mercoledì 25 dicembre 2013

OGGI E' NATALE ...

alleluia!

"C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia". E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama". 




                              
                                  


lunedì 23 dicembre 2013

Gesù e Giovanni il Battista ... dai discorsi di Sant'Agostino

Nella liturgia del mattutino di oggi è stato letto questo brano veramente bello ... un po' lungo ma veramente interessante!   

buona lettura ...



DISCORSO 379


DISCORSO DI SANT'AGOSTINO NELLA FESTA DI SAN GIOVANNI BATTISTA.

Il profondo mistero del Battista.
1. San Giovanni Battista, di cui si celebra oggi il giorno natalizio, si manifestò così grande tra gli altri uomini da ricevere la testimonianza di Cristo stesso, nostro Signore: Tra i nati di donna nessuno è mai stato più grande di Giovanni il Battista 1. Dalla lettura del santo Vangelo abbiamo udito come fu concepito prodigiosamente, quando più non ve n'era speranza, e come la sua nascita ebbe l'alta testimonianza dello Spirito Santo. Suo padre divenne muto avendo mancato di fede, poiché non credette all'annuncio dell'angelo; la voce gli tornò alla nascita del figlio 2. Il mistero grande e profondo di quest'uomo tanto grande è difficile da spiegare, difficile da penetrare in modo degno. Ma oggi che è la sua festa, e questo è l'argomento che voi dovete, e anche desiderate, sentirvi illustrare, tratteremo nella misura delle nostre forze e come Dio ce ne farà dono, del mistero di quest'uomo.
Il Battista rende testimonianza a Gesù.
2. Giovanni fu inviato davanti a Cristo nostro Signore. Nel corso dei secoli precedenti furono mandati anche Profeti, che non mancarono di predicare il Cristo e di annunciarne la venuta: stava per giungere un Giudice così alto che doveva essere preceduto da molti annunciatori. Addirittura dagli esordi dell'umanità Cristo venne incessantemente annunciato, e non si possono neppure enumerare tutte le profezie della sua venuta, tanto sono numerose; coloro che si applicano allo studio della sacra Scrittura conoscono quello che io taccio e comprendono quello che dico. Da ultimo nacque Giovanni, un uomo, ma un uomo tale che nessuno vi fu più grande di lui, nessuno a lui paragonabile. A lui doveva seguire Cristo che non è soltanto uomo, ma anche Dio: Dio e uomo perché Dio si è incarnato. E` Dio sempre, uomo per un certo tempo; Dio prima del tempo, uomo nel tempo; Dio prima dei secoli, uomo alla fine dei secoli; quel Dio per mezzo del quale fu creato l'uomo, quel Dio che creò l'uomo, e per l'uomo si degnò di diventare lui stesso quella creatura che aveva creato. Questo il Cristo. Giovanni fu invece soltanto un uomo, ma gli spettava di portare la testimonianza più alta che era dovuta al Cristo, il quale era più che uomo, perché appunto non lo si credesse soltanto uomo.
Ascoltiamo la testimonianza.
3. Questo in breve l'essenziale da dire. Ma se gli ascoltatori più pronti hanno potuto già capire, io non devo trascurare i più lenti e a loro spiegherò in modo più chiaro, con l'aiuto di Dio, quello che ho già detto. Cristo dunque non è solo Dio, non è solo uomo, ma è Dio, il Dio che ci ha creati, e uomo, l'uomo che ci ha ricreati. Giovanni invece è soltanto uomo. Ma quanto grande uomo sia domandiamolo a Colui che è uomo e Dio: O Signore, chi è Giovanni? quanto è grande? Egli ci dice: Tra i nati di donna nessuno è mai stato più grande di Giovanni il Battista 3. O Giovanni, uomo grande sopra ogni altro uomo, io domando ora a te: Dimmi chi è costui, dimmi, o uomo grande, chi è costui che è creduto solo uomo? Lui ci risponde: Uno a cui non sono neppure degno di portare i sandali 4; e ancora, riferendosi a Cristo Signore: Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa, e riferendosi a sé: L'amico dello sposo sta lì e lo ascolta e si rallegra delle sue parole 5. Un'altra testimonianza ci viene data dallo stesso Giovanni: Dalla ricchezza di lui noi tutti abbiamo ricevuto 6.
La divinità del Verbo.
4. Vi esorto, fratelli, a penetrare con la vostra intelligenza e meditare il mistero della salvezza, ad aver sempre fame della parola di Dio, a far vostro quello che noi predichiamo, perché possiamo godere insieme della verità. Cerchiamo di sapere da Giovanni l'Evangelista chi sia e quanto sia grande Cristo Signore nostro, il quale per noi si è fatto tanto piccolo. Egli dice di lui: In principio era il Verbo 7. Mentre Mosè dice: In principio Dio fece il cielo e la terra 8, Giovanni non dice: In principio Dio fece il Verbo, ma: In principio era il Verbo, perché il Verbo era prima che in principio fossero fatti il cielo e la terra, e il Verbo c'era appunto perché fossero create le cose; ma era il Verbo di Dio, perché non fosse svilito dalla consuetudine della parola umana il Verbo per mezzo del quale la creazione fu fatta. Ascolta Giovanni: Il Verbo era con Dio e il Verbo era Dio; e ancora egli ne precisa l'opera e la grandezza: Tutto fu fatto per mezzo di lui, e senza di lui nulla fu fatto. Ciò che fu fatto, in lui era vita, e la vita era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta 9.
La luce vera.
5. Interroghiamoci che cosa significhi: Le tenebre non l'hanno accolta. Dovete essere luce per ricevere la luce 10. E` la fede che deve rendervi luce, perché giungiate a vedere: infatti finché abitiamo nel corpo, siamo in esilio, lontani dal Signore 11, e se siamo lontani dal Signore, siamo lontani dalla luce. Ma non dobbiamo restare nelle tenebre: Guardate a lui e sarete raggianti 12. Poiché Giovanni l'Evangelista, dicendo: La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno accolta, non intendeva certo che restassero le tenebre, subito dopo aggiunge: Dio mandò un uomo che si chiamava Giovanni. Dio non poteva esser visto: per questo fu accesa la lampada. Vi fu un uomo di nome Giovanni. La luce di Cristo era troppo forte perché occhi cisposi potessero riceverla, e fu data come aiuto per loro una lampada che desse testimonianza della luce: Fu mandato da Dio un uomo di nome Giovanni. Egli venne come testimone della luce. Proprio perché la luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno accolta, venne Giovanni, uomo che aveva parte alle tenebre nella sua debolezza di uomo soggetto alla morte. Egli è venuto per rendere testimonianza alla luce, per dire del Cristo quello che uomo non può capire. Il testo così prosegue: Non era la luce vera, ma doveva essere testimone della luce; e precisa di quale luce è testimone: la luce vera, e qual è la luce vera: quella che illumina ogni uomo che nasce. Illumina anche Giovanni dunque, di cui nessun uomo è mai stato più grande. E se illumina ogni uomo, è vero quello che ha scritto Giovanni: Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto 13.
Giovanni fu lucerna accesa.
6. Giovanni dunque non era la luce, se lo attesta il Vangelo, se lo dice l'altro Giovanni, che era verace anche lui: Egli non era la luce 14. Eppure, furono detti luce gli Apostoli: come poteva non essere luce colui del quale nessun uomo fu più grande? E gli Apostoli furono detti " luce " da Cristo stesso che rivolgendosi a loro dichiarò: Voi siete la luce del mondo 15. Si, anche Giovanni era luce: non oserei rifiutare a Giovanni quello che fu attribuito agli Apostoli, né smentire Gesù stesso che si degnò di dargli una tale testimonianza, che nessuno degli uomini fu più grande di Giovanni il Battista 16. Chiediamo a colui che ha promesso d'illuminarci, di risolverci in modo chiaro questo problema. L'affermazione che egli non era la luce è stata fatta perché non credessimo di ricevere da lui la luce; ma egli era luce in quanto era stato acceso, mentre non era per sé luce che dovesse illuminare altri. Per fare appunto capire in che senso egli non era luce, viene subito precisato rispetto a chi non era luce: C'era la luce vera. E` specificato: vera, cioè quella che illumina ogni uomo 17. La lampada che viene accesa è invece luce non per sua facoltà, ma perché la luce le viene comunicata. Mentre poi la luce vera che illumina non si spegne, la lampada può essere accesa e spenta. Gli Apostoli furono detti " luce " in quanto lampade. Con questa affermazione non faccio offesa alcuna agli Apostoli: lo conferma quello che Gesù stesso dice nel seguito del testo: dopo aver detto: Voi siete la luce del mondo, prosegue: Non si accende una lampada per metterla sotto il moggio 18; il che vuol dire che gli Apostoli sono luce in quanto lampade. Quanto a Giovanni, udiamo ancora il Signore dire di lui: Egli è la lampada che arde e risplende 19. Sono dunque lampade sia gli Apostoli sia Giovanni. Giustamente egli si riconobbe lampada collocandosi al di sotto della luce dicendo: Non sono degno di sciogliergli i lacci dei sandali 20. E` bene che non si sia posto in alto, perché il vento della superbia non spegnesse la sua luce.
Con il suo insegnamento Giovanni ci sospinge al Cristo.

7. Abbiamo dunque imparato da Giovanni, cioè da un uomo, che ci si deve affidare al Cristo, si deve porre in Cristo, non nell'uomo la propria speranza. Ponendoci di fronte a Giovanni, uomo grande, il più grande degli uomini, consideriamo a che cosa egli ci solleciti. Lui, Giovanni, l'amico dello sposo, spinge verso lo sposo, non attrae a sé. Allo stesso modo anche l'apostolo Paolo, egli pure amico dello sposo, non voleva che i fedeli riponessero speranza in lui; quegli uomini ancora carnali erano divisi tra loro in quel tempo e andavano dicendo alcuni: Io sono di Paolo, altri: Io sono di Apollo; altri: Io sono di Cefa; altri ancora: Io sono di Cristo. Le prime tre voci provengono da chi è paglia, una sola - Io sono di Cristo - è la voce di chi è frumento che, ventilato sull'aia, apparirà alla fine dei tempi e sarà il raccolto che riempirà il granaio della vita eterna. L'apostolo Paolo pieno di zelo per lo sposo, non per se stesso, rimprovera i primi, respingendoli con distacco da sé: Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? 21. Mentre poteva essere un onore per lui che volessero essere suoi, egli lo rifiuta, perché teme in tal caso la morte per tutti; vuole invece che appartengano tutti, insieme con lui, al Cristo, per non essere buttati via nel vaglio del giudizio. Chiede: Forse Paolo è stato crocifisso per voi?. Si dichiara amico dello sposo: pieno di zelo per lui, non per se stesso; e li invita a riflettere sul caso di uno che, andando lontano, affidi la sua sposa a un amico; se mentre lui è lontano, la donna fosse presa da passione per l'amico cui è affidata, l'amico certo ne proverebbe orrore, non volendo mancare alla fede data. Allo stesso modo vediamo Giovanni rinviare a un altro, dicendo: Io vi battezzo in acqua, ma Colui che viene dopo di me è più potente di me, e io non sono degno di sciogliergli il legaccio del sandalo 22. Egli vi battezzerà in Spirito Santo 23. E` un invito a non fermarsi presso di lui, ma attraverso lui passare a Colui che li ha creati tutti, Colui che dona la vita. Noi tutti - dice - abbiamo ricevuto dalla sua pienezza 24. Poiché tutti attingono alla stessa fonte, egli li invita ad attingervi tutti insieme con lui per non rischiare di perire per superbia. Giovanni dunque sospinge verso il Cristo. Per quanto giusti possano essere, per quanta grazia possano avere, per quanto possano brillare per sapienza o alti meriti, [Giovanni e i Profeti] non sono che i monti di cui parla il Salmo: Alzo gli occhi verso i monti da cui mi verrà l'aiuto 25. Poiché v'era un uomo mandato da Dio, di nome Giovanni, che venne per dare testimonianza alla luce 26, abbiamo levato gli occhi al monte - Giovanni - per averne aiuto, perché egli dà testimonianza della luce. Ma proseguendo nel Salmo comprendiamo che non ci si deve fermare al monte: Il mio aiuto viene dal Signore che ha fatto il cielo e la terra 27, cioè dal Cristo attraverso il quale tutto è stato creato 28. Egli ha fabbricato il mondo in quanto il Verbo del Padre, il quale creò tutto con il Verbo. Non è da disprezzare l'umile veste con cui si presentò, perché la scelse per curare l'uomo malato; e non gli ha fatto perdere valore l'essersi celato, perché, se si fosse rivelato apertamente, l'uomo non ne avrebbe sopportato la vista. Lo dobbiamo ringraziare perché, rivestendo la forma umana, si mise al livello della nostra debolezza per renderci partecipi della sua divinità. Cantiamo ora la nostra fede per poter giungere a contemplarlo. Camminiamo sulla via per giungere alla patria; lui ci attende là dove giungeremo. E` venuto a noi per la via per la quale noi ritorniamo a lui, ma come è venuto senza allontanarsi da là, così è asceso al cielo senza abbandonare noi qui.

domenica 22 dicembre 2013

Benvenuta in banda ... ... ...

Ecco una foto scattata al concerto di Natale della Banda di San Giuliano ... ... 


Complimenti flautista perfetta ...

giovedì 12 dicembre 2013

Le tre grazie ... ...

Shopping per le vie di PAG ...

Non ci sono parole è proprio una bella flotta navale
vale proprio il detto
"beato fra le donne"



















martedì 10 dicembre 2013

Ciò che conta è amare … … …


Già il titolo del mio blog è abbastanza chiaro, ma occorre ogni tanto ripetersi che ci sono eventi nella vita che ti impongono una riflessione più approfondita sulle priorità sui valori e sulle scelte   … …  Probabilmente l’evento sofferenza, malattia dolore può diventare il campo più fertile, più produttivo e che più ci da ritorno di frutti buoni, di crescita nel cammino di fede, di scoperta della propria fragilità e nella nudità di bisogno estremo di essenzialità! 
Aveva proprio ragione il buon don Gino quando riteneva una bestemmia il detto: “L’importante è la salute” ! è una frase che ripeteva sempre e che non ho mai capito in pieno; ora mi è più chiara e si presta a tantissime interpretazioni. 
E’ sicuramente una grave offesa e mancanza di attenzione soprattutto a chi non ne ha (di salute!) ma ancora di più alle persone che vivono sapendo di avere ancora pochi anni mesi o giorni da vivere ... Allora cosa è importante per costoro? (e cosa è importante anche a noi che di salute ne abbiamo!)  
“Non so!”  
È importante vivere ogni istante della propria vita come un dono! La cura dei medici, degli infermieri, la visita di una persona è un dono, piccoli gesti di attenzione e di affetto sono un dono. E’ un dono di grande gratuità e di essenzialità scoprire nella propria fragilità la vicinanza dell‘altro, la presenza del suo amore ...  Questo è l’amore di Dio che si manifesta nella presenza degli altri, che si incarna nell‘altro e vive l‘esperienza della Pace del Perdono e della Gioia… 
Tale incarnazione avviene quotidianamente ma non sempre siamo  capaci e nella condizione di capirlo di viverlo! 
Allora ciò che più conta è amare e lasciarsi amare! Abbandonarsi, consegnarsi all’altro nella pienezza (dolore, paura, disperazione e pianto) … 
E chi più del Padre è la persona che ci capisce e più ci ama di un amore misericordioso?  
Questo è un frammento di ciò che questo momento della nostra vita (di famiglia e di chi ci è vicino)
ci sta dicendo … allora affiniamo l’orecchio e diamo maggior ascolto al silenzio di Dio, non troveremo certo risposte ma affideremo le nostre domande a Lui che è Padre Misericordioso!

Il Pontefice in più occasioni ci sta ricordando che la mentalità della nostra attuale società e quella di rimuovere, nascondere, cancellare la sofferenza, la malattia e la morte … … 
Quindi cancelliamo dal  nostro vocabolario la frase “l’ importante è la salute” ! 
Soprattutto quando la sentiremo ancora, preghiamo l’ Angelo custode affidiamo a lui tutti coloro che sono stati derubati (graziati) della salute e vivono questa dis GRAZIA …



Padre buono,
creatore della vita
sostieni il cuore straziato
di chi soffre … 
di chi si chiede “perché a me…”

Donami il tuo Amore
Amore consolatore …
Amore misericordioso …

Nella Tua grande bontà misericordiosa
Fa’ di me un segno del Tuo amore …
Un segno visibile del Tuo Amore …
Fa’ che io sia una misera goccia
che renda sollievo all’assetato!

Amen

Renato 10/10/2013

venerdì 6 dicembre 2013

Sant'Anselmo Vescovo


Sta mattina la liturgia del mattutino proponeva questo brano scritto da Sant'Anselmo di Aosta filosofo e dottore della Chiesa (1033 - 1109)... 

PROSLOGION
DI
ANSELMO D'AOSTA



CAPITOLO I
ESORTAZIONE DELLA MENTE A CONTEMPLARE DIO


1. Orsù, omuncolo,
abbandona per un momento le tue occupazioni,
nasconditi un poco ai tuoi tumultuosi pensieri.
Abbandona ora le pesanti preoccupazioni,
rimanda i tuoi laboriosi impegni.
Per un po' dedicati a Dio
e riposati in Lui.
"Entra nella camera" del tuo spirito,
escludi da essa tutto,
all'infuori di Dio e di ciò
che ti possa giovare a cercarlo,
e, "chiusa la porta", cercalo (Mt 6, 6).
Di' ora, o "mio cuore" 
nella tua totalità, di' ora a Dio:
"Io cerco il tuo volto;
il tuo volto, o Signore, 
io cerco" (Sal 27, 8).(8)

2. Orsù, dunque, o Signore Dio mio,
insegna al mio cuore
dove e come possa cercarti
e dove e come possa trovarti.

O Signore, se non sei qui, 
dove te assente cercherò?
E se invece sei ovunque, 
perché non ti vedo presente?
Ma certo tu abiti 
"una luce inaccessibile" (1 Tm 6, 16).
E dov'è la luce inaccessibile?
E come mi avvicinerò 
a questa luce inaccessibile?
E chi mi condurrà 
e mi introdurrà in essa,
affinché in essa io ti veda?
Per mezzo di quali segni, 
di quale immagine ti cercherò?
Non ti ho mai visto, 
o Signore Dio mio,
non conosco il tuo volto.
Che cosa farà, o altissimo Signore,
che cosa farà codesto 
tuo esule lontano?
Che cosa farà il tuo servo 
ansioso del tuo amore
e gettato lontano "dal tuo volto" (Sal 51, 13)?
Anela di vederti 
ed è troppo lontano dal tuo volto.
Desidera di avvicinarsi a te
e il luogo dove tu abiti è inaccessibile.
Brama di trovarti 
e non conosce dove tu stai.
Fa di tutto per cercarti 
e ignora il tuo volto.
O Signore, tu sei il mio Dio 
e sei il mio Signore
e non ti ho mai visto.
Tu mi hai fatto e rifatto (9)
e mi hai dato tutti i miei beni
e io ancora non ti conosco.
In breve: sono stato fatto per vederti
e non ho ancora fatto ciò 
per cui sono stato fatto. (10)




mercoledì 4 dicembre 2013

Oggi Mercoledì 4 dicembre si ricorda San Giovanni Damasceno

Giovanni Damasceno
(ca. 657-749)
padre della chiesa e monaco
Le chiese d'oriente e d'occidente fanno oggi memoria di Giovanni Damasceno, padre della chiesa e monaco. Egli nacque a Damasco nella seconda metà del VII secolo, in una famiglia di arabi cristiani, e ricevette alla nascita il nome di Mansur. Entrato, al seguito del padre, al servizio del califfo Omayyade di Damasco, nuova capitale dell'impero arabo, Mansur ricoprì a lungo l'incarico di amministratore califfale per la popolazione di religione cristiana. Attorno al 700, a causa dell'inasprirsi della politica musulmana verso i cristiani, egli fu costretto a lasciare il suo lavoro. Ma Mansur seppe fare delle improvvise avversità l'occasione per un'obbedienza radicale alla propria vocazione. Distribuiti tutti i suoi beni ai poveri, egli entrò nella laura di San Saba, nei pressi di Gerusalemme, assumendo il nome di Giovanni. Cominciava così per lui un'intensa vita di studio e di preghiera. Su richiesta del patriarca di Gerusalemme, Giovanni divenne predicatore presso il Santo Sepolcro, e fu uno dei principali difensori del culto delle immagini al tempo della polemica iconoclasta. Le affermazioni fondamentali del secondo concilio di Nicea (787), che chiusero l'epoca iconoclasta fondando la liceità del culto delle immagini sull'incarnazione del Verbo di Dio, sono ispirate in larga misura agli insegnamenti del Damasceno. Nella sua trilogia intitolata La fonte della conoscenza, Giovanni ha lasciato inoltre la prima sistematizzazione della teologia patristica di tradizione greca. Egli morì nel 749 e il suo corpo fu sepolto a San Saba.



Tracce di lettura ...

Il divino è ineffabile e incomprensibile. «Infatti nessuno conosce il Padre se non il Figlio, e nessuno conosce il Figlio se non il Padre». E anche lo Spirito santo conosce ciò che è di Dio, così come lo spirito dell'uomo conosce ciò che è nell'uomo. Nessuno ha mai conosciuto Dio, se non colui al quale egli stesso lo ha rivelato. Tuttavia Dio non ci ha abbandonato in un'ignoranza completa. Infatti la conoscenza di Dio è stata seminata da lui naturalmente in tutti. La stessa creazione, la sua conservazione e il governo di essa proclamano la grandezza della natura divina. E inoltre dapprima per mezzo della Legge e dei Profeti, e poi per mezzo del suo Figlio unigenito, del Signore Dio e salvatore nostro Gesù Cristo, Dio ha rivelato la conoscenza di se stesso per quanto ci è accessibile. Perciò noi accogliamo, riconosciamo e veneriamo ciò che ci è stato tramandato per mezzo della Legge, dei Profeti, degli Apostoli e degli Evangelisti, non ricercando nulla al di là di queste cose.

lunedì 2 dicembre 2013

Rifugio Brioschi ... ... arriviamo!!!

La Grigna ... tramonto da brivido


_____________Ave Maria___________

_____________Ave Maria___________
Questa preghiera è dedicata a ... ... ...

__SOSTEGNO DI CHI E' MALATO!__

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.

Amen.