Nella liturgia del mattutino di oggi è stato letto questo brano veramente bello ... un po' lungo ma veramente interessante!
buona lettura ...
DISCORSO 379
DISCORSO DI SANT'AGOSTINO
NELLA FESTA DI SAN GIOVANNI
BATTISTA.
Il profondo mistero del Battista.
1. San Giovanni Battista, di
cui si celebra oggi il giorno natalizio, si manifestò così grande tra gli altri
uomini da ricevere la testimonianza di Cristo stesso, nostro Signore: Tra i
nati di donna nessuno è mai stato più grande di Giovanni il Battista 1. Dalla lettura del santo Vangelo abbiamo udito
come fu concepito prodigiosamente, quando più non ve n'era speranza, e come la
sua nascita ebbe l'alta testimonianza dello Spirito Santo. Suo padre divenne
muto avendo mancato di fede, poiché non credette all'annuncio dell'angelo; la
voce gli tornò alla nascita del figlio 2. Il mistero grande e profondo di quest'uomo tanto
grande è difficile da spiegare, difficile da penetrare in modo degno. Ma oggi
che è la sua festa, e questo è l'argomento che voi dovete, e anche desiderate,
sentirvi illustrare, tratteremo nella misura delle nostre forze e come Dio ce ne
farà dono, del mistero di quest'uomo.
Il Battista rende testimonianza a Gesù.
2. Giovanni fu inviato davanti
a Cristo nostro Signore. Nel corso dei secoli precedenti furono mandati anche
Profeti, che non mancarono di predicare il Cristo e di annunciarne la venuta:
stava per giungere un Giudice così alto che doveva essere preceduto da molti
annunciatori. Addirittura dagli esordi dell'umanità Cristo venne incessantemente
annunciato, e non si possono neppure enumerare tutte le profezie della sua
venuta, tanto sono numerose; coloro che si applicano allo studio della sacra
Scrittura conoscono quello che io taccio e comprendono quello che dico. Da
ultimo nacque Giovanni, un uomo, ma un uomo tale che nessuno vi fu più grande di
lui, nessuno a lui paragonabile. A lui doveva seguire Cristo che non è soltanto
uomo, ma anche Dio: Dio e uomo perché Dio si è incarnato. E` Dio sempre, uomo
per un certo tempo; Dio prima del tempo, uomo nel tempo; Dio prima dei secoli,
uomo alla fine dei secoli; quel Dio per mezzo del quale fu creato l'uomo, quel
Dio che creò l'uomo, e per l'uomo si degnò di diventare lui stesso quella
creatura che aveva creato. Questo il Cristo. Giovanni fu invece soltanto un
uomo, ma gli spettava di portare la testimonianza più alta che era dovuta al
Cristo, il quale era più che uomo, perché appunto non lo si credesse soltanto
uomo.
Ascoltiamo la testimonianza.
3. Questo in breve
l'essenziale da dire. Ma se gli ascoltatori più pronti hanno potuto già capire,
io non devo trascurare i più lenti e a loro spiegherò in modo più chiaro, con
l'aiuto di Dio, quello che ho già detto. Cristo dunque non è solo Dio, non è
solo uomo, ma è Dio, il Dio che ci ha creati, e uomo, l'uomo che ci ha ricreati.
Giovanni invece è soltanto uomo. Ma quanto grande uomo sia domandiamolo a Colui
che è uomo e Dio: O Signore, chi è Giovanni? quanto è grande? Egli ci dice:
Tra i nati di donna nessuno è mai stato più grande di Giovanni il
Battista 3. O Giovanni, uomo grande sopra ogni altro uomo, io
domando ora a te: Dimmi chi è costui, dimmi, o uomo grande, chi è costui che è
creduto solo uomo? Lui ci risponde: Uno a cui non sono neppure degno di
portare i sandali 4; e ancora, riferendosi a Cristo
Signore: Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa, e riferendosi a
sé: L'amico dello sposo sta lì e lo ascolta e si rallegra delle sue
parole 5. Un'altra testimonianza ci viene data dallo stesso
Giovanni: Dalla ricchezza di lui noi tutti abbiamo ricevuto 6.
La divinità del Verbo.
4. Vi esorto, fratelli, a
penetrare con la vostra intelligenza e meditare il mistero della salvezza, ad
aver sempre fame della parola di Dio, a far vostro quello che noi predichiamo,
perché possiamo godere insieme della verità. Cerchiamo di sapere da Giovanni
l'Evangelista chi sia e quanto sia grande Cristo Signore nostro, il quale per
noi si è fatto tanto piccolo. Egli dice di lui: In principio era il
Verbo 7. Mentre Mosè dice: In principio Dio fece il
cielo e la terra 8, Giovanni non dice: In principio Dio
fece il Verbo, ma: In principio era il Verbo, perché il Verbo era prima
che in principio fossero fatti il cielo e la terra, e il Verbo c'era appunto
perché fossero create le cose; ma era il Verbo di Dio, perché non fosse svilito
dalla consuetudine della parola umana il Verbo per mezzo del quale la creazione
fu fatta. Ascolta Giovanni: Il Verbo era con Dio e il Verbo era Dio; e
ancora egli ne precisa l'opera e la grandezza: Tutto fu fatto per mezzo di
lui, e senza di lui nulla fu fatto. Ciò che fu fatto, in lui era vita, e la vita
era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non
l'hanno accolta 9.
La luce vera.
5. Interroghiamoci che cosa
significhi: Le tenebre non l'hanno accolta. Dovete essere luce per
ricevere la luce 10. E` la fede che deve rendervi luce, perché
giungiate a vedere: infatti finché abitiamo nel corpo, siamo in esilio,
lontani dal Signore 11, e se siamo lontani dal Signore,
siamo lontani dalla luce. Ma non dobbiamo restare nelle tenebre: Guardate a
lui e sarete raggianti 12. Poiché Giovanni l'Evangelista,
dicendo: La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno accolta,
non intendeva certo che restassero le tenebre, subito dopo aggiunge: Dio
mandò un uomo che si chiamava Giovanni. Dio non poteva esser visto: per
questo fu accesa la lampada. Vi fu un uomo di nome Giovanni. La luce di
Cristo era troppo forte perché occhi cisposi potessero riceverla, e fu data come
aiuto per loro una lampada che desse testimonianza della luce: Fu mandato da
Dio un uomo di nome Giovanni. Egli venne come testimone della luce. Proprio
perché la luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno accolta,
venne Giovanni, uomo che aveva parte alle tenebre nella sua debolezza di uomo
soggetto alla morte. Egli è venuto per rendere testimonianza alla luce, per dire
del Cristo quello che uomo non può capire. Il testo così prosegue: Non era la
luce vera, ma doveva essere testimone della luce; e precisa di quale luce è
testimone: la luce vera, e qual è la luce vera: quella che illumina
ogni uomo che nasce. Illumina anche Giovanni dunque, di cui nessun uomo è
mai stato più grande. E se illumina ogni uomo, è vero quello che ha scritto
Giovanni: Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto 13.
Giovanni fu lucerna accesa.
6. Giovanni dunque non era la
luce, se lo attesta il Vangelo, se lo dice l'altro Giovanni, che era verace
anche lui: Egli non era la luce 14. Eppure, furono detti luce gli Apostoli: come
poteva non essere luce colui del quale nessun uomo fu più grande? E gli Apostoli
furono detti " luce " da Cristo stesso che rivolgendosi a loro dichiarò: Voi
siete la luce del mondo 15. Si, anche Giovanni era luce: non
oserei rifiutare a Giovanni quello che fu attribuito agli Apostoli, né smentire
Gesù stesso che si degnò di dargli una tale testimonianza, che nessuno degli
uomini fu più grande di Giovanni il Battista 16. Chiediamo a colui che ha promesso d'illuminarci,
di risolverci in modo chiaro questo problema. L'affermazione che egli non era
la luce è stata fatta perché non credessimo di ricevere da lui la luce; ma
egli era luce in quanto era stato acceso, mentre non era per sé luce che dovesse
illuminare altri. Per fare appunto capire in che senso egli non era luce, viene
subito precisato rispetto a chi non era luce: C'era la luce vera. E`
specificato: vera, cioè quella che illumina ogni uomo 17. La lampada che viene accesa è invece luce non
per sua facoltà, ma perché la luce le viene comunicata. Mentre poi la luce vera
che illumina non si spegne, la lampada può essere accesa e spenta. Gli Apostoli
furono detti " luce " in quanto lampade. Con questa affermazione non faccio
offesa alcuna agli Apostoli: lo conferma quello che Gesù stesso dice nel seguito
del testo: dopo aver detto: Voi siete la luce del mondo, prosegue: Non
si accende una lampada per metterla sotto il moggio 18; il che vuol dire che gli Apostoli sono luce in
quanto lampade. Quanto a Giovanni, udiamo ancora il Signore dire di lui: Egli
è la lampada che arde e risplende 19. Sono dunque lampade sia gli Apostoli sia
Giovanni. Giustamente egli si riconobbe lampada collocandosi al di sotto della
luce dicendo: Non sono degno di sciogliergli i lacci dei sandali 20. E` bene che non si sia posto in alto, perché il
vento della superbia non spegnesse la sua luce.
Con il suo insegnamento Giovanni ci sospinge al Cristo.
7. Abbiamo dunque imparato da
Giovanni, cioè da un uomo, che ci si deve affidare al Cristo, si deve porre in
Cristo, non nell'uomo la propria speranza. Ponendoci di fronte a Giovanni, uomo
grande, il più grande degli uomini, consideriamo a che cosa egli ci solleciti.
Lui, Giovanni, l'amico dello sposo, spinge verso lo sposo, non attrae a sé. Allo
stesso modo anche l'apostolo Paolo, egli pure amico dello sposo, non voleva che
i fedeli riponessero speranza in lui; quegli uomini ancora carnali erano divisi
tra loro in quel tempo e andavano dicendo alcuni: Io sono di Paolo,
altri: Io sono di Apollo; altri: Io sono di Cefa; altri ancora:
Io sono di Cristo. Le prime tre voci provengono da chi è paglia, una sola
- Io sono di Cristo - è la voce di chi è frumento che, ventilato
sull'aia, apparirà alla fine dei tempi e sarà il raccolto che riempirà il
granaio della vita eterna. L'apostolo Paolo pieno di zelo per lo sposo, non per
se stesso, rimprovera i primi, respingendoli con distacco da sé: Cristo è
stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi o è nel nome di Paolo
che siete stati battezzati? 21. Mentre poteva essere un onore per lui che
volessero essere suoi, egli lo rifiuta, perché teme in tal caso la morte per
tutti; vuole invece che appartengano tutti, insieme con lui, al Cristo, per non
essere buttati via nel vaglio del giudizio. Chiede: Forse Paolo è stato
crocifisso per voi?. Si dichiara amico dello sposo: pieno di zelo per lui,
non per se stesso; e li invita a riflettere sul caso di uno che, andando
lontano, affidi la sua sposa a un amico; se mentre lui è lontano, la donna fosse
presa da passione per l'amico cui è affidata, l'amico certo ne proverebbe
orrore, non volendo mancare alla fede data. Allo stesso modo vediamo Giovanni
rinviare a un altro, dicendo: Io vi battezzo in acqua, ma Colui che viene
dopo di me è più potente di me, e io non sono degno di sciogliergli il legaccio
del sandalo 22. Egli vi battezzerà in Spirito Santo 23. E` un invito a non fermarsi presso di lui, ma
attraverso lui passare a Colui che li ha creati tutti, Colui che dona la vita.
Noi tutti - dice - abbiamo ricevuto dalla sua pienezza 24. Poiché tutti attingono alla stessa fonte, egli
li invita ad attingervi tutti insieme con lui per non rischiare di perire per
superbia. Giovanni dunque sospinge verso il Cristo. Per quanto giusti possano
essere, per quanta grazia possano avere, per quanto possano brillare per
sapienza o alti meriti, [Giovanni e i Profeti] non sono che i monti di cui parla
il Salmo: Alzo gli occhi verso i monti da cui mi verrà l'aiuto 25. Poiché v'era un uomo mandato da Dio, di nome
Giovanni, che venne per dare testimonianza alla luce 26, abbiamo levato gli occhi al monte - Giovanni -
per averne aiuto, perché egli dà testimonianza della luce. Ma proseguendo nel
Salmo comprendiamo che non ci si deve fermare al monte: Il mio aiuto viene
dal Signore che ha fatto il cielo e la terra 27, cioè dal Cristo attraverso il quale tutto è
stato creato 28. Egli ha fabbricato il mondo in quanto il Verbo
del Padre, il quale creò tutto con il Verbo. Non è da disprezzare l'umile veste
con cui si presentò, perché la scelse per curare l'uomo malato; e non gli ha
fatto perdere valore l'essersi celato, perché, se si fosse rivelato apertamente,
l'uomo non ne avrebbe sopportato la vista. Lo dobbiamo ringraziare perché,
rivestendo la forma umana, si mise al livello della nostra debolezza per
renderci partecipi della sua divinità. Cantiamo ora la nostra fede per poter
giungere a contemplarlo. Camminiamo sulla via per giungere alla patria; lui ci
attende là dove giungeremo. E` venuto a noi per la via per la quale noi
ritorniamo a lui, ma come è venuto senza allontanarsi da là, così è asceso al
cielo senza abbandonare noi qui.
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