arrivati ai piedi del nevaio per sicurezza anche se sulla neve si affonda calziamo ghette e ramponcini per evitare scivolate. Il passo è ulteriormente rallentato lungo la ripida lingua di neve che per gli ultimi cento metri di dislivello porta al passo.
Le nuvole si sono abbassate, la sassaia e il nevaio danno ancora più il senso lunare del paesaggio! Raggiungiamo a fatica il passo in lontananza si vede il rifugio, mancano solo una quindicina di minuti! Al rifugio Pedrotti il gestore ci trova una camera dove resteremo soli tutta la notte; la maggioranza degli ospiti è straniera. Ci sistemiamo ed in attesa della cena ci rilassiamo. Il rifugio è carino la posizione è eccezionale, chiediamo un parere al figlio del gestore sulla giornata successiva! Ci avvisa che sarà una grande sfacchinata con un discreto dislivello.
Alle otto siamo già lessati sul letto, abbiamo cenato ad orari da ospedale ed in effetti fisicamente siamo un po’ doloranti.


2° GIORNO


La sveglia è per le sette alle sette mezza fuori dal rifugio lo spettacolo è eccezionale. Abbondante colazione e via
abbiamo davanti almeno un due orette di discesa fino al Rifugio Corz Dell’Altissimo; passiamo da 2.439 metri del Pedrotti a 1.430, sono 1.000 di dura discesa spacca gambe!

Il sentiero è molto bello più scendiamo e più l’ambiente cambia, passiamo dalla sassaia lunare con poca vegetazione ad un panorama sempre più verde,



attraversiamo un bel bosco dove passiamo il Rif Selvata e poi ancora giù! La prima sosta con caffè la facciamo al Rif.Croz Altissimo dove chiediamo informazioni al gestore circa il sentiero da prendere, il livello di difficoltà, eventuali nevai da superare! Prendiamo il sentiero 322 poi bivio sentiero 344 che sale ripido verso il passo del Clamer 2164 dobbiamo risalire circa 700 mt su di una sassaia completamente distrutta, a tratti il sentiero è franato.





I punti pericolosi sono parecchi! Qui nessuno da anni ha mai messo mano alla sistemazione del sentiero! Peccato che in questo tratto molto panoramica le nuvole la fanno da padroni!, e quindi non riusciamo a godere del panorama, alle nostre spalle abbiamo la Cima Brenta e gli Sfulmini! La sassaia lascia lo spazio ad una parte del sentiero ancora più ripida dove ci si aiuta aggrappandosi alle radici ed ai fusti bassi. Raggiunto un pianoro siamo a circa duemila metri manca l’ultimo tratto sul nevaio per raggiungere il passo. La neve è abbastanza ghiacciata rimettiamo i ramponi per evitare scivolate. Come per miracolo al passo le nuvole scappano e ci regalano uno scorcio di panorama verso la Malga Spora che abbiamo sotto di noi. Dobbiamo scendere e perdere circa 300 mt di dislivello; alla Malga sostiamo per mangiare! Grana bresaola cracker e una bella coca cola per riprendere un po’ il tono!


Siamo un po’ demoralizzati e spaventati all’idea di non riuscire ad arrivare alla funivia per le 17(ultima corsa); alla malga chiediamo informazioni circa l’ultimo tratto che ci manca, le notizie sono abbastanza incoraggianti, sono le 13.00 e secondo le previsioni non mancano più di tre orette all’arrivo!
Ripartiamo siamo sul sentiero nr 301, subito c’è un tratto molto ripido un po’ rovinato dalle frane! Il panorama e il tipo di vegetazione sono cambiate, siamo risaliti sopra la malga per un trecento metri raggiungiamo un pianoro erboso con cespugli bassi, tutt’ intorno siamo circondati da torioni che si slanciano al cielo con enormi scivoli di frane naturali che giungono quasi ai nostri piedi!

Continuiamo a salire in direzione del passo, attraversiamo una dopo l’altra tre sassaie molto esposte e con tratti franati, è l’ultimo sforzo di stress che ci tocca sopportare, in un oretta e mezza raggiungiamo il passo del Gavardo a 2242,


di fronte si apre un nuovo panorama di lunghissimi prati erbosi che dolcemente scendono nel versante opposto, verso il lago di Tovel. Alla nostra sinistra costeggiamo ancora le enormi torri del gruppo del Brenta e piano piano proseguendo si sale dolcemente e si intravvede la forma del Grostè che si avvicina! Siamo veramente stanchi la fatica ad ogni tratto in salita si fa sentire sempre di più, insieme ad una serie di dolori su ogni parte del corpo! Entro le quattro arriviamo al Grostè 2442 mt!


Alla vista della funivia la tensione si allenta e scoppiamo in un pianto di liberazione … … Siamo arrivati ci abbracciamo, la stanchezza annebbia un po’ la soddisfazione di aver terminato il giro! Saliamo subito in funivia e piano piano ci rilassiamo la stanchezza lascia spazio alla gioia di questi due giorni indimenticabili!




Grazie Mari.

mercoledì 7 ottobre 2009

Gesù Cristo centro della Comunità!



Le nostre comunità parrocchiali spesso vivono situazioni di pesantezza, di rapporti tesi, di incomprensioni dovute a posizioni di disaccordo o di punti di vista diversi.
Tale clima rischia di “degenerare” se a queste situazioni di “crisi” non si pone un rimedio, una soluzione di riconciliazione in nome del valore stesso che stà dietro al nostro essere comunità!
Il significato che sta dietro a questo “stare insieme” ha un nome, Gesù Cristo!
Siamo membra di un unico corpo, che crede (ci tenta) che si mette in opera per aderire a questo disegno di amore che il Padre ha voluto per noi.
Tutto questo con le difficoltà che lo stare insieme comporta, carattere diverso, motivazioni diverse, livello di maturità completamente diverso, un cammino di fede proprio e diverso. Ciò che caratterizza la comunità è la diversità! Ma questo è un elemento primario e non una negatività, potremmo definirla una debolezza.
Ma è una grande ricchezza se vissuta con umiltà fraternità rispetto accoglienza ascolto umiltà pazienza e gestione dei conflitti. Allora anche se con fatica e portandoci dietro il nostro fardello di limiti e difetti dobbiamo percorrere con sempre maggior decisione questa strada, la strada della fraternità dell’accoglienza della formazione e del confronto.
Strumenti che combattono con il nostro essere imperfetto, pieno di limiti di povertà e di debolezze, della nostra voglia di emergere, di vivere da protagonisti le nostre attività, che però ci fanno perdere di vista il centro di questo nostro vivere (Cristo). La consapevolezza dei nostri limiti, il nostro cammino di riconciliazione con il Padre sono la palestra di allenamento per una sana convivenza con gli altri; se riesco ad accettare me stesso, ad amare i miei pregi ma soprattutto i miei difetti, entro in una dinamica dell’ Amore che ha bisogno del suo Creatore, che riconosce di non poter bastare a se stesso ma di aver bisogno del Padre. Il cammino successivo diventa più facile, accogliere se stessi vuol dire accogliere l’altro con i suoi limiti le difficoltà i difetti (siamo dei maestri nel trovarli!), vuol dire avere di fronte colui che come me, sta vivendo questo cammino con tutte le difficoltà!
La comunità è quindi il primo luogo educativo dopo la famiglia. Come membra di questa realtà siamo “Educatori” ma nello stesso tempo “Educati” con tutte le responsabilità che ne consegue. Sono obbligato ad intervenire nei casi dove ritengo che il mio fratello stia sbagliando, ma dall’altra parte devo accettare la posizione di colui che mi corregge.
Allora affidandoci a Maria, portando tutto questo al cuore di colei che Madre ci conosce, con nuovo slancio e con maggiore coraggio ed entusiasmo continuiamo in questo cammino di fede, in questo atteggiamento di servizio imitando colui che cingendosi i fianchi ha lavato i piedi ai suoi discepoli!

7° RUNNING BEER DAY

Dopo più di un anno dall'ultima edizione:



MERCOLEDI' 14 OTTOBRE 2009

SI SVOLGERA'


7° RUNNING BEER DAY



Evento sportivo ludico cultural ricreativo privato non competitivo organizzato da un gruppo di atleti che, colleghi di lavoro, si ritrova per affrontare una serata dedicata alla corsa!


PROGRAMMA DELLA GIORNATA

Ore 18,30: Ritrovo alla pianta
Ore 19,15: Trasferimento con Autovettura ufficiale presso il

"Centro Sportivo SAINI"
Milano Via Corelli 136
Ore 19,30: Accoglienza degli atleti presso gli stand dell'organizzazione
Ore 20,00: Start
Partenza ufficiale del 7° Running Beer Day

Ore 20,55: Arrivo previsto degli atleti
Ore 21,15: Premiazioni

Ore 21,45: Incontro tavola rotonda sul tema:
"La birra nella tradizione dei paesi Latini"
Sala incontri presso Birreria Spg
dopo i lavori Aperitivo

Ore 22,30: Cena presso AM BIRRA
Ore 24,00: Chiusura ufficiale della manifestazione



Percorso:
Il settimo running beer day viene effettuato all'interno del Parco Forlanini su di un percorso certificato dalla IIAAS federazione Italiana. La distanza da percorrere è di circa 7 chilmetri, nel tempo ed al passo che ogni podista riterrà di tenere!


Regolamento:
Sono obbligati alla partecipazione tutti i concorrenti presenti alla precedente edizione (di cui ovviamente non si puo' far nome!).
La gara ha carattere non competitivo.

E' assolutamente vietato eccedere:

a) Nella distanza (max 8 chilometri)
b) Nella quantità di Beer (max 1 litro a testa)
c) Nell'orario (rientro max 2,30 - 3)


All'atto dell'iscrizione verrà richiesto certificato medico, e le debite autorizzazioni (mogli sorelle madri).



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Articolo apparso il 7 ottobre 2009 su "La repubblica" intervista a M.M. partecipante al running Day.

Il giorno 14 di ottobre 2009 si svolgerà la 7° edizione del Running Beer Day. L'importante appuntamento rischia di registrare un' importante defezione. Il pluripartecipante Mirko M. a causa di un infortunio muscolare è fortemente in dubbio. Il bevitore cremasco ci ha concesso una breve intervista nella quale oltre ad aggiornarci sulle sue condizioni fisiche ci parla anche del R(unning) B(eer) D(ay) e di cosa rappresenta questa manifestazione del panorama nazionale.


  • "Mirko come stai?"
  • "Purtroppo non molto bene!"
  • "Parli dell' infortunio?"
  • "Si, non ci voleva, proprio a ridosso dell'appuntamento"
  • "Il Running Beer Day?"
  • "Esatto, uno si allena e si prepara tutto l'anno per godersi questa giornata e poi ... "
  • "quindi la rinuncia è sicura?"
  • "Niente affatto, cercherò in ogni modo di recuperare, ma bisogna essere realisti."
  • "Tu sei uno con il maggior numero di presenze al RBD. Cosa ti spinge a voler partecipare ancora?"
  • "Ogni RBD è sempre diverso dal precedente, c'è la manifestazione dove si corre bene e si mangia una pizza non napoletana! e c'è il running dove non si corre e si beve birra sulla panchina! non c'è un clichè prestabilito, si può cenare in un ristorante sardo dove chi cucina è in cina in bicicletta, ma si può anche mangiare un panino senza capire quello che si è ordinato nè quello che ti è stato portato!"
  • "Il miglior RBD da te vissuto?"
  • "Non si può fare una classifica, certo è che tutti possano restare tranquillamente fino alla fine, ma si sà che l'architetto chiama ... ... Ora che ci penso c'è stato un RBD se non migliore ma diverso ..."
  • "Quale ?"
  • "L'ultimo, la presenza era massiccia, però non posso scendere nei particolari, non si sa mai qualcuno potrebbe scendere dalla macchina con un corpo contundente ..."
  • "Grazie e in bocca al lupo"
  • "Grazie e speriamo che non organizzi Paolo Riva."


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_____________Ave Maria___________

_____________Ave Maria___________
Questa preghiera è dedicata a ... ... ...

__SOSTEGNO DI CHI E' MALATO!__

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.

Amen.