venerdì 30 gennaio 2009

E' proprio un periodo veramente intenso. Il lavoro in questo periodo sta prosciugando ogni energia! ci sarebbero tantissime cose da raccontare:
Il ritiro degli educatori a Venegono, la giornata dedicata alla famiglia di domenica scorsa, la notizia che ad agosto inizia il processo di beatificazione di Fratel Ettore! la chiaccherata con Mauro di sabato sera!
Ieri parlando con Mariangela è emerso anche da parte sua questa pesantezza dovuta al periodo!


Maria,
ti affido tutto ciò che porto dentro!
le tribolazioni di chi mi è vicino
le gioie e le tristezze!

Irrompi nel nostro cuore
accecato dall'egoismo!
oppresso e angosciato
da ciò che ci toglie serenità!

Porta nel nostro cuore
un seme di amore!
rinnova in noi
l'incontro con Tuo Figlio!
Colui che è venuto
per dare senso
alla nostra vita
al dolore, al peccato e alla morte!

Grazie Maria




Il 30 gennaio 1948, muore il Mahatma Gandhi, il profeta della non violenza e dell'amore universale, ucciso, mentre si stava recando alla preghiera della sera, da un giovane indù con tre colpi di pistola. Prima di cadere a terra ferito a morte, invocò il nome di Dio perché perdonasse il suo uccisore.

martedì 27 gennaio 2009

LA NEVE A MILANO


Finalmente dopo tanti anni anche Milano il giorno dell' Epifania ha visto la neve; tanta neve!


In due giorni sono caduti all'incirca 40 centimetri.




E malgrado i disagi è sempre un miracolo l' arrivo della neve!


lunedì 26 gennaio 2009

Messaggio 25/01/2009

"Cari figli,anche oggi vi invito alla preghiera. Sia la preghiera per voi come un seme che metterete nel mio cuore, che Io consegnerò al mio figlio Gesù per la salvezza delle vostre anime. Desidero figlioli, che ognuno di voi si innamori della vita eterna che è il vostro futuro e che tutte le cose terrene siano per voi un aiuto per avvicinarvi a Dio Creatore. Io sono con voi così a lungo perchè siete sulla strada sbagliata. Soltanto con il mio aiuto, figlioli, aprirete gli occhi. Ci sono tanti che vivendo i miei messaggi comprendono che sono sulla strada della santità verso l’eternità"

sabato 24 gennaio 2009

"ESSERE RIUNITI NELLA TUA MANO"

"I cristiani di fronte alla pluralità delle religioni"


Meditazione per la Settimana dell'Unità (COMUNITA' S.EGIDIO)
Gesù, guardando i suoi discepoli, al momento di lasciarli, ha pregato "perché tutti siano una cosa sola". Aveva detto tempo prima: "Io e il Padre siamo una cosa sola". Forse, guardando i loro volti, si era reso conto di quanto erano diversi e di come questo avrebbe potuto dividerli. Poi, al momento di essere arrestato, Gesù rivela il suo sogno e la sua speranza per i suoi discepoli: "che siano una cosa sola". Come Dio, Padre Onnipotente, Signore del mondo, è una cosa sola con Gesù di Nazareth, egli prega perché anche i suoi discepoli entrino nell’unità di questa famiglia. Che siano una cosa sola!
Ma noi cristiani siamo divisi. Le nostre Chiese e comunità sono divise. Non solo diverse. Diverse nei canti, nelle forme di preghiera, nei modi di vita. Molti fedeli non saprebbero spiegare perché queste comunità e queste Chiese sono divise. Si potrebbe dire che la responsabilità di queste divisioni e di tante incomprensione appartiene a personaggi del passato e a momenti lontani della storia. Un giorno lo spirito di divisione è entrato. Eppure le divisioni sono ancora tra di noi.
Gesù ha pregato anche per noi. Infatti le divisioni sono nel nostro cuore. Non solo teologie, ma atteggiamenti dell’uno verso l’altro.
Siamo spesso anche noi attori della divisione, dell’insensibilità, dell’incomprensione! Siamo chiamati a rispondere alla preghiera di Gesù perché siamo una sola cosa: siamo chiamati a rispondere nella nostra vita, ogni giorno. Ma come?
Rinunciamo alla prepotente dittatura del nostro io, al calcolo, all’insensibilità… Rinunciamo all’ignoranza dell’altro: a vivere senza amore. Dobbiamo tutti convertirci all’amore, spogliandoci di questo mondo vecchio e consolidato dentro di noi, di questa corazza che allontana e ferisce. Dobbiamo tutti convertirci con una preghiera forte a Gesù, Signore nostro, che ci ha amati e ci apre la vita dell’amore. Si legge nella prima lettera di Giovanni:"Chiunque riconosce che Gesù è Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio. Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui." (1 Gv 4, 15-16)
Siamo chiamati tutti a risanare le grandi fratture del mondo, della vita quotidiana, dei nostri ambienti: quelle che dividono simpatici e antipatici, ricchi e poveri, colti e ignoranti, uomini da donne, etnia da etnia, gruppo da gruppo, il mio dal loro, i miei dai suoi, cristiani da cristiani, cristiani da ebrei, cristiani da musulmani… La via su cui camminiamo è piena di queste fratture. La nostra casa ha queste fratture. Il nostro luogo di lavoro ha queste fratture. Siamo chiamati a risanarle con l’amore. Non facciamo la guerra a nessuno con le nostre armi, in questo tempo di guerra per il mondo.
Il nostro è un tempo difficile. Le guerre in tante parti del mondo. In Medio Oriente, in Terra Santa, in tante parti dell’Africa, dell’Asia, dell’America Latina… Ci sono calamità naturali. Tanti uomini soffrono.
In questo mondo difficile, vinciamo il male con il bene: con il bene dell’amore, con il bene della preghiera, con il bene della speranza, quella speranza nel Signore Gesù che sempre ci ascolta, che verrà presto e che ci donerà pace.
Siamo una cosa sola nell’amore: facciamo l’un l’altro un patto ’amore. Diversi nelle storie, nelle lingue, nelle spiritualità, nei costumi, nell’aspetto… Siamo una sola cosa nell’amore tra noi credenti. Siamo una cosa sola tra cristiani e l’odio e la guerra saranno vinti dall’amore.
Da quest’amore scaturirà una forza d’unità! Nella liturgia bizantina, prima di introdurre la professione di fede, il Credo, il diacono dice:"Amiamoci gli uni gli altri, affinché in unità di spirito professione la nostra fede."
Sì, in questa Settimana dell’Unità, cominciamo ad amarci davvero, perché possiamo professare la stessa fede in unità di spirito.

venerdì 23 gennaio 2009

"ESSERE RIUNITI NELLA TUA MANO"

"I cristiani di fronte alla malattia e alla sofferenza"



GIOIA E SPERANZA DEL CRISTIANO SI ALIMENTANO NEL DOLORE E NEL SACRIFICIO.
(J. GALOT)

Il cristiano non può non entrare nella via della sofferenza senza essere certo della gioia che gliene deriverà. Egli deve essere animato dalla speranza, sapendo che la sofferenza non costituisce mai il termine della strada. Inoltre, le beatitudini enunciate da Gesù proclamano la felicità degli afflitti e dei perseguitati: questa felicità non è riservata esclusivamente all'aldila' ma si inaugura durante la vita terrena. Coloro che piangono non hanno soltanto la garanzia di un avvenire eterno più felice di quanto siano state vive le loro sofferenze; già da quaggiù esse ricevono una gioia segreta che non può mancare nemmeno nel loro dolore più profondo. Anche i perseguitati pur avendo la certezza di una grande ricompensa nei cieli, devono rallegrarsi fin d'ora: "rallegratevi ed esultate".
Questa presenza di felicità nell'ambito stesso della sofferenza è garantita da una parola che non passa, quella di Cristo. Ed è confermata dall'esperienza di tanti cristiani che, attraverso le loro prove, conservano nel loro cuore una gioia inespugnabile. Secondo la promessa di Gesù, la sofferenza porta con se una felicità di qualità superiore, accordata da Dio. Per questo Paolo dichiara di gioire per le sue sofferenza.
Anche durante terribili prove, nelle quali si potrebbe pensare che l'anima è talmente addolorata da non provare più alcuna gioia, è sorprendente cogliere testimonianze che mostrano come con la grazia data per portare il peso si fa sentire anche una reale felicità.
La coincidenza della sofferenza e della grazia si spiega con il fatto che il destino umano si perfeziona e raggiunge il suo fine nell'amore, e la sofferenza permette all'amore di svilupparsi al massimo. Con ciò essa favorisce lo sviuluppo della più autentica felicità.
Perciò, anche se nella santificazione la sofferenza ha un ruolo importante, e se nessun cammino sulla via della perfezione si può effettuare al di fuori della croce, la spiritualità cristiana non è una spiritualità essenzialmente triste e lacrimosa. E' la spiritualità di un amore che, attraverso il dolore, sfocia in una gioia superiore. Il grande evento della salvezza è quella della risurrezione di cristo, che completa il sacrificio e dà il suo senso alla morte. Tutta la vita cristiana è una partecipazione alla vita del Cristo risorto.
L'impegno nella passione, con la necessità di completare ciò che manca nella nostra carne alle sofferenze di Cristo, non può prodursi se non vivendo il mistero della risurrezione, E' il salvatore risorto che ci fa partecipare, con le nostre sofferenze, alla sua opera redentrice.
Quindi la gioia è la disposizione più fondamentale del cristiano; essa non può sparire dalla sofferenza. Anzi si alimenta nel dolore e si approfondisce nel sacrificio. Questa gioia si trova all'inizio e alla fine della vita cristiana, sulla strada che passa attraverso la prova.

mercoledì 21 gennaio 2009

"ESSERE RIUNITI NELLA TUA MANO"

"I cristiani di fronte alla crisi ecologica"



Il VII Incontro Mondiale delle Famiglie si terrà a Milano nel 2012, sul tema “La Famiglia, il lavoro e la festa”. L’annuncio è stato dato ieri da Benedetto XVI, intervenuto in videoconferenza alla celebrazione conclusiva del VI Incontro mondiale svoltosi a Città del Messico.Alla presenza di un milione di persone - tra le quali anche alcune famiglie ambrosiane - riunite davanti al santuario della Madonna della Guadalupe per la celebrazione della messa presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone, parlando in spagnolo il Santo Padre ha voluto «ringraziare sinceramente il cardinale Tettamanzi per la sua amabilità nell’accettare questo importante impegno».Entusiasta l’Arcivescovo di Milano: «La decisione di Papa Benedetto XVI di svolgere a Milano nel 2012 il settimo “Incontro mondiale delle famiglie” mi riempie di grande gioia. Insieme a tutta la Diocesi ambrosiana ringrazio di cuore il Santo Padre e prego il Signore per lui e con lui affinché i frutti del sesto “Incontro mondiale delle famiglie”, appena concluso a Città del Messico, arricchiscano tutte le Chiese locali, così che sempre più la famiglia possa essere “formatrice ai valori umani e cristiani”».«L’appuntamento che il Papa ha assegnato a Milano per il 2012 e ancor di più il tema che Egli ha scelto “La Famiglia, il lavoro e la festa” - ha proseguito l’Arcivescovo - impegnano tutta la Chiesa di Milano ad accrescere ancora di più l'attenzione pastorale verso “la cellula fondamentale della società”, in questo anno in cui, nella nostra Diocesi, giunge al suo culmine il triennio dedicato al tema della Famiglia».Nel suo intervento in videoconferenza, Benedetto XVI aveva affrontato i temi della famiglia, della vita e delle legislazioni familiari, affermando tra laltro: «Secondo il disegno di Dio, ogni persona deve nascere ed essere educata all’interno di una famiglia, fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna. Generazione ed educazione costituiscono un unico processo».Dopo il Papa, a Città del Messico ha preso la parola il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che ha precisato che l’incontro avrà luogo nella primavera del 2012 e si collocherà nella cornice di una ricorrenza ecclesiale e civile della città di Milano che prevede la celebrazione, nel 2013, di un grande evento di carattere ecumenico e interreligioso per promuovere la libertà religiosa, in occasione dei 1700 anni dalla promulgazione dell’editto dell’imperatore Costantino.Ricordando poi che Milano ospiterà nel 2015 l’Expo sul tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, il cardinale Antonelli ha quindi salutato i pellegrini che affollavano la spianata del Santuario:«Ci vediamo a Milano...se Dio vuole!».Gli Incontri Mondiali delle Famiglie sono nati per iniziativa di Giovanni Paolo II. La prima edizione è stata convocata a Roma nel 1994, in occasione dell’Anno Internazionale della Famiglia proclamato dalle Nazioni Unite. Gli incontri successivi si sono svolti a Rio de Janeiro (1997), Roma (2000, anno del Grande Giubileo), Manila (2003) e Valencia (2006).

martedì 20 gennaio 2009

"ESSERE RIUNITI NELLA TUA MANO"

Tema di riflessione del giorno:

"I cristiani di fronte all'ingiustizia economica e alla povertà"


CHI SONO I VENDITORI CACCIATI DAL TEMPIO? (S.AGOSTINO)


Dal tempio il Signore cacciò fuori tutti quelli che erano andati a fare i loro interessi, come ad un mercato.
Chi sono, poi, quelli che nel tempio vendono i buoi, o quelli che vendono le pecore e le colombe? sono coloro che nella chiesa cercano i propri interessi e non quelli di Gesù Cristo. E' tutto venale per coloro che non vogliono essere redenti: essi non vogliono essere ricomprati, ma vogliono vendere. Meglio sarebbe per loro essere redenti dal sangue di Cristo e giungere così alla pace di Cristo.
A che serve acquistare in questo mondo beni temporali e transitori, come il denaro e i piaceri del ventre e della gola,o gli onori della lode umana? Guai a chi si attacca alle cose che passano, perchè insieme con esse passerà anche lui. Non sono, tutte queste cose, un fiume che corre rapidamente al mare? Guai a chi vi cade dentro, perchè serà trascinato in mare. Dobbiamo, dunque, custodire il nostro cuore totalmente libero da siffatte cupidigie. Frqatelli miei, coloro che cercano questi beni, sono dei mercanti. Anche Simon Mago voleva comprare lo Spirito Santo, perchè voleva venderlo; e credeva che gli apostoli fossero come quei mercanti che il Signore cacciò dal tempio col flagello! Egli era uno che voleva comprare per rivendere, era un venditore di colombe. Lo spirito Santo apparve sotto forma di colomba;e chi sono i venditori di colombe, o fratelli, chi sono se non quelli che dicono: simao noi che diamo lo Spirito Santo? e perchè dicono così, e a quale prezzo lo vendono? A presso del proprio onore.
Ricevono, in compenso, cattedre temporali, e così sembrano proprio venditori di colombe.
(Commento Giovanni 10,6 Opere XXIV)

lunedì 19 gennaio 2009

"ESSERE RIUNITI NELLA TUA MANO"

"I cristiani di fronte alla guerra e alla violenza"

Dal 18 al 25 gennaio si celebra la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, su un tema tratto dal profeta Ezechiele e proposto dai cristiani coreani.



Il Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano invita tutte le comunità di fede cristiana a celebrare l’annuale Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e dal 18 al 25 gennaio propone un calendario di appuntamenti sul territorio cittadino, mentre le zone pastorali e l’Ufficio diocesano ecumenismo e dialogo affiancano questo programma con una serie di incontri fuori dal capoluogo.
La Settimana si celebra in contemporanea in tutto l’emisfero nord del mondo (in quello sud si tiene a Pentecoste) e mobilita parrocchie e comunità in ogni angolo di mondo: in questi giorni, dovunque, cristiani di diverse famiglie religiose e tradizioni spirituali pregano insieme il Padre perché doni di ritrovare l’unità.
Lo spunto biblico di quest’anno, indicato dai cristiani coreani che soffrono la divisione del Paese tra nord e sud, ètratto dal profeta Ezechiele (Ez 37,17), che visse in una nazione tragicamente divisa e desiderava l’unità del suo popolo.
Mira alla grande speranza di «formare un solo bastone nella mano di Dio»: l’immagine è data da due bastoni, simboli dei due regni in cui era diviso Israele, che devono congiungersi ritrovando la strada della fedeltà a Dio.
Per Ezechiele rimettere insieme le parti divise non era solo frutto di strategie politiche o di buona volontà, ma costituiva una nuova creazione, la nascita di un nuovo popolo. Verso questo traguardo ci sostiene la speranza di cui parla l’Apocalisse (21,3-4), che presenta la purificazione del popolo di Dio per incarnare la vera pace: «Ecco l’abitazione di Dio fra gli uomini: essi saranno suo popolo ed egli sarà Dio con loro. Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi. La morte non ci sarà più. Non ci sarà più né lutto, né pianto, né dolore».Pregare per “essere riuniti nella sua mano” è dunque l’invito a superare la disperazione, la disillusione politica e religiosa, il senso di impossibilità davanti al dilagare delle contese e della violenza nel mondo. Dio radunerà un giorno il suo popolo e lo renderà nuovamente uno: Dio creerà un mondo nuovo. La celebrazione liturgica per gli otto giorni della Settimana porta alla consapevolezza che l’unità dei cristiani è punto nevralgico e fondante per il bene della comunità umana e che tutti i cristiani devono sentirsi responsabili nella costruzione di cammini di unità.
Così i temi proposti per ciascuno dei giorni pongono le comunità cristiane di fronte a vecchie e nuove divisioni, alla guerra e alla violenza, all’ingiustizia economica e alla povertà, alla crisi ecologica, alla discriminazione e al pregiudizio sociale, alla malattia e alla sofferenza, alla pluralità delle religioni.
In tutte queste situazioni Dio sostiene la nostra speranza e farà nuove tutte le cose.

lunedì 12 gennaio 2009

Buona giornata!
Dopo le lunghissime ferie natalizie, con molta fatica, riprendono tutte le attività e si ritorna alle solite abitudini! principalmente lavoro e scuola. La ripresa lavorativa è frenetica, non c'è neanche il tempo per scrivere!
Ho abbandonato il mio compagno di corse! sono influenzato le temperature polari ma soprattutto la mancanza di voglia sono le motivazioni di questo stop.
Spero di riprendere al più presto!

_____________Ave Maria___________

_____________Ave Maria___________
Questa preghiera è dedicata a ... ... ...

__SOSTEGNO DI CHI E' MALATO!__

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.

Amen.