giovedì 6 ottobre 2011

A Mauro, finisher n. 1593, UTMB 2011

Ringrazio Marco che mi ha regalata queste belle pagine scritte a Mauro finisher della ULTRA-RAIL DU MONT-BLANC.


Ps.: ho un po' di invidia ma sono veramente orgoglioso fiero felice e grato di avere due amici come voi... Renato



Si può fare lo stesso sogno?
Probabilmente no. Si può forse condividerlo, o meglio raccontarlo e gustarlo pezzo a pezzo immagine a immagine, suoni ed emozioni comprese. Questo è quello che sta succedendo mentre l’amico Mauro è ormai a 3 km da Chamonix.
Ma quando hai chiuso gli occhi e iniziato a sognare Mauro?
Quando hai cominciato a fare tue quelle immagini, quelle parole che tante volte ci hanno accompagnato negli allenamenti, nelle notturne, nelle nostre sgambate su e giù per le Prealpi, nei cavalcavia che facevamo per illudere noi della bassa padana che quello fosse un modo per fare dislivello?

Venerdi 26 agosto
ore 21.00
Ci siamo sentiti un paio di volte. Mi sei sembrato preoccupato, teso. E’ vero, lo spostamento dell’orario di inizio, le previsioni meteo non buone, la tensione della vigilia. Difficile davvero rimanere calmi. Di mio ho il ricordo dell’alberghetto proprio sopra lo striscione di arrivo a Chamonix, e la paura prima di partire, tanto da presentarmi solo pochi minuti prima, stordito, ancora inconsapevole di quello a cui stavo andando incontro, all’epoca del mio Utmb.

Sabato 27 agosto,
ore 8.00
Il Mac è stato acceso tutta la notte, Do un refresh e ti vedo a Chapieux. Hai nella gambe la lunga salita alla Croix du Bonhomme, con la discesa a zig zag, in fondo il punto di ristoro, la musica che sale man mano che ti abbassi e il vociare dei benevoles. L’avevo fatta di notte, con tutte le lampadine appese alle transenne come un magico serpentone cha dall’alto ti veniva incontro e una musica rock assurda, a tutto volume che riempiva la vallata.

Ore 13.00
Non ce l’ho fatta, sono uscito a fare una corsetta, sentendomi un po’ ridicolo nel fare quei 10 km scarsi, sbuffando e sudando, sentendomi bolso e lento, immaginandoti invece in piena azione.
Dal Col Checrouit giù verso Courmayeur, la voglia di arrivare ad un buon punto di ristoro, il verde del fondovalle, un po’ di gente “normale” , il tepore del fondovalle dopo la notte sulle creste. Il bollettino ha riportato temperature basse in quota, neve sopra i 2000/2200 metri. Ho visto foto di gente tirata, coperta con giacche a vento e guanti e ho immaginato te che proprio non ami il freddo. Finisco la mia sudata in questa afa di fine agosto, nelle cuffie faccio partire “The Conquest of Paradise”, il brano che suonano all’arrivo dell’Utmb , speriamo bene.

Ore 19.00
Hai avuto tutto il pomeriggio davanti : sole e caldo, “beau fixe” come direbbero i meteorologi di Chamonix quando espongono il bollettino meteo per chi vuole andare a fare la scalata del Bianco. Immagino nella settimana che hai passato a Chamonix quante volte tu e gli altri prima della partenza siate passati a leggere quel bollettino. Immagino le facce dei runners a spasso per Chamonix, tesi, tirati, provati da mesi di allenamenti, con gli ultimi dubbi del pre-gara, su quale maglia indossare, se si riesca a limare qualche grammo sull’attrezzatura, se sia meglio partire con i bastoncini in mano o agganciarli allo zaino. Tutti quei piccoli gesti scaramantici che fanno parte del rituale di ogni gara, ma che in questa assumono un po’ un peso diverso, quasi fossero scelte capaci di condizionare l’esito della corsa. Al diavolo questi ricordi, in questo momento stai sbuffando sulla groppa di quella bestia che è la salita al Col Ferret, prima della lunga discesa sul versante svizzero. Non te ne fregherà molto, ma Killian Jornet sta quasi arrivando a Chamonix, per lui l’Utmb è quasi storia, Ma è meglio o peggio se un sogno dura poco come il suo o tanto come il tuo?

Domenica 28 agosto
Ore 6.00
So che sembra un po’ idiota ma sono ancora qui davanti al computer a controllare come è andata la notte. Hai appena lasciato Champex, hai rallentato parecchio. Mi do mille spiegazioni. La stanchezza, la notte, la seconda, E’ quella più pesante, quella che ti svuota definitivamente il fisico. Da qui in avanti solo la testa può fare progredire. Le gambe fanno male, le ginocchia danno mille fitte, i piedi sono pieni di vesciche. Davanti hai ancora Boivine , ma scoprirò solo più tardi che c’è stata una deviazione. Mi decido, faccio il numero sul cellulare . Male, ti sento davvero male. Il ginocchio che ti preoccupava prima di partire sta cedendo, mi parli di medico, di una fasciatura, ti sento davvero a terra. Qualche parola di confronto, l’incitamento ad arrivare almeno a Trient e poi lì decidere, dopo una sosta, dopo la mani di un fisioterapista, dopo aver mangiato qualcosa. Non posso sostituirmi alle tue gambe, ma con la mente è come se chinassi la testa e ti dicessi di venirmi dietro, meglio al fianco.

Ore 13.00
Ho sentito tua moglie, anche lei ti ha detto di provarci. La sosta pare abbia fatto davvero bene, un cambio di abbigliamento, qualche massaggio, i piedi rimessi a nuovo in qualche modo e riparti.
Hai davanti l’ultima salita: Catogne. Maledetti svizzeri come si fa a fare una salita così regolarmente ripida? Sale nel bosco a zete lunghissime, senza mai un cambio di pendenza, sempre dritta e spietata, la feci di notte e mi sembrava non finisse mai, ricordo di avere avuto le allucinazioni mentre la percorrevo un passo dopo l’altro: voci, figure umane e non che danzavano davanti agli occhi stanchi per la seconda notte insonne, fino alle prime luci dell’alba quando si dissolsero. Coraggio è davvero l’ultima salita.

Ore 19.00
Non ti ferma più nessuno. All’ultima chiamata stavi percorrendo il sentiero a balcone da Argentiere a Chamonix. Bello, per i turisti, Infinito quando hai già 160 km nella gambe, sembra non finire mai, mi chiedi quanto possa mancare. Non lo so ma ti descrivo come sarà l’arrivo, i “bravo”, “super”, “allez” che accompagneranno le ultime centinaia di metri fino alla curva a gomito secca, a destra e gli ultimi 50 metri e poi….. finisher. La stanchezza, i dolori, gli occhi lucidi di tua moglie che ti cercano e guardano come sei ridotto e tu che dici, basta, è finito ma dentro vorresti gridare che ce l’hai fatta.
Mentre finisco di scrivere queste righe per caso ascolto David Bowie, un vecchio pezzo:” We can be heroes just for one day”. Vero, solo per un giorno, un momento. Poi ritornerai alla solita vita, ai soliti luoghi, Ma credimi, e lo sperimenterai da te, è stato bello sognare. Bravò , alla francese.

A Mauro, finisher n. 1593, UTMB 2011

1 commento:

Anonimo ha detto...

bello

_____________Ave Maria___________

_____________Ave Maria___________
Questa preghiera è dedicata a ... ... ...

__SOSTEGNO DI CHI E' MALATO!__

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.

Amen.