venerdì 27 giugno 2008
Messaggio del 25 giugno 2008
Cari figli, anche oggi con grande gioia nel mio cuore vi invito a seguirmi e ad ascoltare i miei messaggi.
Siate gioiosi portatori della pace e dell’amore in questo mondo senza pace.
Io sono con voi e vi benedico tutti con mio Figlio Gesù Re della pace.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
giovedì 26 giugno 2008
Oggi è un grande giorno ... ... ... dopo l'ennesimo periodo di stop dovuto alle peripezie sanitarie di questo periodo (ultima l'esportazione di un neo) ho rimesso le scarpette da corsa e con una voglia indescrivibile, puntata la sveglia alle 5.30 (per la gioia di Mariangela! "scusa"), ho incontrato il Marco e faticosamente abbiamo corsicchiato un oretta scarsa ... ... la temperatura non è delle migliori e l'umidità ti toglie ulteriormente il fiato (già scarso!!!).
Non c'è che dire! iniziare la giornata di lavoro con una svegliata mattutina con corsetta ti dà una carica e un entusiasmo per affrontare meglio la giornata!
Auguri a Palone che oggi compie 40 anni!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (sta invecchiando anche lui!) ...
auguri ai miei nipotini Paolo e Pietro a Paolo il veterinario alla moglie Paola a Pavolino e alla miriade di Pietro/Paolo che oggi festeggiano l'onomastico.
Non c'è che dire! iniziare la giornata di lavoro con una svegliata mattutina con corsetta ti dà una carica e un entusiasmo per affrontare meglio la giornata!
Auguri a Palone che oggi compie 40 anni!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (sta invecchiando anche lui!) ...
auguri ai miei nipotini Paolo e Pietro a Paolo il veterinario alla moglie Paola a Pavolino e alla miriade di Pietro/Paolo che oggi festeggiano l'onomastico.
mercoledì 25 giugno 2008
Santa Maria dell’Equilibrio… della cui festa non esiste data perché da mane a sera va invocata.
Cenni storici
Nell'estate del 1967 un monaco, intento alla meditazione mattutina, subisce maggiori distrazioni del solito per il continuo ritornargli alla fantasia della parola "equilibrio".
Lo stesso giorno, mentre in soffitta riordina cose fuori uso, ecco capitargli tra mano una lastra di bronzo col rilievo di una orante: è l'Alma Æquilibrii Mater – Santa Maria dell'Equilibrio. Riprodotta a colori su tela da Fratel Armando Panniello, la venerata Effige viene oggi conservata nell’Abbazia di Frattocchie (Roma) sede centrale della sua diffusione.
Papa Paolo VI, ricevutane copia nel settembre del 1968, raggiante in volto esclamava: "Santa Maria dell'Equilibrio !... Ah, proprio quella che ci vuole !"
Nel tempestoso mare della vita — al fin che dritta solchi la sua prora — chi non invoca Te, chi non t'addita amica Stella, e Madre, e gran Signora, Santa Maria?
VERGINE MADRE DI DIO E DEGLI UOMINI MARIA
noi ti chiediamo il dono dell'equilibrio cristiano, tanto necessario alla Chiesa e al mondo di oggi.
Liberaci dal male e dalle nostre meschinità: salvaci dai compromessi e dai conformismi; tienici lontano dai miti e dalle illusioni, dallo scoraggiamento e dall'orgoglio, dalla timidezza e dalla sufficienza, dall'ignoranza e dalla presunzione, dall'errore, dalla durezza del cuore. Donaci la tenacia nello sforzo, la calma nella sconfitta, il coraggio per ricominciare, l'umiltà nel successo.Apri i nostri cuori alla santità
Donaci una perfetta semplicità, un cuore puro, l'amore alla verità all'essenziale, la forza d'impegnarci senza calcolo alcuno, la lealtà di conoscere i nostri limiti e di rispettarli. Accordaci la grazia di sapere accogliere e vivere la Parola di Dio. Accordaci il dono della preghiera.Apri i nostri cuori a Dio
Noi ti chiediamo l'amore alla Chiesa, così come tuo Figlio l'ha voluta, per partecipare in essa e con essa, in fraterna comunione con tutti i membri del Popolo di Dio — gerarchia e fedeli — alla salvezza degli uomini nostri fratelli. Infondici per gli uomini comprensione e rispetto, misericordia e amore.
Apri il nostro cuore agli altriMantienici nell'impegno di vivere e di accrescere questo equilibrio, che è fede e speranza, sapienza e rettitudine, spirito di iniziativa e prudenza, apertura e interiorità, dono totale, amore.Santa Maria, noi ci affidiamo alla tua tenerezza. Amen.
Cenni storici
Nell'estate del 1967 un monaco, intento alla meditazione mattutina, subisce maggiori distrazioni del solito per il continuo ritornargli alla fantasia della parola "equilibrio".
Lo stesso giorno, mentre in soffitta riordina cose fuori uso, ecco capitargli tra mano una lastra di bronzo col rilievo di una orante: è l'Alma Æquilibrii Mater – Santa Maria dell'Equilibrio. Riprodotta a colori su tela da Fratel Armando Panniello, la venerata Effige viene oggi conservata nell’Abbazia di Frattocchie (Roma) sede centrale della sua diffusione.
Papa Paolo VI, ricevutane copia nel settembre del 1968, raggiante in volto esclamava: "Santa Maria dell'Equilibrio !... Ah, proprio quella che ci vuole !"
Nel tempestoso mare della vita — al fin che dritta solchi la sua prora — chi non invoca Te, chi non t'addita amica Stella, e Madre, e gran Signora, Santa Maria?
VERGINE MADRE DI DIO E DEGLI UOMINI MARIA
noi ti chiediamo il dono dell'equilibrio cristiano, tanto necessario alla Chiesa e al mondo di oggi.
Liberaci dal male e dalle nostre meschinità: salvaci dai compromessi e dai conformismi; tienici lontano dai miti e dalle illusioni, dallo scoraggiamento e dall'orgoglio, dalla timidezza e dalla sufficienza, dall'ignoranza e dalla presunzione, dall'errore, dalla durezza del cuore. Donaci la tenacia nello sforzo, la calma nella sconfitta, il coraggio per ricominciare, l'umiltà nel successo.Apri i nostri cuori alla santità
Donaci una perfetta semplicità, un cuore puro, l'amore alla verità all'essenziale, la forza d'impegnarci senza calcolo alcuno, la lealtà di conoscere i nostri limiti e di rispettarli. Accordaci la grazia di sapere accogliere e vivere la Parola di Dio. Accordaci il dono della preghiera.Apri i nostri cuori a Dio
Noi ti chiediamo l'amore alla Chiesa, così come tuo Figlio l'ha voluta, per partecipare in essa e con essa, in fraterna comunione con tutti i membri del Popolo di Dio — gerarchia e fedeli — alla salvezza degli uomini nostri fratelli. Infondici per gli uomini comprensione e rispetto, misericordia e amore.
Apri il nostro cuore agli altriMantienici nell'impegno di vivere e di accrescere questo equilibrio, che è fede e speranza, sapienza e rettitudine, spirito di iniziativa e prudenza, apertura e interiorità, dono totale, amore.Santa Maria, noi ci affidiamo alla tua tenerezza. Amen.
lunedì 23 giugno 2008
LA CORSA ...
Parti per un viaggio
Ti porti dietro tutto
Affetti pensieri preoccupazioni gioie e dolori
Segui una strada
Le gambe ti portano
I pensieri spaziano
Il respiro ritma il tempo
E le distanze si allungano
Ti prende
Ti affascina
Non riesci più a farne a meno
Il silenzio ti accompagna
Il vento ti frena
La pioggia ti lava e la neve ti rinfresca
Il sole ti scalda la luna illumina i tuoi passi
La natura è silenziosa testimone.
Gli alberi si inchinano per ombreggiarti
Gli uccelli ti salutano incuriositi
I prati coltivati ondeggiano come il mare.
E quando la stanchezza arriva
Il corpo si ribella … …
Allora chiedi aiuto
ti affidi alla preghiera
Il canto dell’ Ave Maria accompagna e ritma i tuoi stanchi passi .
Allora come per miracolo la stanchezza scompare … …
Il passo si fa più sicuro
E il traguardo è all’orizzonte.
Renato
14/09/2006
Ti porti dietro tutto
Affetti pensieri preoccupazioni gioie e dolori
Segui una strada
Le gambe ti portano
I pensieri spaziano
Il respiro ritma il tempo
E le distanze si allungano
Ti prende
Ti affascina
Non riesci più a farne a meno
Il silenzio ti accompagna
Il vento ti frena
La pioggia ti lava e la neve ti rinfresca
Il sole ti scalda la luna illumina i tuoi passi
La natura è silenziosa testimone.
Gli alberi si inchinano per ombreggiarti
Gli uccelli ti salutano incuriositi
I prati coltivati ondeggiano come il mare.
E quando la stanchezza arriva
Il corpo si ribella … …
Allora chiedi aiuto
ti affidi alla preghiera
Il canto dell’ Ave Maria accompagna e ritma i tuoi stanchi passi .
Allora come per miracolo la stanchezza scompare … …
Il passo si fa più sicuro
E il traguardo è all’orizzonte.
Renato
14/09/2006
giovedì 19 giugno 2008
SAN ROMUALDO FONDATORE DELL'ORDINE DEI MONACI CAMALDOLESI
proposta monastica
La comunità monastica, vive sull'eco di una chiamata sempre attuale da parte del Signore. Maestro, dove abiti?, chiesero a Gesù due discepoli di Giovanni il Battista. Disse loro: Venite e vedrete. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui" ( Gv 2,38-39 ). Incontrare Gesù, accogliere in Lui la Parola vivente del Padre, costituisce il cuore della vocazione del monaco.Lui è la sorgente da cui fluisce la vita, il centro che la coordina nei suoi primati e la unifica nei suoi obiettivi. Diventare monaco significa anzitutto percorrere un cammino di ricerca del Signore e di conversione (conversio morum) che conduce alla riunificazione interiore seguendo e imitando Gesù.Significa vivere un rapporto personale con il Padre uniti a Gesù e inseriti nel fluire dinamico della carità che feconda la fraternità per l'effusione dello Spirito Santo. La comunità monastica, piccolo riflesso della santa chiesa, trasmette esperienza di vita e sapienza spirituale anzitutto con il proprio vissuto.Vi si è introdotti con un processo di discernimento e di crescita che ha le caratteristiche di una iniziazione attraverso l'esperienza trasmessa da una generazione all'altra e verificata sull'Evangelo. Ognuno è chiamato dal Signore a rispondere in prima persona con l'obbedienza della fede in una libertà crescente che ha nell'amore indiviso a Dio e ai fratelli la sua ragione d'essere e la sua misura.La scelta del celibato per il Regno, vissuto nella comunione dei fratelli, è il simbolo più significativo dell'orientamento radicale dell'intera esistenza verso il Signore. Lo schema classico della tradizione benedettina dell' "Ora et Labora" (preghiera e lavoro), orienta i giorni del monaco camaldolese, scandisce gli orari e determina gli spazi logistici della comunità.
vita monastica quotidiana
La vita quotidiana a Camaldoli si svolge secondo modalità e ritmi che rispecchiano la scala delle priorità a cui la comunità fa riferimento. Semplicità di stile e informalità nei rapporti reciproci esprimono l'obbedienza alla ferialità degli impegni comuni ad ogni persona. La discrezione di tale stile - come afferma San Benedetto - non scoraggia i deboli e stimola coloro che possono fare di più. La fede, la speranza e la carità condivise nella fraternità conferiscono al vivere quotidiano il suo respiro trascendente. Lo arricchiscono di una dimensione simbolica semplice e liberante. La celebrazione comunitaria della Liturgia delle ore e dell'eucaristia, nutrite dalla Lectio Divina personale, sono collocate nei momenti strategici della giornata. Costituiscono una precisa struttura di riferimento al ritmo di vita della comunità e di ogni monaco e indicano con quale spirito va vissuta la trama quotidiana di preghiera, lavoro, riposo, servizi e relazioni. Le attività lavorative svolte dai monaci provvedono alle normali necessità di una comunità abbastanza numerosa, composta da anziani e da giovani con le rispettive esigenze di assistenza e di formazione umana, spirituale e teologica. Durante le attività scolastiche i professi in formazione risiedono nel monastero di San Gregorio al Celio a Roma. In quel contesto si coniugano la normale vita comunitaria e gli impegni accademici, avvalendosi delle opportunità offerte dall'Ateneo Sant'Anselmo gestito dai monaci benedettini e da altre facoltà filosofiche e teologiche. La comunità condivide le proprie risorse economiche con quelle di recente fondazione in India e Brasile, e finalizza una quota annuale del bilancio comunitario a sostegno di progetti promozionali a favore dei poveri Uno stile di vita sobria, pur vissuto dentro strutture storiche, cerca di far propria la saggezza, piena di umanità e di semplicità evangelica, che è insita nel programma benedettino dell'Ora et Labora (preghiera e lavoro). Eremo e monastero, pur nella condivisione delle risorse, hanno ritmi ed equilibri propri, in armonia con le priorità che ciascun ambiente di vita offre ai monaci e agli ospiti, secondo lo spirito di Camaldoli. L'assistenza ai fratelli anziani è divenuto in questi anni un aspetto evangelicamente significativo della vita comunitaria. Un fratello medico garantisce la professionalità delle prestazioni sanitarie svolte nell'infermeria. Consentire agli anziani di vivere nel clima dei rapporti comunitari consolidati, da loro serenità e sostegno spirituale. Contribuisce a conferire alla comunità quel carattere di normalità umana anche nell'accettazione della malattia e dell'invecchiamento che a tante famiglie non è più permesso dall'attuale assetto sociale.
La comunità monastica, vive sull'eco di una chiamata sempre attuale da parte del Signore. Maestro, dove abiti?, chiesero a Gesù due discepoli di Giovanni il Battista. Disse loro: Venite e vedrete. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui" ( Gv 2,38-39 ). Incontrare Gesù, accogliere in Lui la Parola vivente del Padre, costituisce il cuore della vocazione del monaco.Lui è la sorgente da cui fluisce la vita, il centro che la coordina nei suoi primati e la unifica nei suoi obiettivi. Diventare monaco significa anzitutto percorrere un cammino di ricerca del Signore e di conversione (conversio morum) che conduce alla riunificazione interiore seguendo e imitando Gesù.Significa vivere un rapporto personale con il Padre uniti a Gesù e inseriti nel fluire dinamico della carità che feconda la fraternità per l'effusione dello Spirito Santo. La comunità monastica, piccolo riflesso della santa chiesa, trasmette esperienza di vita e sapienza spirituale anzitutto con il proprio vissuto.Vi si è introdotti con un processo di discernimento e di crescita che ha le caratteristiche di una iniziazione attraverso l'esperienza trasmessa da una generazione all'altra e verificata sull'Evangelo. Ognuno è chiamato dal Signore a rispondere in prima persona con l'obbedienza della fede in una libertà crescente che ha nell'amore indiviso a Dio e ai fratelli la sua ragione d'essere e la sua misura.La scelta del celibato per il Regno, vissuto nella comunione dei fratelli, è il simbolo più significativo dell'orientamento radicale dell'intera esistenza verso il Signore. Lo schema classico della tradizione benedettina dell' "Ora et Labora" (preghiera e lavoro), orienta i giorni del monaco camaldolese, scandisce gli orari e determina gli spazi logistici della comunità.
vita monastica quotidiana
La vita quotidiana a Camaldoli si svolge secondo modalità e ritmi che rispecchiano la scala delle priorità a cui la comunità fa riferimento. Semplicità di stile e informalità nei rapporti reciproci esprimono l'obbedienza alla ferialità degli impegni comuni ad ogni persona. La discrezione di tale stile - come afferma San Benedetto - non scoraggia i deboli e stimola coloro che possono fare di più. La fede, la speranza e la carità condivise nella fraternità conferiscono al vivere quotidiano il suo respiro trascendente. Lo arricchiscono di una dimensione simbolica semplice e liberante. La celebrazione comunitaria della Liturgia delle ore e dell'eucaristia, nutrite dalla Lectio Divina personale, sono collocate nei momenti strategici della giornata. Costituiscono una precisa struttura di riferimento al ritmo di vita della comunità e di ogni monaco e indicano con quale spirito va vissuta la trama quotidiana di preghiera, lavoro, riposo, servizi e relazioni. Le attività lavorative svolte dai monaci provvedono alle normali necessità di una comunità abbastanza numerosa, composta da anziani e da giovani con le rispettive esigenze di assistenza e di formazione umana, spirituale e teologica. Durante le attività scolastiche i professi in formazione risiedono nel monastero di San Gregorio al Celio a Roma. In quel contesto si coniugano la normale vita comunitaria e gli impegni accademici, avvalendosi delle opportunità offerte dall'Ateneo Sant'Anselmo gestito dai monaci benedettini e da altre facoltà filosofiche e teologiche. La comunità condivide le proprie risorse economiche con quelle di recente fondazione in India e Brasile, e finalizza una quota annuale del bilancio comunitario a sostegno di progetti promozionali a favore dei poveri Uno stile di vita sobria, pur vissuto dentro strutture storiche, cerca di far propria la saggezza, piena di umanità e di semplicità evangelica, che è insita nel programma benedettino dell'Ora et Labora (preghiera e lavoro). Eremo e monastero, pur nella condivisione delle risorse, hanno ritmi ed equilibri propri, in armonia con le priorità che ciascun ambiente di vita offre ai monaci e agli ospiti, secondo lo spirito di Camaldoli. L'assistenza ai fratelli anziani è divenuto in questi anni un aspetto evangelicamente significativo della vita comunitaria. Un fratello medico garantisce la professionalità delle prestazioni sanitarie svolte nell'infermeria. Consentire agli anziani di vivere nel clima dei rapporti comunitari consolidati, da loro serenità e sostegno spirituale. Contribuisce a conferire alla comunità quel carattere di normalità umana anche nell'accettazione della malattia e dell'invecchiamento che a tante famiglie non è più permesso dall'attuale assetto sociale.
mercoledì 18 giugno 2008
Coppia serena, per figli felici.
Giulia Perin
Nei primi anni di vita del bambino le figure di riferimento più significative sono i genitori, coi quali egli instaura subito uno strettissimo legame d’interazione e di dipendenza.
La coppia adotta comportamenti specifici tipici del rapporto adulto-bambino, atti a favorire la comprensione del mondo che lo circonda nel modo più elementare possibile. Inconsapevolmente, quindi, i genitori usano con il figlio un linguaggio tutto particolare in un rapporto unico e profondo, da cui il piccolo pian piano si differenzia, assumendo una propria autonomia e coscienza di sé come essere distinto da loro.
Durante la crescita, i genitori gli insegnano quelle che ritengono essere le regole base per una vita sociale ben integrata. Questi insegnamenti espliciti però costituiscono solo una piccola parte di ciò che il bambino impara dai genitori. Egli, infatti, ha sotto gli occhi una coppia che interagisce costantemente a più livelli, che diventa per lui un modello di apprendimento ben più rilevante ed incisivo di qualsiasi discorso. Al di là delle indicazioni esplicite, quindi, il bambino assorbe le modalità dei genitori di impostare le relazioni e di reagire agli eventi quotidiani.
La serenità coniugale è fondamentale. La serenità coniugale è quindi fondamentale a due livelli.
In primo luogo la coppia è un punto di riferimento costante su cui il bambino deve sempre poter fare affidamento. Per il piccolo i due genitori sono quasi un’unica entità, un rifugio dove poter sempre trovare affetto e riparo, certezza in un mondo ancora a lui sconosciuto. Screzi e tensioni, comuni a tutte le famiglie, sono percepiti dal bambino. Non li comprende totalmente, ma li assorbe, li vive dentro di sé, ne è coinvolto suo malgrado.
In questi momenti è cruciale il modo di condurre il rapporto di coppia da parte dei genitori. Essi, infatti, rappresentano per il figlio il nucleo di riferimento basato sulle dinamiche stesse della coppia, che si muove all’interno di una ruota di valori. Se le discussioni intaccano queste dinamiche, la costante di riferimento del bambino si altera, con la conseguenza che il bambino stesso si disorienta. Questo nucleo si incrina, se i genitori assumono posizioni differenti la sicurezza del bambino vacilla, si trova due fuochi e non sa quale direzione prendere. Egli si sentirà così diviso in due, senza possibilità di conciliazione.
Il buon rapporto di coppia incide anche ad un altro livello. L’amore, il rispetto, la solidarietà reciproca sono valori impliciti nel rapporto coniugale che il figlio vive assorbe e che poi utilizza come modalità empatica di rapportarsi con gli altri.
La serenità tra i genitori è, quindi, un fattore fondamentale affinché il figlio apprenda i valori dell’interazione con gli altri, la fiducia, il rispetto, l’amore, nonché il valore intrinseco della famiglia in quanto tale, e affinché si costruisca una sicurezza di base che gli possa permettere di affrontare il mondo al di là della famiglia con una certa sicurezza ed ottimismo.
(Tratto da GENITORI E SCUOLA)
Giulia Perin
Nei primi anni di vita del bambino le figure di riferimento più significative sono i genitori, coi quali egli instaura subito uno strettissimo legame d’interazione e di dipendenza.
La coppia adotta comportamenti specifici tipici del rapporto adulto-bambino, atti a favorire la comprensione del mondo che lo circonda nel modo più elementare possibile. Inconsapevolmente, quindi, i genitori usano con il figlio un linguaggio tutto particolare in un rapporto unico e profondo, da cui il piccolo pian piano si differenzia, assumendo una propria autonomia e coscienza di sé come essere distinto da loro.
Durante la crescita, i genitori gli insegnano quelle che ritengono essere le regole base per una vita sociale ben integrata. Questi insegnamenti espliciti però costituiscono solo una piccola parte di ciò che il bambino impara dai genitori. Egli, infatti, ha sotto gli occhi una coppia che interagisce costantemente a più livelli, che diventa per lui un modello di apprendimento ben più rilevante ed incisivo di qualsiasi discorso. Al di là delle indicazioni esplicite, quindi, il bambino assorbe le modalità dei genitori di impostare le relazioni e di reagire agli eventi quotidiani.
La serenità coniugale è fondamentale. La serenità coniugale è quindi fondamentale a due livelli.
In primo luogo la coppia è un punto di riferimento costante su cui il bambino deve sempre poter fare affidamento. Per il piccolo i due genitori sono quasi un’unica entità, un rifugio dove poter sempre trovare affetto e riparo, certezza in un mondo ancora a lui sconosciuto. Screzi e tensioni, comuni a tutte le famiglie, sono percepiti dal bambino. Non li comprende totalmente, ma li assorbe, li vive dentro di sé, ne è coinvolto suo malgrado.
In questi momenti è cruciale il modo di condurre il rapporto di coppia da parte dei genitori. Essi, infatti, rappresentano per il figlio il nucleo di riferimento basato sulle dinamiche stesse della coppia, che si muove all’interno di una ruota di valori. Se le discussioni intaccano queste dinamiche, la costante di riferimento del bambino si altera, con la conseguenza che il bambino stesso si disorienta. Questo nucleo si incrina, se i genitori assumono posizioni differenti la sicurezza del bambino vacilla, si trova due fuochi e non sa quale direzione prendere. Egli si sentirà così diviso in due, senza possibilità di conciliazione.
Il buon rapporto di coppia incide anche ad un altro livello. L’amore, il rispetto, la solidarietà reciproca sono valori impliciti nel rapporto coniugale che il figlio vive assorbe e che poi utilizza come modalità empatica di rapportarsi con gli altri.
La serenità tra i genitori è, quindi, un fattore fondamentale affinché il figlio apprenda i valori dell’interazione con gli altri, la fiducia, il rispetto, l’amore, nonché il valore intrinseco della famiglia in quanto tale, e affinché si costruisca una sicurezza di base che gli possa permettere di affrontare il mondo al di là della famiglia con una certa sicurezza ed ottimismo.
(Tratto da GENITORI E SCUOLA)
Riesco a riprendermi un attimo dopo una settimana veramente impegnativa. Visite mediche con esiti non proprio incoraggianti, fase finale di trasloco e periodo lavorativo intenso sono un cocktail micidiale di tensione ... ... il fine settimana è stato caratterizza tra l'altro dalla Ultrarail CRO MAGNON 2008 … …
Con estrema ammirazione e un po’ di invidia volevo comunicare il grande risultato di Marco che ha concluso questa gara in 17 ore 12 minuti e 18 secondi percorrendo la distanza di 93 km per 5400 metri di dislivello positivo … … numeri che solo gli addetti ai lavori ne riescono a capire la dimensione dello sforzo, io dal mio piccolo posso solo forse immaginare! La partenza da Limone Piemonte era sabato mattina e l'arrivo al mare a Cap D'Ail. Non c'è che dire il Marco è proprio una macchina schiaccia kilometri ... ... e devo dire che è prioprio piacevole averlo come compagno di corse e camminate ... ... è "un accompagnatore accreditato CAI" che tra le altre qualità ne possiede una veramente importante! trasmette tranquillità e serenità a chi lo segue e anche nei momenti di tensione, non traspare in lui insicurezza in se stesso e soprattutto nella persona che accompagna... ....
Complimenti Marco sei grande!
Renato
Con estrema ammirazione e un po’ di invidia volevo comunicare il grande risultato di Marco che ha concluso questa gara in 17 ore 12 minuti e 18 secondi percorrendo la distanza di 93 km per 5400 metri di dislivello positivo … … numeri che solo gli addetti ai lavori ne riescono a capire la dimensione dello sforzo, io dal mio piccolo posso solo forse immaginare! La partenza da Limone Piemonte era sabato mattina e l'arrivo al mare a Cap D'Ail. Non c'è che dire il Marco è proprio una macchina schiaccia kilometri ... ... e devo dire che è prioprio piacevole averlo come compagno di corse e camminate ... ... è "un accompagnatore accreditato CAI" che tra le altre qualità ne possiede una veramente importante! trasmette tranquillità e serenità a chi lo segue e anche nei momenti di tensione, non traspare in lui insicurezza in se stesso e soprattutto nella persona che accompagna... ....
Complimenti Marco sei grande!
Renato
mercoledì 11 giugno 2008
La perdita della madre. E non sei più figlio.
Ringrazio Marco che mi ha segnalato questo bellissimo articolo che riporto.
Credevi di essere preparato al distacco, in fondo -ti dici - E’ nella natura delle cose. E allora, perché quel sisma interiore, quel sentirsi all’improvviso senza nido?
di Marina Corradi (CRONACHE FAMILIARI)
Che sarebbe stato doloroso, lo si sapeva bene. Però, ti dicevano e ti dicevi, che una madre ormai molto anziana muoia, è fisiologico. E’ nella natura delle cose. Credevi dunque di essere preparata a questo distacco, avendo da tanti anni una famiglia tua , e dei figli. Invece, non è come lo immaginavi. Non è nemmeno come quando hai perso il padre. Allora, ti era sembrato di non sapere più da che parte andare; come fosse scomparso nella nebbia, su un sentiero di montagna, chi ti cammina davanti, segnando la strada.
Ora invece che è morta lei, è diverso. Quasi fosse venuta a mancare la radice. Il luogo stesso in cui sei cominciata , il nido, non c’è più. Uno strano smarrimento addosso, come di uno che si volti indietro, e non trovi più niente del paesaggio interiore che da sempre lo accompagna. Silenzio e vuoto: la casa antica è stata abbandonata. Oscilli in questa vertigine, come se improvvisamente venissi dal nulla. Ti costringi ai soliti gesti, alle solite cose, quasi volendo negare l’eco di un profondo sisma interiore, che pure gli altri attorno non hanno avvertito. Non parli, giacchè ci sono cose che non si posso dire. Cerchi di sorridere. Cerchi di distrarti.
Tuttavia, ti dici in quei momenti in cui almeno con te stessa puoi parlare, non ti senti forse di colpo come scoperta, indifesa? È un trovarsi d’improvviso in trincea, sulla linea di fuoco, senza più nessuno dietro,a aspettarti. E’ che adesso non sei più ‘figlia’ per nessuno (quel preoccuparsi delle madri, anche vecchie, quel tenero chiedere: hai mangiato? Sei stanca?) e la premura che quasi ti infastidiva da ragazza, e che rifiutavi protestando d’esser grande, adesso rimpiangi. Mai più, d’ora in poi basta: la madre, adulta, ora sei tu, e nessuno ti guarderà più a quel modo.
E la memoria? Non se ne è andata, con lei, tutta la memoria di anni che tu eri troppo piccola per ricordare? Anche l’immagine di te nei suoi occhi, fin dall’attesa, e poi i primi sorrisi, i primi passi, è tutto un mondo che ti appare irrimediabilmente cancellato, come il fila di un computer annullato.
Con ogni persona cara muore una parte di te, con tua madre questa parte è come la radice dell’albero, avvinghjata profondamente alla terra. E ti guardi allo specchio, e ti sembra in un giorno di essere diventata più vecchia. Se ne accorgono, gli altri? Un figlio, il più attento, ti osserva come cercando di capire cos’hai, di cambiato.
Hai messo in grandi scatole di cartone fotografie, lettere, biglietti di auguri. Non volevi guardarli, ma lo sguardo ti è caduto su una foto di una lontana estate: tu, di un anno forse, che in mezzo a un prato ti buttavi ridendo addosso a lei - con la gioia con cui ci si tuffa nel mare, sotto il sole. La guardi a lungo, la richiudi nella scatola. Non vedi l’ora che i ragazzi ritornino da scuola: troppo vuota la casa, stamattina. E aspetti di sentirli ridere, gridare litigare. Non ti lamenterai oggi, se la musica è troppo alta. Hai bisogno, attorno, di rumore e di vita - e che benedizione ti appaiono, quei tre. Esci con la bambina per fare due passi, e respirare. Ti sorprende nel riflesso di una vetrina l’immagine di una donna con una bambina per mano. Siete voi due, madre e figlia in un pomeriggio di primavera. La bambina parla, e ride. Tu ascolti, grata di quel suo chiacchierio da lieta farfalla, e le stringi più forte la mano.
Credevi di essere preparato al distacco, in fondo -ti dici - E’ nella natura delle cose. E allora, perché quel sisma interiore, quel sentirsi all’improvviso senza nido?
di Marina Corradi (CRONACHE FAMILIARI)
Che sarebbe stato doloroso, lo si sapeva bene. Però, ti dicevano e ti dicevi, che una madre ormai molto anziana muoia, è fisiologico. E’ nella natura delle cose. Credevi dunque di essere preparata a questo distacco, avendo da tanti anni una famiglia tua , e dei figli. Invece, non è come lo immaginavi. Non è nemmeno come quando hai perso il padre. Allora, ti era sembrato di non sapere più da che parte andare; come fosse scomparso nella nebbia, su un sentiero di montagna, chi ti cammina davanti, segnando la strada.
Ora invece che è morta lei, è diverso. Quasi fosse venuta a mancare la radice. Il luogo stesso in cui sei cominciata , il nido, non c’è più. Uno strano smarrimento addosso, come di uno che si volti indietro, e non trovi più niente del paesaggio interiore che da sempre lo accompagna. Silenzio e vuoto: la casa antica è stata abbandonata. Oscilli in questa vertigine, come se improvvisamente venissi dal nulla. Ti costringi ai soliti gesti, alle solite cose, quasi volendo negare l’eco di un profondo sisma interiore, che pure gli altri attorno non hanno avvertito. Non parli, giacchè ci sono cose che non si posso dire. Cerchi di sorridere. Cerchi di distrarti.
Tuttavia, ti dici in quei momenti in cui almeno con te stessa puoi parlare, non ti senti forse di colpo come scoperta, indifesa? È un trovarsi d’improvviso in trincea, sulla linea di fuoco, senza più nessuno dietro,a aspettarti. E’ che adesso non sei più ‘figlia’ per nessuno (quel preoccuparsi delle madri, anche vecchie, quel tenero chiedere: hai mangiato? Sei stanca?) e la premura che quasi ti infastidiva da ragazza, e che rifiutavi protestando d’esser grande, adesso rimpiangi. Mai più, d’ora in poi basta: la madre, adulta, ora sei tu, e nessuno ti guarderà più a quel modo.
E la memoria? Non se ne è andata, con lei, tutta la memoria di anni che tu eri troppo piccola per ricordare? Anche l’immagine di te nei suoi occhi, fin dall’attesa, e poi i primi sorrisi, i primi passi, è tutto un mondo che ti appare irrimediabilmente cancellato, come il fila di un computer annullato.
Con ogni persona cara muore una parte di te, con tua madre questa parte è come la radice dell’albero, avvinghjata profondamente alla terra. E ti guardi allo specchio, e ti sembra in un giorno di essere diventata più vecchia. Se ne accorgono, gli altri? Un figlio, il più attento, ti osserva come cercando di capire cos’hai, di cambiato.
Hai messo in grandi scatole di cartone fotografie, lettere, biglietti di auguri. Non volevi guardarli, ma lo sguardo ti è caduto su una foto di una lontana estate: tu, di un anno forse, che in mezzo a un prato ti buttavi ridendo addosso a lei - con la gioia con cui ci si tuffa nel mare, sotto il sole. La guardi a lungo, la richiudi nella scatola. Non vedi l’ora che i ragazzi ritornino da scuola: troppo vuota la casa, stamattina. E aspetti di sentirli ridere, gridare litigare. Non ti lamenterai oggi, se la musica è troppo alta. Hai bisogno, attorno, di rumore e di vita - e che benedizione ti appaiono, quei tre. Esci con la bambina per fare due passi, e respirare. Ti sorprende nel riflesso di una vetrina l’immagine di una donna con una bambina per mano. Siete voi due, madre e figlia in un pomeriggio di primavera. La bambina parla, e ride. Tu ascolti, grata di quel suo chiacchierio da lieta farfalla, e le stringi più forte la mano.
martedì 10 giugno 2008
SOLITARIA 13/14 SETTEMBRE 2007
lunedì 9 giugno 2008
Caro Don Gioel,
Ora sei padre!
Sabato 7 giugno 2008 davanti al tuo Vescovo e alla comunità sei divenuto presbitero della chiesa Ambrosiana.
Il mio cuore è pieno di gioia e vuole ringraziare il Signore per il grande dono della tua presenza, la tua testimonianza di fede; sono felice di averti incontrare lungo la strada della mia vita in questo momento molto difficile e impegnativo.
Ti affido nella mia preghiera a Maria, la mamma che ti sostiene ti è vicina e ti sorride!
Buon viaggio!
Ora sei padre!
Sabato 7 giugno 2008 davanti al tuo Vescovo e alla comunità sei divenuto presbitero della chiesa Ambrosiana.
Il mio cuore è pieno di gioia e vuole ringraziare il Signore per il grande dono della tua presenza, la tua testimonianza di fede; sono felice di averti incontrare lungo la strada della mia vita in questo momento molto difficile e impegnativo.
Ti affido nella mia preghiera a Maria, la mamma che ti sostiene ti è vicina e ti sorride!
Buon viaggio!
venerdì 6 giugno 2008
A Stefania … … … A Francesca ... ... ...
Cara,
il tempo corre inesorabilmente,
e tu cresci, impari … vivi.
Stai entrando in questo mondo
così complesso ma affascinante,
un mondo in cui sei chiamata a vivere … …
sentimenti gioie dolori
aspettative e delusioni.
Mi accorgo quanto
la tua vita non mi appartiene
sei creatura di Dio
unica irripetibile.
Ricordatelo sempre … …
la tua vita è preziosa
custodiscila come il tuo miglior tesoro
rispettala amala …
non distruggerla!
non tradirla!
non sprecarla!
La tua vita non è tua … … …
non ti appartiene.
Se riuscirai a comprendere
sempre più profondamente ciò
riuscirai a vivere meglio con gli altri … …
Il tuo prossimo diventerà
destinatario di un Amore che hai ricevuto in dono
e che doni … …
Non lasciare mai che nessuno ti manchi di rispetto
ma non mancare di rispetto al tuo prossimo!
Non permettere mai che ti portino via ciò che ti appartiene
la libertà il cuore la tua fede la tua mente … … …
Ma non pretendere di voler possedere queste cose del tuo prossimo!
qualunque male gli altri ti possano fare …
non è peggiore di farlo tu ad altri … …
Immagina la vita come un lungo viaggio … …
una grande avventura … …
e tu sei la ricercatrice.
Devi sempre cercare la verità
anche a costo di far fatica!
Non permettere a nessuno di distrarti dalla tua ricerca … …
fai di più aiuta gli altri nella ricerca … …
La verità ti renderà sempre più libera
più libera di amarti ,di amare gli altri
e di amare il tuo creatore!
Amare sia il tuo motto ….
sia la tua attenzione,
la tua tensione …
come disse il Papa:
“Amare sia la tua vocazione … … “
Nei momenti difficili
affidati nella preghiera al tuo Signore … …
Nei momenti di gioia
ringrazialo … …
Nei momenti di errore
Chiedi umilmente perdono …
poiché quanto grande può essere il tuo peccato
ma la Sua misericordia è infinitamente più grande….
Voglio ringraziare il Signore
perché mi ha donato te
o figlia mia … … …
Segno più evidente del Suo Amore.
giovedì 5 giugno 2008
mercoledì 4 giugno 2008
Ricchezza Spirituale del matrimonio Cristiano.
(tertulliano)
Come descrivere la felicità del matrimonio celebrato davanti alla Chiesa, confermato dal sacrificio eucaristico e sigillato dalla benedizione, al quale assistono gli angeli e il Padre celeste accorda la sua grazia?
Che bella coppia formano due credenti che condividono la stessa speranza, lo stesso ideale, lo stesso modo di vivere, lo stesso spirito di servizio! ambedue fratelli, ambedue al servizio del Signore, senza alcuna divisione nella carne e nello spirito. Sono, infatti, due in una sola carne.
Essendo una sola carne, sono altresì un solo spirito: Insieme pregano, insieme si prostrano, insieme fanno penitenza; a vicenda si istruiscono e si esortano, a vicenda si sostengono. Ambedue intervengono alla santa assemblea e insieme partecipano alla mensa divina. Sono uniti nella prova e nella gioia. Uno non si nasconde all' altro, non sfugge all' altro, non è di peso all' altro.
Volentieri visitano chi è malato, aiutano chi ha bisogno. Donano con generosità, si prodigano con sincerità, attendono agli impegni quotidiani con serietà, non sono muti quando si tratta di lodare il Signore.
Cristo, che tutto vede e ascolta, gioisce; e invia la sua pace. Dove sono loro due, ivi è Cristo; e dov'è lui, non c'è posto per il maligno.
E’ necessario che troviamo il silenzio di Dio non solo in noi stessi, ma anche l’ uno nell’altro.
Se gli altri non ci parlano con parole che scaturiscono da Dio e comunicano con il silenzio di Dio che è nelle anime nostre, rimaniamo isolati nel nostro stesso silenzio, da cui Dio tende a sottrarsi.
Perché il silenzio interiore dipende da una continua ricerca, da un grido incessante nella notte, da un ripetuto chinarsi sull’ abisso.
Se ci attacchiamo ad un silenzio che pensiamo di aver trovato per sempre, desistiamo dalla ricerca di Dio e il silenzio muore in noi. Un silenzio in cui non si cerca più
Iddio cessa dal parlarci di Lui. Un silenzio da cui Dio non sembra assente , minaccia pericolosamente la sua continua presenza. Perché Lo si trova quando Lo si cerca e quando non Lo cerchiamo più ci sfugge.
Lo si ode solo quando si spera di sentirlo, e se cessiamo di ascoltarlo, credendo che la nostra speranza sia stata realizzata, Egli non parla più; il suo silenzio non è più vita, ma diviene morte, anche se lo ricarichiamo con l’ eco del nostro strepito emotivo. Thomas Merton
Se gli altri non ci parlano con parole che scaturiscono da Dio e comunicano con il silenzio di Dio che è nelle anime nostre, rimaniamo isolati nel nostro stesso silenzio, da cui Dio tende a sottrarsi.
Perché il silenzio interiore dipende da una continua ricerca, da un grido incessante nella notte, da un ripetuto chinarsi sull’ abisso.
Se ci attacchiamo ad un silenzio che pensiamo di aver trovato per sempre, desistiamo dalla ricerca di Dio e il silenzio muore in noi. Un silenzio in cui non si cerca più
Iddio cessa dal parlarci di Lui. Un silenzio da cui Dio non sembra assente , minaccia pericolosamente la sua continua presenza. Perché Lo si trova quando Lo si cerca e quando non Lo cerchiamo più ci sfugge.
Lo si ode solo quando si spera di sentirlo, e se cessiamo di ascoltarlo, credendo che la nostra speranza sia stata realizzata, Egli non parla più; il suo silenzio non è più vita, ma diviene morte, anche se lo ricarichiamo con l’ eco del nostro strepito emotivo. Thomas Merton
martedì 3 giugno 2008
Messaggio Medjugorje 25/05/2008
Cari figli, in questo tempo di grazia, in cui Dio mi ha permesso di essere con voi, di nuovo vi invito, figlioli, alla conversione. Lavorate per la salvezza del mondo in modo particolare mentre sono con voi. Dio è misericordioso e dona grazie particolari e per questo chiedetele attraverso la preghiera. Io sono con voi e non vi lascio soli. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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_____________Ave Maria___________
__SOSTEGNO DI CHI E' MALATO!__
Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.