venerdì 23 gennaio 2009

"ESSERE RIUNITI NELLA TUA MANO"

"I cristiani di fronte alla malattia e alla sofferenza"



GIOIA E SPERANZA DEL CRISTIANO SI ALIMENTANO NEL DOLORE E NEL SACRIFICIO.
(J. GALOT)

Il cristiano non può non entrare nella via della sofferenza senza essere certo della gioia che gliene deriverà. Egli deve essere animato dalla speranza, sapendo che la sofferenza non costituisce mai il termine della strada. Inoltre, le beatitudini enunciate da Gesù proclamano la felicità degli afflitti e dei perseguitati: questa felicità non è riservata esclusivamente all'aldila' ma si inaugura durante la vita terrena. Coloro che piangono non hanno soltanto la garanzia di un avvenire eterno più felice di quanto siano state vive le loro sofferenze; già da quaggiù esse ricevono una gioia segreta che non può mancare nemmeno nel loro dolore più profondo. Anche i perseguitati pur avendo la certezza di una grande ricompensa nei cieli, devono rallegrarsi fin d'ora: "rallegratevi ed esultate".
Questa presenza di felicità nell'ambito stesso della sofferenza è garantita da una parola che non passa, quella di Cristo. Ed è confermata dall'esperienza di tanti cristiani che, attraverso le loro prove, conservano nel loro cuore una gioia inespugnabile. Secondo la promessa di Gesù, la sofferenza porta con se una felicità di qualità superiore, accordata da Dio. Per questo Paolo dichiara di gioire per le sue sofferenza.
Anche durante terribili prove, nelle quali si potrebbe pensare che l'anima è talmente addolorata da non provare più alcuna gioia, è sorprendente cogliere testimonianze che mostrano come con la grazia data per portare il peso si fa sentire anche una reale felicità.
La coincidenza della sofferenza e della grazia si spiega con il fatto che il destino umano si perfeziona e raggiunge il suo fine nell'amore, e la sofferenza permette all'amore di svilupparsi al massimo. Con ciò essa favorisce lo sviuluppo della più autentica felicità.
Perciò, anche se nella santificazione la sofferenza ha un ruolo importante, e se nessun cammino sulla via della perfezione si può effettuare al di fuori della croce, la spiritualità cristiana non è una spiritualità essenzialmente triste e lacrimosa. E' la spiritualità di un amore che, attraverso il dolore, sfocia in una gioia superiore. Il grande evento della salvezza è quella della risurrezione di cristo, che completa il sacrificio e dà il suo senso alla morte. Tutta la vita cristiana è una partecipazione alla vita del Cristo risorto.
L'impegno nella passione, con la necessità di completare ciò che manca nella nostra carne alle sofferenze di Cristo, non può prodursi se non vivendo il mistero della risurrezione, E' il salvatore risorto che ci fa partecipare, con le nostre sofferenze, alla sua opera redentrice.
Quindi la gioia è la disposizione più fondamentale del cristiano; essa non può sparire dalla sofferenza. Anzi si alimenta nel dolore e si approfondisce nel sacrificio. Questa gioia si trova all'inizio e alla fine della vita cristiana, sulla strada che passa attraverso la prova.

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_____________Ave Maria___________

_____________Ave Maria___________
Questa preghiera è dedicata a ... ... ...

__SOSTEGNO DI CHI E' MALATO!__

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.

Amen.